martedì, Aprile 23, 2024

Usa, l’ex produttore cinematografico Harvey Weinstein condannato in primo grado per violenza sessuale

Dopo le accuse di oltre cento donne e il primo processo basato sulla denuncia di due tra queste, Harvey Weinstein e’ da oggi ufficialmente uno stupratore. L’ex “re di Hollywood”, che ha 67 anni, rischia da cinque a 25 anni di prigione e fino a quattro anni di liberta’ condizionata dopo esser stato riconosciuto colpevole a New York di due capi di imputazione: atto sessuale criminale di primo grado e stupro di terzo grado. “E’ un nuovo giorno per le coraggiose donne che hanno denunciato Weinstein. Abbiamo un debito di riconoscenza nei vostri confronti”, ha commentato dopo il verdetto il procuratore di New York Cyrus Vance Jr. che aveva dato luce verde al processo dopo una serie di “false partenze”. Cinque giorni in camera di consiglio sono bastati alla giuria a raggiungere l’unanimita’. Il “due olte colpevole” Weinstein e’ stato invece scagionato da altre tre imputazioni, tra cui la piu’ grave, atto sessuale criminale predatorio, che avrebbe comportato l’ergastolo. Cio’ nonostante il precedente e’ importante e da’ soddisfazione al movimento #MeToo, scaturito dallo scandalo e che da oltre due anni si batte per il rispetto di genere nella sfera privata e sul luogo di lavoro. L’ex boss della Miramax ha preannunciato appello, hanno fatto sapere i suoi legali fuori dal tribunale. Impassibile alla lettura del verdetto, Weinstein e’ stato preso in consegna dalla polizia e trasferito fuori dall’aula in manette. A dispetto della richiesta dei suoi avvocati, che avevano invocato il suo malfermo stato di salute e la buona condotta dimostrata nelle settimane del processo, Weinstein aspettera’ in prigione la sentenza che il giudice Jason Burke ha fissato per l’11 marzo. L’epilogo del caso scoppiato quando nell’autunno 2017 New York Times e New Yorker avevano scoperchiato uno scandalo apparentemente di dominio pubblico nel mondo del cinema, avra’ comunque una seconda puntata in California dove Weinstein deve rispondere a quattro capi di imputazione uno deI quali legato alla denuncia di una attrice italiana che vive li’. Los Angeles e New York dovranno accordarsi per trasportare l’ex “re di Hollywood” in California quando comincera’ il secondo processo nei suoi confronti perche’ la California non consente procedimenti in contumacia. A New York intanto Vance ha ammesso di essere “non completamente soddisfatto dal verdetto della giuria”, ammettendo d’altro canto che i casi di stupro “sono difficili”: e’ sempre la parola di lui contro quella di lei, e nello specifico, non c’erano prove fisiche a supportare le accuse delle testimoni. “Adesso pero’ c’e’ un nuovo clima”, ha aggiunto il procuratore alludendo al movimento #MeToo molte delle cui attiviste aspettavano con ansia l’esito del processo fuori dal tribunale e davanti alla tv. Sei donne, tra cui l’attrice dei “Soprano” Annabella Sciorra, avevano testimoniato a New York di aver subito molestie e stupri da parte di Weinstein, ma il lavoro della procura si era basato sulle denunce di due soltanto: l’ex assistente alla produzione Miriam Haley, che Weinstein aveva costretto a un atto di sesso orale nel suo appartamento di Manhattan nel 2006, e Jessica Mann, ex aspirante attrice, stuprata in una camera di hotel nel 2013. Il verdetto e’ salutato con applausi da molte celebrita’: da Rose McGowan a Sandra Bernhard e Jodi Kantor, la giornalista del New York Times Jodi Kantor che per lo scoop su Weinstein aveva vinto il Pulitzer. Ashley Judd, una delle attrici e attiviste del #MeToo, ha reso omaggio su Twitter alle donne che hanno testimoniato “e cosi’ facendo hanno rivissuto l’inferno del trauma subito rendendo un servizio a donne e ragazze in ogni luogo del mondo”.
Redazione
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