venerdì, Aprile 19, 2024

Governo, spunta l’ipotesi di un rimpasto: i ministri Toninelli e Trenta i più “sgraditi” al vicepremier Salvini

Il fantasma della crisi di governo non sembra più aleggiare sui tetti di Palazzo Chigi ma un altro, in queste ore, sembra prenderne il posto: è quello del rimpasto, un ‘rimetter mano’ alla squadra di governo di cui si parla da tempo ma finora mai andato in porto. La convinzione, tra i ministri grillini, è che dopo aver fatto il passo indietro sul commissario Ue in quota leghista, Matteo Salvini alzi la posta, chiedendo per sé più caselle nel governo giallo verde. E le parole sibilline del vicepremier e responsabile del Viminale – ‘alcuni ministri grillini non sono all’altezza’ – risuona nelle stanze 5 Stelle, dove ci si interroga su quel che accadrà nelle prossime ore, nell’attesa di un chiarimento tra Di Maio, Salvini e il premier Giuseppe Conte. La casella più a rischio, viene sostenuto da alte fonti di governo ascoltate in queste ore dall’AdnKronos, sarebbe quella del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, occupata da Danilo Toninelli. Un indizio in più, la lite sulla gronda di Genova. Alla Lega il Mit farebbe gola, mentre altri ministeri considerati a rischio – vedi la Salute – non rientrerebbero negli interessi del Carroccio, assicurano le stesse fonti. Il timore dei grillini è che la Lega, dopo aver mandato già il boccone amaro dello stop a Giancarlo Giorgetti commissario Ue, possa voler invertire i rapporti di forza nell’esecutivo, avocando a sé più ‘poltrone’. Ma sugli altri due dicasteri considerati a rischio, Difesa e Ambiente, sembra che i 5 Stelle intendano tenere la barra dritta. Elisabetta Trenta, protagonista dei botta e risposta al vetriolo proprio con Salvini, parrebbe blindata; l’Ambiente, dove siede il Comandante della forestale Sergio Costa, viene considerato un ministero “incedibile: l’Ambiente è una delle nostre cinque stelle e Costa sta facendo bene, su quella non possiamo cedere”, confida all’AdnKronos un esponente di governo M5S. Quanto a Toninelli, il responsabile del Mit sembra in evidente difficoltà anche per il ‘fuoco amico’ alla quale è sottoposto ormai da mesi. Alcuni sostengono che sui dossier più delicati – vedi Autostrade – sia stato ‘commissariato’ di fatto da Stefano Buffagni, sottosegretario agli Affari Regionali molto vicino ai vertici pentastellati. Cedere il Mit alla Lega però fa paura, perché è in quel ministero che si giocano molte partite fondamentali per il M5S: la Tav e Autostrade, solo per citarne due. Il Movimento è all’angolo: a Strasburgo ha giocato bene le sue carte – come la vicepresidenza del Parlamento Ue a Fabio Massimo Castaldo e i voti ‘salvifici’ a von der Leyen che li ha riscattati dalla temuta irrilevanza – ma a Roma le difficoltà appaiono evidenti. “Qualcosa dovremo pur cedere”, il refrain di queste ore. Ore in cui Toninelli sembra ogni minuto più a rischio.
Redazione
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