giovedì, Aprile 25, 2024

Scuola, Berlinguer alla Melone

“Presso il teatro “Marco Vannini” di Ladispoli, la nostra scuola, l’I.C. “Corrado Melone”, ha inaugurato l’anno scolastico ed il progetto relativo agli incontri con gli esperti con un ospite di eccezione, l’ex Ministro della Pubblica Istruzione, il docente universitario di giurisprudenza, il prof. Luigi Berlinguer. Appena Luigi Berlinguer è entrato in aula lo abbiamo subito accolto alzandoci in piedi ed i nostri compagni di terza secondaria a tempo pieno hanno eseguito gli inni europeo e italiano, cantando prima (anche in tedesco, lingua originaria del poeta Johann Christoph Friedrich von Schiller), l’Inno alla Gioia di Beethoven e in seguito “Fratelli d’Italia”, affiancati dai ragazzi della 2F e dall’intera sala. Berlinguer, dopo la nostra accoglienza, si è complimentato con il Preside dicendo che era molto bello che la scuola organizzasse incontri simili e che facesse cantare e suonare gli alunni. Infatti ci ha spiegato che a scuola, secondo la visione di un tempo, ci si andava unicamente per imparare a leggere, a scrivere e a contare. “Il passato ha una mancanza” ha detto Berlinguer: lo studio di una lingua che tutti comprendono, la musica. Egli sostiene che sia molto importante studiare musica, suonare e cantare, perché il canto ti aiuta a superare molte difficoltà, infatti c’è un modo di dire che recita proprio: “Canta che ti passa”. Ma è sbagliato iniziare con la teoria o il solfeggio, di cui inizialmente si potrebbe non comprenderne l’importanza. La cosa migliore sarebbe iniziare subito a “strimpellare” per rendersi conto di quanto sia bello saper suonare. Il resto verrà da sé perché si vorrà sempre più approfondire e coltivare la passione di fare musica sempre meglio e lo studio tecnico diverrà una necessità riconosciuta. La musica è teoria e pratica, è logica e razionalità, ma anche e soprattutto sentimento. È un linguaggio universale che tutti possono comprendere. Persino i bambini che non sanno ancora parlare, con la loro lallazione, in realtà cantano. In effetti è così: la musica si fa insieme, si suona in gruppo, ciascuno con il proprio strumento e la propria personalità che non confligge con gli altri, ma li incontra, li accoglie e li include. Berlinguer ha aggiunto che senza musica la società non sarebbe né democratica né libera. Devo dire che questa affermazione mi ha colpito molto e mi è rimasta dentro. In effetti il prof. Berlinguer è una persona da ammirare ed io stessa ne sono rimasta ammaliata. Nonostante la sua età, ha parlato per tanto tempo, ma in modo semplice e, a tratti, anche divertente, coinvolgendo tutte le classi che lo hanno ascoltato in silenzio, molti prendendo appunti delle sua parole. Il ministro ha quindi illustrato come, nel corso del tempo, si sia arricchita la cultura, usando come esempio l’introduzione della musica e dell’arte a scuola. Ha spiegato anche che studiare e acculturarsi può sembrare molto faticoso, ma poi, in futuro, tornerà senz’altro utile. Ha inoltre ha ribadito ed illustrato la sua opinione riguardo l’idea diffusa, ma assolutamente sbagliata, della scuola vissuta come ‘’purga’’, dove invece ci si dovrebbe divertire studiando, e ha spiegato che per raggiungere questo risultato serve l’aiuto degli studenti e l’opera degli organi statali dell’istruzione, così da avere questo cambiamento radicale. Il professor Berlinguer ha esposto il semplice concetto che la cultura non è e non dovrebbe essere mai un ‘’peso’’. Ci ha detto una cosa che mi ha fatto riflettere, ovvero il concetto che “studiare sia noioso perché è faticoso” è solo un’idea sbagliata che si ha. “Pensateci bene – ha detto a noi ragazzi – anche andare fuori e giocare a pallone è faticoso ma, comunque, è divertente. Tutte le cose belle hanno anche bisogno di fatica”. Secondo il nostro illustre ospite, studiare è certamente faticoso, ma deve divertire, in questo modo si faticherà volentieri, come volentieri si gioca a pallone. Occorre comprendere il bello del conoscere, stimolare la propria curiosità, in seguito si faticherà volentieri e con