sabato, Aprile 27, 2024

Università di Pisa, ecco il “super basilico” coltivato in mare: contiene più antiossidanti

Il basilico che cresce in fondo al mare nelle biosfere a largo delle coste liguri è più verde, aromatico e ricco di sostanze antiossidanti rispetto a quello che cresce sulla terraferma. Lo assicurano i ricercatori dell’Università di Pisa, partner del progetto ‘l’Orto di Nemo’, un progetto partito nel 2012 e promosso da Mestel Safety del gruppo Ocean Reef, società che si occupa di strumentazioni subacquee, con l’obiettivo di realizzare un sistema alternativo di agricoltura per aree in cui le condizioni economiche o ambientali rendono difficile la crescita di specie vegetali a livello del suolo. Il ‘superbasilico’ prodotto davanti alle coste liguri è stato coltivato in biosfere di metacrilato di alcuni metri di diametro immerse nel mare tra i 6 e i 10 metri di profondità di fronte a Noli. Queste serre sottomarine sono come delle mongolfiere trasparenti dove possono crescere, su mensole posizionate all’interno, dalle 65 alle 95 piantine. Riempite di aria, che essendo più leggera si posiziona nella parte superiore spingendo l’acqua sotto, sono strutture ecologiche che non inquinano e non danneggiano il mare, ed autosostenibili. Si alimentano infatti con energia rinnovabile e per quanto riguarda l’irrigazione utilizzano che l’acqua marina che distilla dalle pareti e gocciola sulle piante. “Un ecosistema così diverso da quello terrestre per pressione, luce e umidità influenza la crescita delle piante, ma anche la loro composizione in termini di metaboliti primari e secondari – ha detto la professoressa Luisa Pistelli del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa – il nostro lavoro è stato quello di valutare la risposta delle piante a queste nuove condizioni ambientali da tre punti di vista, fisiologico, chimico e morfologico”. Dalla analisi è quindi emerso che il basilico cresciuto nelle biosfere è più ricco di sostanze antiossidanti (polifenoli) e di pigmenti fotosintetici (clorofille e carotenoidi) per catturare meglio la minor luce che riceve rispetto a quella terrestre. E’ inoltre più ricco di metil eugenolo, l’aroma volatile caratteristico del basilico genovese, rispetto a quello tradizionale che cresce sulla terraferma. Dal punto di vista dell’aspetto non sono emerse differenze morfologiche al microscopio a scansione.
Redazione
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