sabato, Aprile 20, 2024

Torino, è morto Davide Vannoni, controverso ‘inventore’ del metodo Stamina

Si è spento questa mattina a Torino dopo una lunga malattia Davide Vannoni ‘inventore’ del metodo Stamina. Aveva 53 anni. A confermare il decesso, il suo avvocato Liborio Cataliotti. Il metodo proposto da Stamina Foundation prevedeva la conversione di cellule staminali mesenchimali (cellule solitamente destinate alla generazione di tessuti ossei e adiposi) in neuroni, dopo una breve esposizione ad acido retinoico diluito in etanolo, e conservate in alcool miristilico. La terapia consisteva nel prelievo di cellule dal midollo osseo dei pazienti, la loro manipolazione in vitro (incubazione delle cellule staminali per un periodo variabile da 2 a 4 ore in una soluzione 18 micromolare di acido retinoico), e infine la loro infusione nei pazienti stessi. Nel corso degli ultimi anni Vannoni ha ripetutamente evitato di rivelare i dettagli del suo metodo al di là di quelli disponibili nella sua domanda di brevetto. Nel 2012 l’Ufficio Brevetti degli Stati Uniti aveva parzialmente respinto la domanda di brevetto, con una procedura che consente la ri-presentazione: Vannoni comunque non l’ha più ripresentata. Il rifiuto era dovuto al fatto che la domanda aveva dettagli insufficienti riguardo alla metodologia, al fatto che è improbabile che la differenziazione cellulare si verifichi durante un periodo di incubazione così breve e che la comparsa di cellule nervose nella coltura rischierebbe di essere frutto di cambiamenti citotossici. Il metodo, al 2014, risultava ancora tenuto segreto dai suoi promotori e privo di una validazione scientifica che ne attestasse l’efficacia terapeutica. Non risultava, inoltre, che Vannoni avesse mai pubblicato alcun articolo sul metodo su riviste scientifiche sottoponendolo dunque ai consueti processi di revisione paritaria; i brevetti, che in un primo tempo aveva affermato di avere registrato a tutela del metodo, si sono dimostrati essere semplici domande di brevetto il cui iter risultò o concluso negativamente o in attesa di risposta alle domande degli esaminatori, che vi hanno rilevato lacune e sollevato numerose obiezioni. La rivista Nature ha inoltre scoperto che alcuni risultati presentati per la richiesta di brevetto provengono da altre pubblicazioni precedenti che sarebbero state usate senza autorizzazione.
Redazione
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