giovedì, Marzo 28, 2024

Coronavirus, in Cina il bilancio delle vittime sale a 1.350. I contagiati sono oltre 60mila. Frenata del Pil del gigante asiatico

Sono stati dimessi stamani dall’ospedale Spallanzani di Roma i venti turisti cinesi che facevano parte della comitiva della coppia risultata positiva al Coronavirus. Sono stati in quarantena 14 giorni e sono sempre risultati negativi al test. Tra loro anche cinque minori. A salutarli l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato e il direttore sanitario dell’ospedale Francesco Vaia. Prenderanno un volo per la Cina. Intanto sale a 1.350 il numero di morti per coronavirus in Cina, 1.310 nella sola provincia dello Hubei, con 242 nuovi decessi registrati, ha detto l’autorità sanitaria locale. Solo ieri il numero delle vittime in tutta la Cina era di 1.100. Il forte incremento è dovuto all’attuale ridefinizione operata dai sanitari dei casi da COVID-19. Nel suo aggiornamento quotidiano, la commissione sanitaria di Hubei ha anche confermato altri 14.840 nuovi casi nella sola provincia. Il 29enne italiano positivo ai test la scorsa settimana resta ricoverato in buone condizioni, soprattutto senza febbre. Ma il lavoro dei medici dell’istituto per le malattie infettive prosegue anche per verificare i sospetti contagi da Coronavirus nel nostro Paese. Si allarga invece il fronte della prevenzione: aumentano gli episodi di ‘auto isolamento’, in particolare quelli messi in atto da cittadini cinesi tornati a fine gennaio dal proprio Paese. E se da una parte si registrano ancora aggressioni nei loro confronti, c’è chi in Sardegna – per contrastare la psicosi – organizza al ristorante cene “per l’amicizia”. Allo Spallanzani di Roma i medici restano impegnati h24 sui pazienti più ‘a rischio’: la coppia di cinesi proveniente dalla città di Wuhan, che ha contratto il virus, è ancora ricoverata in isolamento nella terapia intensiva. Per loro la prognosi rimane riservata. Finora all’ospedale per le malattie infettive sono stati valutati 64 pazienti sottoposti al test. Di questi, 46 sono risultati negativi e quindi dimessi. Oltre ai tre casi confermati, invece, ci sono 14 pazienti sottoposti a test in attesa di risultato. Sui disagi e le vittime provocate soprattutto in Estremo Oriente dal Coronavirus è intervenuto anche il Papa, che alla fine dell’udienza generale ha rivolto “una preghiera per i nostri fratelli cinesi che soffrono questa malattia così crudele. Che trovino – ha auspicato Francesco – la strada della guarigione il più presto possibile”. In Italia nella comunità cinese, tra le persone appena rientrate dal proprio Paese attraverso gli scali internazionali nonostante il blocco dei voli, c’è chi si tiene in isolamento volontario per i quattordici giorni come da protocollo internazionale. A Palermo sono 28 i cinesi residenti in città che attualmente si trovano in auto-isolamento per 14 giorni in alcuni appartamenti appositamente affittati. C’è anche chi ha deciso da solo di mettersi in quarantena per proteggere i suoi bambini, gli amici, ma anche dipendenti e clienti del suo ristorante a Roma. Quando Ye è rientrato lo scorso 25 gennaio, dopo aver trascorso un periodo di vacanza nella zona dello Zhejiang, ha affittato una stanza nella zona di Bracciano ed è rimasto lì da solo per due settimane. “Non sono mai uscito e non ho incontrato nessuno”, dice il ristoratore orientale, che ora è tornato a lavorare nel suo locale. Ma le aggressioni e i gesti di razzismo continuano a spaventare il popolo di Pechino in Italia. L’ultima vicenda a Torino, dove una coppia di cinesi, di 25 e 28 anni, ha denunciato di essere stata aggredita e insultata come “portatrice di Coronavirus”. I due, che lavorano in supermercato, hanno raccontato ai carabinieri di essere stati avvicinati da un paio di sconosciuti, dai quali si sono sentiti dire di “Voi siete il virus, andate via”. E il ventottenne sarebbe anche stato picchiato. “Ci hanno tirato delle bottiglie di vetro e poi sono scappati su un’auto”, hanno raccontato ai militari. A fare da contraltare a questi episodi, ci sono iniziative di impegno per contrastare l’ondata di paura e diffidenza che sta penalizzando le attività commerciali della comunità cinese, come quella nata in Sardegna dall’associazione ‘Cinapiùvicina’, che ha organizzato in un ristorante orientale una “Cena dell’amicizia”, per