giovedì, Aprile 25, 2024

Inchiesta “Why Not”, la Corte di Cassazione assolve i magistrati Murone e Favi

Annullata senza rinvio dalla sesta sezione penale della Corte di Cassazione la sentenza della Corte d’Appello di Salerno che aveva dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione per i reati di abuso d’ufficio contestati all’ex procuratore aggiunto di Catanzaro, Salvatore Murone (difeso da Mario Murone), e all’avvocato generale Dolcino Favi (difeso da Francesco Favi), i quali avevano adottato provvedimenti atti a sollevare dalle indagini ‘Why Not’ e ‘Poseidone’ l’ex pm Luigi De Magistris, adesso sindaco di Napoli. L’annullamento senza rinvio comporta la piena efficacia della sentenza di primo grado del Tribunale di Salerno che aveva assolto i magistrati catanzaresi legittimando i provvedimenti adottati. La sentenza mette fine a un procedimento iniziato nel 2008 con le perquisizioni e i sequestri effettuati negli uffici giudiziari di Catanzaro. A dirimere quello che venne definito lo scontro tra Procure (quella di Salerno e quella di Catanzaro) dovette intervenire l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il procedimento che si è concluso oggi ha avuto inizio nel 2007 a seguito di numerose denunce presentate da De Magistris il quale sosteneva che gli fossero state illegittimamente sottratte le indagini. “Leggo dichiarazioni molto affrettate da parte degli imputati senza ancora leggere la motivazione. Però ci sono alcune cose chiare dalle quali non si può scappare: il fatto storico è ricostruito in via definitiva”, dichiara de Magistris commentando la sentenza. “La Cassazione – aggiunge de Magistris – non può entrare nel fatto. La sentenza della Corte d’Appello di Salerno in cui si parla di condotte, seppur prescritte, di abuso d’ufficio, quindi di sottrazioni illecite delle inchieste Why not e Poseidone, al fine di danneggiarmi e avvantaggiare gli indagati, è un fatto storico acclarato e la storia non può essere cambiata, qualunque sia la motivazione della Corte di Cassazione”. Murone – Salvatore Murone, ex procuratore aggiunto di Catanzaro, trattiene a stento l’emozione dopo la sentenza. “La Cassazione ha finalmente e definitivamente chiuso a mio favore la vicenda Why Not – dice – Tutte le mistificazioni, le bugie, le cattiverie sono finite, l’assoluzione del primo grado è stata ribadita ieri a dimostrazione che le vicende successe al signor de Magistris non sono il frutto di congiure e complotti, di poteri forti e livelli superiori, ma solo il suo modo di fare il pubblico ministero già stigmatizzato dai provvedimenti di carriera che lo hanno colpito, portandolo fuori dalla magistratura”.
Murone è un fiume in piena. “La sentenza della Cassazione è un risarcimento per l’indegna campagna mediatica nei miei confronti e nei confronti dei miei coimputati, tutti assolti – continua Murone  – E’ una vicenda lontana nel tempo, che non tutti ricordano ma che a mio avviso segnò uno dei punti più bassi della vostra categoria, quella dei giornalisti, tutti schierati indistintamente a favore delle tesi di De Magistris. Venimmo linciati per mesi in tv e sui giornali, venimmo additati come la peggiore espressione della magistratura, non riuscimmo, tranne rarissime eccezioni, a rispondere ad una macelleria mediatica (prima ancora che giudiziaria) che ha distrutto la nostra onorabilità, le nostre carriere, le nostre famiglie. Sono comprovati dai fatti e dagli atti i rapporti di de Magistris con i giornalisti, centinaia sono state le fughe di notizie su cui nessuno a mai fatto luce, e se non è stato l’ex pm ancora mi chiedo chi fu a violare continuamente il segreto istruttorio”.
“Abbiamo peccato in un eccesso di fiducia nei confronti dello Stato, abbiamo sottovalutato l’effetto de Magistris. Ci sono voluti dodici anni per fare giustizia, una giustizia in cui ho sempre creduto anche se vedendo certi comportamenti, pure di certi colleghi, ho tentennato”. Un giudizio su de Magistris Murone non vuole darlo: “Come uomo preferisco non esprimermi, non mi interessa – conclude – Come pubblico ministero parla la sua attività di pm stigmatizzata dalla stessa magistratura. Perfino colleghi magistrati chiamati a testimoniare al dibattimento lo hanno smentito, che vi devo dire di più? Quel che è certo è finché campo perseguiterò per danni chiunque ci ha fatto del male mentendo e delegittimandoci”. Murone è stanco ma ci tiene a dire un’ultima cosa: “Quel che è successo dodici anni fa doveva essere da monito per la magistratura, credo che quell’esperienza abbia segnato un punto di non ritorno. Dodici anni dopo noi siamo stati assolti, tante inchieste eclatanti sono finite nel nulla, tanta gente ha sofferto inutilmente e il signor de Magistris non indossa più la toga bensì la fascia tricolore da sindaco di Napoli”.
Redazione
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