sabato, Aprile 27, 2024

Taranto, presidio di mezzi pesanti schierati davanti la portineria di Arcer Mittal. Le aziende dell’indotto: Vogliamo essere pagati

Diversi mezzi pesanti si sono già schierati davanti alle portineria dello stabilimento siderurgico ex Ilva di Taranto in segno di protesta per i crediti vantati in generale dalle aziende dell’indotto (non sono dagli autotrasportatori) nei confronti dei gestori di ArcelorMittal. Secondo quanto si apprende al presidio sono arrivati e arriveranno anche da fuori regione. Sul posto sono arrivati il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e il presidente della Confindustria Taranto Antonio Marinaro. “Bisogna rimettere immediatamente lo scudo penale, perché senza quello non c’è commissario né privato che venga a firmare alcunché”. Così il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia rispondendo ai giornalisti a Bologna. “Se il governo non rimette lo scudo chiunque non va a firmare nulla, perché se per investire nel Paese deve essere arrestato…”, ha aggiunto Boccia. “Il governo rimetta lo scudo, convochi l’azienda e apra un confronto serrato a tutto campo nella salvaguardia dell’azienda e dell’occupazione”.  “Tutte le scelte che verranno fatte su Ilva derivano dal fatto che Mittal si risieda al tavolo. Qui stiamo parlando di una multinazionale che se ne va. Noi speriamo ci possa essere un incontro a Palazzo Chigi”. È la posizione del capo politico del movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio, intervenuto a un incontro con gli attivisti di Acerra (Napoli), Quanto all’ ipotesi di un ingresso di Cdp nell’azienda con l’intervento dello Stato Di Maio ha glissato: “Vedremo”. Se domani ArcelorMittal non salderà le fatture alle ditte dell’indotto-appalto o non ci saranno garanzie in tal senso, le stesse imprese potrebbero ritirare gli operai dai cantieri. E’ quanto paventano i sindacati dopo aver appreso da alcuni imprenditori della volontà di “mettere in liberà i dipendenti” a causa del mancato pagamento delle fatture da parte della multinazionale franco-indiana che vuole lasciare Taranto. Le imprese hanno maturato un credito complessivo intorno ai 60 milioni. E gli autotrasportatori tarantini non escludono di bloccare le portinerie d’ingresso ed uscita merci dello stabilimento siderurgico se ArcelorMittal non salderà a breve le fatture di trasporti effettuati da agosto a oggi. Lo si apprende da fonti sindacali. Le imprese hanno già proclamato lo stato di agitazione della categoria, mettendo in mora l’azienda.  Domani, in occasione del presidio delle aziende dell’indotto che si terrà a partire dalle 7 davanti alla portineria C dello stabilimento siderurgico di Taranto, gli autotrasportatori tarantini hanno intenzione, secondo quanto si apprende da fonti sindacali, di consentire il passaggio dei mezzi per l’approvvigionamento dei materiali necessari alla produzione ma di impedire l’uscita dalla fabbrica della merce prodotta, ovvero i rotoli di acciaio (coils). La protesta, dicono le stesse fonti, potrebbe inasprirsi nei giorni successivi se ArcelorMittal non salderà le fatture in sospeso. Le imprese di autotrasporto hanno già proclamato lo stato di agitazione della categoria e messo in mora l’azienda. Nel gennaio del 2015 iniziarono una protesta con presidio alle portinerie che durò 40 giorni per i crediti derivanti dal passaggio da Ilva commissariata a Ilva in amministrazione straordinaria (150 milioni) e terminò solo quando si raggiunse un accordo circa il pregresso e i tempi di pagamento del corrente. “Tra le opzioni che stiamo valutando c’è quella di organizzare una grande manifestazione a Roma con i lavoratori. Si tratta di un’idea già emersa nei giorni scorsi che sarà analizzata domani nel corso del consiglio di fabbrica. Ogni decisione dovrà comunque essere condivisa. Se non avremo risposte celeri la mobilitazione sarà inevitabile”.
Redazione
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