giovedì, Marzo 28, 2024

M5S, forti tensioni interne dopo le defezioni. Parla Dario De Falco: “Ecco chi sono i tre traditori”

“Vi racconto chi sono i traditori che  hanno abbandonato il Movimento 5 Stelle per passare con quella Lega Nord a cui nello scorso governo abbiamo impedito, tra le altre porcate, di spaccare il Paese in due con il Nord sempre più ricco e il Sud sempre più povero”. Inizia così il lungo post di Dario De Falco, braccio destro di Luigi Di Maio, che su Facebook racconta dell’incontro avuto con i tre senatori 5 Stelle passati alla Lega, prima che si consumasse definitivamente lo strappo. “Due senatori – scrive – sono campani, il che vista la politica secessionista della Lega rappresenta un tradimento, oltre che della forza politica che ha permesso loro di sedere in Parlamento, anche del popolo che li ha eletti, il tradimento della propria terra, della mia terra. Li ho incontrati l’altro ieri, quando si vociferava che fossero in dissenso con la politica del Movimento tanto da lasciare”. “Francesco Urraro – spiega De Falco – mi ha raccontato che il suo ‘problema politico’ fosse l’entrata in vigore della nuova legge sull’interruzione dei termini di prescrizione dopo la sentenza di primo grado, voluta dal Movimento e da lui stesso votata un anno fa in Parlamento, per evitare che le lungaggini della Giustizia penale provochino la prescrizione dei reati. Ci aveva ripensato, non era più d’accordo e l’ho invitato ad incontrarci l’indomani per discutere del tema anche con il Ministro Bonafede, ma qualche minuto dopo esserci salutati ho capito che quello era solo un pretesto perché subito dopo in aula ha votato contro la risoluzione per bloccare l’introduzione del Mes sempre osteggiato dal Movimento”. “Nella stessa giornata si era pure astenuto sulla votazione del DL Sisma e la sera è andato a cena con la Stefani, ex ministro leghista madrina del federalismo. Non era un problema politico, è stato proprio un cambio di casacca. Il termine giornalistico per descriverlo è ‘voltagabbana’”, attacca l’ex capo segreteria di Di Maio. “Per Ugo Grassi non mi dilungherò affatto. Vi basti sapere che l’ho incontrato a luglio dello scorso anno perché era critico sulle restituzioni di parte dello stipendio, così come previsto per gli eletti del Movimento, era agitatissimo e in quella circostanza piangendo mi disse che ‘così non si riusciva a campare’. Gli risposi ‘vai a dirlo a chi non lavora o a chi si fa il mazzo per 12 ore al giorno a 700/800 euro al mese!’. Rinsavì, ma l’epilogo di ieri lo conoscete”, prosegue De Falco, che aggiunge: “In ultimo ho incontrato Stefano Lucidi, arrabbiatissimo, perché quando Luigi Di Maio è stato in Umbria, la sua regione, ‘non ha scattato neppure un selfie con lui e con questo un parlamentare dimostra di non contare un caxxo!’, cosa che mi ha ripetuto dieci volte in mezz’ora. Ora di selfie se ne potrà fare quanti ne vuole con Salvini, che non fa altro da mattino a sera”.
“Il Movimento – sottolinea – ha dato a queste persone, e a tutti noi, la straordinaria opportunità e l’onore di metterci a disposizione del Paese con valore e nell’esclusivo interesse collettivo, ma non è semplice, è una sfida quotidiana. E c’è chi, purtroppo, ad un certo punto, pur avendo avuto il privilegio di essere stato scelto per rappresentare questo progetto, sceglie per egoismo di lavorare per i propri interessi personali”.
“Questa vicenda è non solo triste ma, permettetemi di dirlo, anche altamente diseducativa, non solo per chi nel Movimento ha sempre creduto, ma per qualunque cittadino, soprattutto i più giovani, che avrebbero bisogno, al di là del colore politico, di esempi di lealtà, sacrificio, correttezza, spirito di servizio e non di brama di potere fine a sé stesso”, conclude il consigliere comunale di Pomigliano d’Arco.
Redazione
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