sabato, Aprile 27, 2024

L’Agenzia delle entrate ‘bussa alla porta’ di Antonio Cassano per 263mila euro

La Cassazione ha accolto il ricorso presentato dalle Agenzie delle Entrate contro l’ex calciatore Antonio Cassano per una vicenda riguardava ‘fringe benefit’ quando giocava nella Roma. L’Erario aveva fatto ricorso contro la sentenza della commissione tributaria regionale della Puglia che nel 2012 aveva dato ragione al giocatore. La sezione tributaria civile della Suprema Corte con una sentenza depositata oggi ha dato torto all’ex attaccante per un recupero a tassazione di una somma pari a 263 mila euro, a titolo di ‘fringe benefit’ corrisposti dalla societa’ sportiva al calciatore legato alla stessa da rapporto di lavoro subordinato, per prestazioni professionali rese a quest’ultimo dal proprio procuratore. Secondo la commissione tributaria pugliese vi erano i presupposti “legittimanti l’esenzione dalle sanzioni amministrative” in favore del contribuente, “nell’ipotesi di condizioni di incertezza, relative alla portata e all’ambito di applicazione delle disposizioni disciplinanti l’individuazione del presupposto di imposta”. Un’impostazione non condivisa dalla Cassazione che ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle entrate e secondo cui la sentenza impugnata deve essere annullata.
Redazione
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