giovedì, Aprile 25, 2024

Il caso Armando Siri alla giunta delle immunità parlamentari: “Non ho nulla da nascondere”

“Io non ho niente da nascondere nei miei computer”. Lo afferma Armando Siri, senatore leghista, già sottosegretario ai Trasporti nel precedente governo, accusato di corruzione per il caso Arata-Nicastri. In Senato, la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari discute la domanda di autorizzazione a eseguire un sequestro nei suoi confronti, relativamente ai suoi pc, nell’ambito del procedimento penale che lo vede indagato presso il Tribunale di Milano. “La Giunta – sottolinea il leghista – deve discutere sulle prerogative costituzionali, non entra quindi nel merito”. E poi aggiunge: “Non so cosa si aspettano i magistrati, bisogna chiedere loro, io mi aspetto che tutto venga chiarito ovviamente, ho fiducia”. Quanto al nuovo governo M5s-Pd “non posso ovviamente dire che mi piace, vediamo cosa succederà, di sicuro è un governo che non ha la fiducia dei cittadini” spiega l’ideologo della flat tax, che aggiunge: “le elezioni sono una richiesta non solo della piazza, ma anche delle categorie imprenditoriali, del mondo del lavoro, delle imprese”. “Invece – sottolinea – abbiamo assistito a meccanismi che pensavamo appartenessero al passato” perché “un governo di questo tipo era uno scenario che non pensavamo così concreto, perché noi pensavamo a una stagione nuova della politica”. Siri difende la scelta di Salvini di togliere l’appoggio al governo con i Cinque Stelle: “Leggo solo sui giornali che ci sono dubbi sulla scelta di Matteo di staccare la spina, anzi, devo dire che tutti i leghisti gli hanno chiesto di chiudere”. “C’era un disagio – spiega – che poi si è trasformato in una difficoltà oggettiva, e a quel punto uno deve trarne le conseguenze”.
Redazione
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