venerdì, Aprile 26, 2024

Cinema, addio a Rutger Hauer, indimenticabile replicante in “Blade Runner”

Rutger Hauer, l’indimenticabile replicante Roy Batty in Blade Runner, è morto all’età di 75 anni. Lo riferisce Variety che, nella sua edizione online, sulla base delle informazioni confermate da Steve Kenis, agente dell’attore. Hauer si è spento nella sua casa nei Paesi Bassi il 19 luglio dopo una breve malattia. Nato nella provincia di Utrecht, è cresciuto ad Amsterdam, figlio, con altre tre sorelle, di una coppia di attori drammatici. Sulle orme del nonno, capitano di lungo corso, a 15 anni lasciò la famiglia per imbarcarsi su una nave mercantile. Costretto a tornare sulla terraferma a causa del daltonismo da cui fu affetto, svolse lavori saltuari di elettricista e carpentiere, mentre frequentava le scuole serali di recitazione.
Nuovamente interruppe le scuole per intraprendere per un breve periodo la carriera militare in marina, ma in breve si trasferì in Svizzera, dove cominciò a lavorare come guida alpina e, in seguito, come macchinista in un teatro di Basilea. Tornato ad Amsterdam, ottenne il diploma di arte drammatica nel 1967. Dal 1968 è legato a Ineke Ten Kate, che sposa nel 1985. Da un precedente matrimonio ha avuto una figlia, l’attrice Aysha Hauer (1966), che lo ha reso nonno nel 1987 di Leandro Maeder, modello.
Hauer svolge attività a favore dell’ambiente e nel sociale. Nel 1994 si batté per la liberazione del cofondatore di Greenpeace Paul Watson (successivamente fondatore di Sea Shepherd Conservation Society), arrestato con l’accusa di avere causato l’affondamento di una nave baleniera. Ha costituito una fondazione, la Rutger Hauer Starfish Association per la ricerca sull’AIDS e l’aiuto dei malati nel mondo. Nel 2007 ha pubblicato un’autobiografia, All Those Moments: Stories of Heroes, Villains, Replicants, and Blade Runners, scritta con Patrick Quinlan.  Durante gli anni ’60 si unì a un gruppo di recitazione sperimentale con il quale rimase per cinque anni, fino a quando nel 1969 ottenne un buon ruolo come cavaliere in Floris, una serie televisiva olandese ambientata nel medioevo, sulla scorta di Ivanhoe. La sua carriera ebbe una svolta quando il regista Paul Verhoeven gli offrì un ruolo da protagonista nei film Fiore di carne (Turkish Delight, basato su un libro di Jan Wolkers) nel 1973 e Kitty Tippel… quelle notti passate sulla strada (Keetje Tippel) nel 1974. La nuova star fu invitata al suo debutto in lingua inglese con Il seme dell’odio (The Wilby Conspiracy) nel 1975. Il film, ambientato in Sudafrica con Michael Caine e Sidney Poitier come protagonisti, è un dramma sulla vicenda dell’apartheid. Il ruolo di Hauer fu di supporto, ma sufficientemente impegnativo da metterlo in evidenza agli occhi di Hollywood. Successivamente partecipò a diverse produzioni in Europa, tra cui Femme entre chien et loup e Soldato d’Orange (Soldaat van Oranje), del 1979. Questi due film portarono Hauer al livello dell’attore olandese di fama internazionale Jeroen Krabbé. Hauer fece il suo debutto a Hollywood nel film “I falchi della notte” (Nighthawks) del 1981, al fianco di Sylvester Stallone. Chiamato da Ridley Scott a interpretare il replicante Roy Batty in “Blade Runner” (1982), film di culto, pronunciò anche il famoso monologo Io ne ho viste cose che voi umani…, destinato a rimanere impresso nell’immaginario collettivo. Passò poi al filone avventuroso, dapprima corteggiando Theresa Russell nel film di scarso successo Eureka (1983) e quindi nel film romantico/fantastico Ladyhawke (1985) con Michelle Pfeiffer. I suoi personaggi continuavano a impressionare il pubblico, specialmente in “The Hitcher – La lunga strada della paura” dove interpreta un killer misterioso deciso a uccidere un automobilista (interpretato da C. Thomas Howell) e chiunque si metta sulla sua strada. Fu candidato al ruolo di protagonista in RoboCop, del suo amico Paul Verhoeven, e fu proposto per “Intervista col vampiro”. Il regista Ermanno Olmi nel film “La leggenda del santo bevitore” (1989) ha evidenziato l’aspetto più delicato, mistico e spirituale della personalità di Hauer. Egli interpreta la parte di un vagabondo alcolizzato parigino che spira in una chiesa, mentre paga il suo debito con Dio. Nacque in quell’occasione un’amicizia con Olmi che durò fino alla scomparsa di quest’ultimo. Le qualità spirituali di Rutger furono impiegate anche se con minore successo da Phillip Noyce in Furia cieca (1989). Dopo questo periodo egli ritornò alla fantascienza con Giochi di morte (1990), dove interpreta il ruolo di un campione di lotta in un violento gioco praticato in un’epoca successiva a un’apocalisse mondiale. Con Joan Chen, presente in questo film, interpreta altri due film, “Sotto massima sorveglianza” (1991) e 2049 – L’ultima frontiera (1996). A partire dagli anni 1990 Hauer apparve in pubblicità televisive e partecipò a diversi film a basso budget. Tra questi è Detective Stone (1992), in cui in una Londra inquinata e allagata a causa del riscaldamento globale, un investigatore dà la caccia a un serial killer. Sempre sulla scia dei b-movie c’è Omega Doom (1996), in cui Hauer interpreta nuovamente un androide. In questo periodo comparve anche nel video musicale On a Night Like This di Kylie Minogue. Nel 1998 vestì i panni del tiranno Vortigern in Merlino, miniserie televisiva prodotta e diretta da Steve Barron. Nei primi anni 2000 Rutger è apparso in parti minori di film importanti, come Confessioni di una mente pericolosa nel 2003, Sin City e Batman Begins nel 2005. Ha un ruolo nel film Il villaggio di cartone dell’amico Ermanno Olmi e nel visionario film di Lech Majewski I colori della passione in cui interpreta il ruolo di Pieter Bruegel il Vecchio. Il 4 novembre 2016, al Trieste Science+Fiction Festival ha ricevuto il premio Urania d’Argento alla carriera. L’anno seguente ha partecipato come doppiatore nella realizzazione del videogioco Observer.
Redazione
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