venerdì, Aprile 26, 2024

L’ombra di imprenditori locali dietro il nuovo consorzio a Cerenova?

Giovedì 22 agosto scorso presso la sede del Comitato c’è stato un incontro ristretto tra alcuni membri del Consiglio Direttivo del CdZ e alcuni promotori del nuovo “consorzio cerenova”. L’incontro era stato richiesto da questi ultimi per illustrare le ragioni della proposta del nuovo consorzio, mirato a gestire i servizi pubblici non adeguatamente forniti dal Comune. Si è preso atto della dichiarata volontà dei promotori di puntare a migliorare tali servizi e la qualità della vita, con costi minimi ed estesi a tutta Marina di Cerveteri ed a riguardo hanno citato l’esperienza del Consorzio Marina di San Nicola. La risposta del Comitato di Zona non si è fatta attendere ed ha puntato sul ricordo della triste esperienza del vecchio “consorzio cerenova” e del come e perché fu sciolto 25 ani fa, con le vicissitudini dei consorziati per liberarsi di quel cappio al collo e delle relative imposizioni, con azioni giudiziarie divise tra il tribunale di Civitavecchia e quello di Roma p.le Clodio. E’ stato evidenziato che oggi, dopo decenni di degrado, abbandono e mala gestione pubblica, i servizi pubblici a Cerenova sono ormai obsoleti e, privi di una vera manutenzione o ammodernamento, sono man mano degradati ed ammalorati.  Un consorzio privato che dovesse quindi assumersi l’onere di gestire tali servizi si troverebbe probabilmente a sopportare costi enormi, al momento non commisurabili e imponderabili e ovviamente da scaricare sulla pelle e sulle tasche dei “consorziati”. Sul paragone tra Cerenova e Marina di S.Nicola, sembra uno specchietto per le allodole perché si sono ignorate le enormi differenze che sussistono tra le due comunità, sia di ordine sociale, sia economico e sia urbanistico, nonché il fatto che il Comune di Ladispoli copre quasi la metà delle spese di loro Consorzio. Una gestione attenta e continua nel tempo ha assicurato l’efficienza degli impianti e servizi, impedendo che si ammalorassero (come avvenuto invece a Cerenova dove, ad esempio, con l’avvento della Multiservizi si è lasciata vuota la rete irrigua per 7 mesi l’anno, stimolando la probabile la corrosione delle tubazioni in ferro). Un paragone improponibile tra Marina di San Nicola e Marina di Cerveteri anche dal punto di vista sociale, dove qui la popolazione è in media di fascia di reddito più bassa e con grosse difficoltà a pagare persino le quote condominiali (basta vedere i contenziosi a riguardo), figuriamo se si dovessero aggiungere anche i costi consortili. Da considerare inoltre che a Cerenova i servizi pubblici sono carenti o in condizioni pessime, rete stradale colabrodo, molte aree verdi semi abbandonate, zone disastrate ad uso pubblico, viabilità pedonale terribile e senza marciapiedi, rete di illuminazione funzionante a macchia di leopardo (con luce mortaccina, tipica di un cimitero e con ammodernamento sospeso nel 2005). Merita un discorso a parte la “stima” presentata dai promotori sulle quote consortili, minimizzate alla cifra di 18 euro al mese e senza prevedere, per loro ammissione, interventi radicali (quando i servizi così ammalorati lo richiederebbero). Tale quota è stata calcolata su una base di 9 mila unità abitative aderenti (pia illusione), compreso Campo di Mare dove invece i servizi sono del proprietario del comprensorio.  Per alimentare il nuovo consorzio, definito “carrozzone”, ci vorrà una sede fissa con uffici e annessi, segreteria con addetti, presidente, due vice, decina di consiglieri, consulenti tecnici e legali, progettisti, geometri, impiegati, operai, mezzi, logistica e magazzini.    Analisi che, a parere del Cdz, fa considerare la quota consortile stimata non credibile e “sui generis”, basata solo su dati opinabili, numeri non suffragati da dati certi ed incontrovertibili. In sostanza una cambiale in bianco, come definita da alcuni, con il rischio di altro cappio al collo. Sui promotori del nuovo consorzio, il Comitato di zona, oltre l’ipotesi della presenza di membri del vecchio consorzio, ha sottolineato il sospetto, girato sui social, di alcuni imprenditori ceretani, già pronti ed ansiosi di spartirsi la torta per “gestire” questi servizi a spese dei cittadini di Cerenova. L’incontro, svolto in un clima di correttezza e rispetto, ha evidenziato la grande distanza tra le due parti. Il Comitato di zona, ricordando che l’adesione a questo nuovo “consorzio” potrà essere solo su base volontaria, ha ribadito la volontà di tanti cittadini di lottare contro tale carrozzone e la privatizzazione strisciante dei servizi pubblici già dovuti dal Comune. Abbiamo già dato.

E.M.

Redazione
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