giovedì, Marzo 28, 2024

Il governo di Giuseppe Conte ha giurato al Quirinale. Il prossimo passo la fiducia alla Camera e al Senato

Il governo Conte ha giurato al Quirinale, nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: è dunque nella pienezza dei poteri. Al termine del giuramento, Mattarella e Conte hanno lasciato il tavolo e hanno raggiunto i ministri, per la foto di rito.
Conte ha giurato per primo e ha firmato con la propria penna, che ha estratto dal taschino della giacca, e non utilizzando quella a disposizione sul tavolo. Conte, e come lui tutti i ministri, ha pronunciato la formula del giuramento, che è: “Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione”. Il primo ministro a giurare è il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà. A seguire stanno giurando tutti gli altri. Alfonso Bonafede, confermato titolare della Giustizia, giura da ministro con la mano sul cuore davanti al presidente della Repubblica. “Faremo l’Autonomia, rispettando la Costituzione. Ci sono già punti di incontro con il presidente Conte”. Lo ha affermato il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, entrando al Quirinale per il giuramento. “E’ un giorno importante per il Paese e mi auguro che oggi – ha detto – si percepisca che c’è bisogno di una svolta per il nostro Paese”. “Forti di un programma che guarda al futuro dedicheremo le nostre migliori energie, le nostre competenze, la nostra passione a rendere l’Italia migliore nell’interesse di tutti i cittadini”, spiega il presidente del Consiglio in pectore, soddisfatto per l’arrivo in pista del suo “esecutivo-bis”, questa volta targato M5s-Pd. “C’e’ una maggioranza parlamentare e si e’ formato un governo. La parola compete al Parlamento e al governo che nei prossimi giorni si presentera’ alle Camere per chiedere la fiducia e presentare il programma”, commenta il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Gli ultimi tasselli vengono definiti pochi minuti prima dello scioglimento della riserva, con la scelta del sottosegretario alla presidenza del Consiglio: entra così a Palazzo Chigi il pentastellato Riccardo Fraccaro nel ruolo ricoperto fino ad oggi dal leghista Giancarlo Giorgetti. Il premier e i 21 ministri (14 uomini e 7 donne, 10 M5S, 9 Pd, 1 di Leu, un tecnico) giureranno al Quirinale, poi si terrà la prima riunione dell’esecutivo. Nei prossimi giorni verranno nominati tutti gli altri sottosegretari e i viceministri. Lunedì sarà votata la fiducia alla Camera, martedì al Senato. All’inizio della prossima settimana si potrà quindi dire definitivamente chiusa la crisi ferragostana aperta da Matteo Salvini. Leader della lega che attacca a testa bassa la nuova compagine: “Un governo nato tra Parigi e Berlino e dalla paura di mollare la poltrona, senza dignità e senza ideali, con persone sbagliate al posto sbagliato. Lavoriamo come e più di prima, non potranno scappare dal giudizio degli italiani troppo a lungo: siamo pronti, il tempo è galantuomo, alla fine vinceremo noi”.
Redazione
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