venerdì, Marzo 29, 2024

Mario Draghi ribadisce il suo no per l’Fmi e avverte: “In Europa crescita debole”

La crescita globale più debole e il commercio globale rallentato dal protezionismo “stanno ancora pesando sull’economia dell’Eurozona”, ha detto il Presidente della Bce Mario Draghi, soffermandosi sulla “prolungata incertezza dovuta a fattori geopolitici, al nascente protezionismo e alle vulnerabilità delle economie emergenti”. “Le prospettive stanno peggiorando sempre di più – ha aggiunto in un altro passaggio – per il settore manifatturiero, nei Paesi dove questo settore è importante. Lo ha detto il Presidente della Bce Mario Draghi spiegando le ragioni dietro le misure preannunciate oggi. Draghi ha detto che i rischi per le previsioni di crescita e inflazione sono al ribasso e che “la possibilità di una ‘hard Brexit’ è un altro attore da tenere in considerazione”. “Non accettiamo – ha detto ancora – un tasso d’inflazione permanentemente così basso, e il punto chiave è che abbiamo la stessa determinazione sia che sia più alta (del 2%, ndr) sia più bassa”. Il presidente si è detto indisponibile per l’Fmi. “Non per me – ha evidenziato – non credo proprio, non sono disponibile. Mi fa piacere ma il problema non si pone”.  “Se continuasse questo peggioramento economico nell’Eurozona – ha detto ancora Draghi – il ruolo della politica di bilancio diventerebbe essenziale”. Il presidente della Bce ha notato che il settore manifatturiero in Germania e in Italia sta soffrendo uno “shock idiosincratico”. La Banca centrale europea intanto apre a una ripresa del quantitative easing. La Bce – si legge in una nota – “è determinata ad agire se le prospettive d’inflazione nel medio termine continuano ad essere inferiori al suo obiettivo”. Il consiglio direttivo “ha dato mandato ai relativi comitati dell’Eurosistema di esaminare le opzioni, fra cui “le dimensioni e la composizione di nuovi acquisti di titoli”. Lo spread tra Btp e Bund scende a 179 punti col rendimento del decennale italiano che si attesta all’1,379% dopo che dal consiglio direttivo della Bce è arrivato un mandato tecnico per studiare ripresa Qe per poi tornare di nuovo a quota 189 punti. Oscillano anche le Borse. Dopo una prima fase di rialzi, i mercati hanno virato in negativo sui timori per le previsioni negative sul settore manufatturiero e i rischi del protezionismo. La Bce – ha annunciato – lascerà i tassi invariati ai livelli attuali (il tasso principale è 0%, quello sui prestiti marginali allo 0,25% e quello sui depositi a -0,40%) o inferiori fino “almeno alla prima metà del 2020 e comunque per tutto il periodo di tempo necessario” per far risalire l’inflazione.
Redazione
Redazione
La nostra linea editoriale è fatta di format innovativi con contenuti che spaziano dalla politica allo sport, dalla medicina allo spettacolo.

Articoli correlati

Ultimi articoli