piacere per il desiderio di conoscere sempre più. Nella scuola, quindi, ci devono essere degli aspetti e degli elementi che attraggano gli alunni per consentire di imparare divertendosi, esattamente come è preferibile suonare uno strumento prima e poi imparare il solfeggio e la teoria per fare meglio, così ci si diverte e si impara. Anche le cose divertenti sono cultura. Anche la cultura può essere divertente ed appassionante. In ogni caso senza emotività e senza affettività non c’è studio, non c’è scuola, non c’è cultura. Non si coltiva la cultura senza emozioni e passione. Nella seconda parte dell’incontro noi alunni abbiamo posto alcune domande, anche personali, al nostro ospite Luigi Berlinguer, il quale ha puntualmente risposto con slancio e passione. Una delle domande era di carattere biografico e recitava così: “Quali professioni ha svolto?” Berlinguer ha risposto che nella sua vita è stato professore, ricercatore, sindaco, rettore dell’Università. Ha percorso, dunque, due tipi di carriere, quasi “due vite diverse e parallele”: la carriera politica e la carriera da docente universitario da cui ha avuto grandi soddisfazioni. Luigi Berlinguer, inoltre, ci ha detto che per diventare qualcuno bisogna produrre delle novità di conoscenza. Per diventare un accademico ha infatti intrapreso la ricerca scientifica. Parlando della sua esperienza da ministro, nel corso della sua attività di governo “ha introdotto nel campo dell’istruzione e della ricerca innovazioni profonde, tutte all’insegna dell’adeguamento alle esigenze nuove di una società in rapida trasformazione, sempre più integrata nella cornice europea e mondiale e segnata dall’economia della conoscenza”, ci ha reso poi partecipi della sua scontentezza sull’attuale situazione politica e, in seguito ha raccontato alcune sue esperienze personali. Fra i premi più belli che ha ricevuto nella sua vita ha citato il giorno in cui il Presidente del Consiglio dei Ministri, il prof. Romano Prodi, lo chiamò alle undici di sera per annunciargli la sua nomina a ministro della Repubblica. Un’altra domanda che ha interessato molto tutta la platea degli studenti è stata: “Cosa ne pensa della scuola italiana?”. Berlinguer ha risposto sottolineando che la scuola italiana ha una mancanza in quanto non sempre educa alla creatività, alla passione e all’emozione. La scuola è importante, è fondamentale per la vita sociale e culturale di un Paese, ma dovrebbe mettere insieme la logica con l’emotività e la creatività. Alla questione: “Cosa eliminerebbe dalla scuola?” il nostro ospite ha risposto, un po’ a sorpresa, che non toglierebbe nulla ma anzi aggiungerebbe! Il coinvolgente incontro con Luigi Berlinguer si è chiuso con un’espressione che mi ha fatto riflettere, ovvero: “Ragazzi, ricordate che c’è gente che nasce vecchia e chi non invecchia mai”. Ed è proprio vero perché ci sono persone che appaiono stanche, pigre, non si impegnano e persone che hanno voglia di conoscere, di scoprire, di esserci sempre, proprio come il nostro nonno prof. Luigi Berlinguer. Alla fine dell’incontro, noi ragazzi abbiamo avuto un’ulteriore occasione di riflessione offertaci da un libro di recente pubblicazione; l’ex ministro è stato intervistato e da questa intervista è stato realizzato un volume, pubblicato con un titolo poetico e misterioso allo stesso tempo: “Vorrei una scuola con i suoni del mare”. Durante l’incontro più volte il prof. Berlinguer ha ricordato la sua infanzia e la sua amata Sardegna, le estati trascorse al mare a Stintino … da quelle esperienze e da quelle emozioni, a contatto con il mare, ecco l’idea di bellezza e di piacevolezza che egli vorrebbe ci fosse anche a scuola, che ci fosse nell’apprendimento. Personalmente ho trovato questo incontro molto interessante e coinvolgente perché Berlinguer ha parlato di noi, del nostro mondo, delle nostre passioni. Spero proprio che torni ancora a parlare con noi e che presto faremo altri incontri stimolanti e significativi come questo!
Linda De Angelis 3M e Paolo Santirosi 1I

Redazione
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