sottolineare che a far più male in Italia, finora, sono stati i pregiudizi. La Cina ostenta ottimismo di fronte all’epidemia del coronavirus, confortata da numeri ufficiali che documentano un progressivo calo nel numero quotidiano dei nuovi contagi. Tanto che il presidente cinese Xi Jinping si è spinto a parlare di “un’evoluzione positiva” nella lotta contro la malattia. E anche se l’agenzia di rating S&P Global taglia dello 0,3% le previsioni di crescita del Prodotto interno lordo mondiale nel 2020, i mercati finanziari di tutto il mondo, con le borse in rialzo ovunque, vogliono credere a una fine imminente dell’emergenza. Nonostante l’Oms ammonisca che è ancora “troppo presto” per fare previsioni di questo tipo. Il tasso di guarigione è salito al 10,6% rispetto all’1,3% del 27 gennaio. “Risultati rilevanti”, può dunque esultare Xi, raggiunti a suo parere grazie alle iniziative di prevenzione e di controllo messe in atto dalle autorità cinesi. A confortare l’ottimismo del presidente cinese sono anche le previsioni del consulente medico del governo di Pechino, Zhong Nanshan, secondo cui l’epidemia raggiungerà il suo picco a febbraio e potrebbe concludersi entro aprile. Leggermente diversa l’analisi del fisico Alessandro Vespignani: per il direttore del Network Science Institute della Northeastern University di Boston, il picco dell’epidemia di Covid-19 potrebbe arrivare a Wuhan a fine febbraio o al più tardi ai primi di marzo. Nel resto della Cina, dove il coronavirus ha cominciato a circolare più tardi, il picco potrebbe arrivare fra aprile e maggio ma potrebbe anche non esserci proprio. Dipenderà dalla capacità delle autorità sanitarie di controllare o meno l’epidemia. C’è tuttavia chi alimenta dubbi sui numeri ufficiali diffusi da Pechino. La Chinese National Health Commission – denuncia il giornalista cinese Alex Lam, le cui tesi sono state rilanciate anche dal virologo italiano Roberto Burioni – il 7 febbraio avrebbe deciso di considerare come casi di coronavirus confermati solo quelli positivi al test e sintomatici e non più anche quelli asintomatici. Una scelta, suffragata da un documento in cinese postato su Twitter dallo stesso giornalista, che avrebbe come effetto quello di abbassare i numeri dell’epidemia. Tutto questo non sembra impensierire le Borse europee che hanno segnato una giornata record e un altro passo avanti oltre i massimi dove già si trovavano, sulla scia dei segnali positivi registrati dai listini asiatici, tutti in rialzo. Piazza Affari ha chiuso toccando i massimi dal 2008 (+0,7%) ma le migliori performance sono state registrate da Francoforte (+0,89%) e Parigi (+0,81%). L’atteggiamento degli investitori è ritornato in positivo da quando il presidente della Federal Reserve statunitense Jerome Powell ha dichiarato martedì che la sua valutazione sulle ricadute economiche non è così cupa come si temeva. Tra gli operatori finanziari, c’è poi l’aspettativa che Pechino possa introdurre importanti politiche di stimolo per compensare i risultati economici negativi attesi quest’anno. La frenata del Pil cinese, alla fine del 2020, potrebbe attestarsi a circa un punto percentuale. Almeno secondo S&PGlobal, che ha abbassato dal 5,7 al 5% le sue previsioni: 1,1% di crescita in meno rispetto all’anno scorso, quando la seconda economia del mondo era progredita del 6,1%. Ma in ogni caso la crisi, segnala l’agenzia di rating, dovrebbe colpire soprattutto l’Asia, mentre il calo globale del Prodotto interno lordo è previsto nell’ordine dello 0,3% e per l’Europa si parla di uno o due decimali di punto in meno alla fine del 2020. Tra le varie conseguenze dell’epidemia l’Opec, il cartello dei Paesi produttori di petrolio, ha tagliato di 440mila barili al giorno la previsione della domanda nel primo trimestre. Una riduzione dovuta all’emergenza che sta abbattendo i consumi di carburanti in Cina, che sull’intero anno potrebbe tra
dursi in un calo del 19%. Intanto, per paura del virus, è stato cancellato il Mobile World Congress, la principale fiera mondiale della telefonia in programma a Barcellona a fine febbraio, decimata dalle defezioni di importanti aziende. Così come non si correrà il Gp di Formula 1 di Shangai, originariamente in programma il 19 aprile ma ora rinviato a data da destinarsi.
Redazione
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