sabato, Aprile 27, 2024

Il bicchiere di ‘vino da bere giovane’

 

 

Domenica 10 novembre il Cantinone aprirà le porte per l’attesa ‘Festa del Novello’

Il bicchieredi ‘vino da bere giovane’

La tradizione vuole che l’apertura delle botti si festeggi a S. Martino l’11 novembre giorno in cui i contadini chiudono fanno il bilancio di un anno di lavoro.

 

di Alberto Sava

 

Nel prossimo week end le cantine del territorio apriranno le loro porte ai consumatori per festeggiare il novello 2019, che arriva sulle tavole dei ceretani. A Cerveteri ègià tutto pronto per la ‘Festa del Novello’. L’appuntamento con la tradizionale festa sulla presentazione e degustazione  del vino nuovo è per il 10 novembre, dalle 10.00 alle 15.30, alla Cantina Cerveteri sulla via Aurelia al km 42,700,tra bicchieri di rossi, bianchi, rosè e cartocci di caldarroste per tutti. Nel resto della penisola, si calcola che il vino novello Made in Italy arriva sulle tavole degli italiani con circa 2 milioni di bottiglie. Il “déblocage” in Italia –sottolinea la Coldiretti -è stato anticipato di tre settimane rispetto al concorrente Beaujolais nouveau francese che si potrà invece assaggiare solo a partire dal terzo giovedì del mese di novembre e quindi quest’anno il 21 di novembre. Il vino novello – continua la Coldiretti – viene consumato soprattutto in abbinamento con i prodotti autunnali come le caldarroste che quest’anno – spiega la Coldiretti – fanno registrare un raccolto in calo del 30% rispetto allo scorso anno a causa dell’andamento climatico avverso e dell’attacco degli insetti alieni, per una produzione nazionale inferiore ai 25 milioni di chilogrammi secondo la Coldiretti. Leggero e con bouquet aromatico il “vino da bere giovane” deve le sue caratteristiche al metodo di vinificazione utilizzato messo a punto dal ricercatore francese Flanzy ed è fondato sulla fermentazione carbonica di grappoli integri di uve che vengono poi spremute a distanza di una decina di giorni per un vino delicato che di solito si attesta sugli 11 gradi ma che può raggiungere anche i 12. La produzione del vino novello in Italia – spiega la Coldiretti – è iniziata verso la metà degli anni ’70, dopo che in Francia, considerata la madre dei novelli, i vignaioli francesi della zona di produzione del Beaoujolais, per superare una stasi di mercato, misero sul mercato il Beaoujolais nouveau, per rivalorizzare il loro vino prodotto con uve Gamay meno pregiate della Borgogna meridionale. Il vino novello Made in Italy basato invece su uve Dop e Igp ha quindi registrato lungo la Penisola una rapida espansione toccando il picco di 17 milioni di bottiglie dieci anni fa per poi scendere progressivamente sino ai circa 2 milioni attuali. All’origine del calo di produzione – rileva la Coldiretti – c’è una serie di fattori, a partire dalla limitata conservabilità, che ne consiglia il consumo nell’arco dei prossimi 6 mesi fino alla tecnica di produzione, la macerazione carbonica, che è più costosa di circa il 20 % rispetto a quelle tradizionali. Ma soprattutto – spiega la Coldiretti – gli stessi vitigni che negli anni passati rappresentavano la base del novello vengono oggi spesso utilizzati per produrre vini ugualmente giovani, ideali per gli aperitivi, ma che non presentano problemi di durata. La tradizione vuole che l’apertura del vino novello -conclude la Coldiretti- si festeggi a San Martino l’11 novembre giorno in cui da sempre i contadini chiudono e fanno il bilancio di un anno di lavoro.

Redazione
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