giovedì, Marzo 28, 2024

Clima, il ministro dell’Ambiente Costa annuncia la creazione dei “Caschi Verdi”

“Oggi nascono i caschi verdi. Abbiamo i primi 22 super esperti, di varie discipline, che già lavorano insieme a sette progetti”. Ad annunciarlo è il ministro dell’Ambiente Sergio Costa al termine dell’incontro con i caschi verdi italiani per la firma del Protocollo di collaborazione, aggiungendo che “a questo programma sperimentale sono destinati 2 milioni di euro per ciascuno degli anni, dal 2020 al 2022”. Obiettivo, garantire la salvaguardia e la valorizzazione dei siti Unesco tramite l’istituzione di una task force di esperti qualificati che forniranno supporto nelle aree protette e nei territori italiani riconosciuti in ambito internazionale. “I 22 esperti – continua Costa – provengono dall’Ispra, ma non ci fermiamo solo a Ispra, stiamo interpellando le università, il Cnr, il Cufa” e “tutti coloro che volontariamente, ma in servizio, intendono aderire mettendosi al fianco degli enti gestori per dare loro quel supplemento di esperienza che serve per tutelare al meglio gli scrigni della natura”. Il ministero dell’Ambiente ha infatti interessato sulla costituzione della task force altre istituzioni pubbliche, inviando appositi inviti alla stipula di un protocollo d’intesa analogo alla Commissione Nazionale Italiana Unesco, ai ministeri delle Politiche agricole, dei Beni e delle attività culturali, dell’Istruzione, nonché a Enea, Cnr e Crea. “Ma vogliamo andare oltre – aggiunge il ministro Costa – presteremo i nostri caschi verdi anche a tutti quei Paesi, soprattutto quelli più in difficoltà, come quelli dell’Africa Centrale, della fascia subsahariana del Sahel, le piccole isole del Pacifico e alcuni Paesi asiatici, che già ce li hanno chiesti. Noi pagheremo tutte le spese perché l’intento è di salvaguardare la natura, in Italia e nel mondo. Siamo i primi al mondo a farlo”. I caschi verdi, spiega Costa, “sono la interposizione di pace ambientale: esperti di varie materie, dall’ingegnere ambientale al biologo e il naturalista, ma anche il laureato in lettere che conosce dell’Unesco particolari condizioni che si integrano con la natura, e l’archietto del paesaggio, che insieme lavorino in squadra per poter presentare un piano di gestione di una tutela nuova degli scrigni della natura. E’ una cosa mai fatta al mondo. Io sono andato personalmente a negoziarlo dalla direttrice generale dell’Unesco a Parigi che è rimasta molto colpita da questa idea”. “Oggi la legge c’è e abbiamo convinto il mondo parlamentare e quello dell’associazionismo”, aggiunge Costa ricordando la “battaglia importante fatta quando nel Dl Clima ho chiesto al parlamento di approvare in particolare l’articolo sui caschi verdi”. Partiti i primi sette progetti. Riguardano: quattro Riserve Mab (Tepilora, Rio Posada e Montalbo; Cilento, Vallo di Diano, Alburni; Sila; Collina Po), due Patrimoni mondiali (Etna; Sito di Elea Velia; Parco Nazionale Cilento, Vallo di Diano e Alburni) e un Geoparco (Adamello Brenta). Il supporto riguarderà la definizione di piani di gestione, attività di salvaguardia e valorizzazione, di comunicazione ed educazione ambientale. Per il direttore generale dell’Ispra, Alessandro Bratti, “il numero così alto di adesioni volontarie ai Caschi verdi avute all’interno dell’Ispra testimonia una volontà che va oltre il semplice incarico d’ufficio. Quello che ci aspetta è un compito delicato e pieno di responsabilità, che si svolge sul territorio italiano ma oltrepassa i confini nazionali. Siamo, infatti, fermamente convinti che tutti i siti Unesco debbano essere non solo supportati ma custoditi e valorizzati”
Redazione
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