venerdì, Marzo 29, 2024

Coronavirus, parla il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Andrea Martella: “Il primo vaccino è la corretta informazione”

”Catene whatsApp con notizie non verificate e fake news gettate nel mare dei social alimentano paure sul e turbano l’ordine pubblico. Informatevi sui canali istituzionali”. Lo scrive il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria e all’attuazione del programma, Andrea Martella sul suo blog su Huffpost. ”Il coronavirus ha risvegliato, nella società della presunta “padronanza”, i timori e le paure che sono propri della natura umana. Timori e paure di cui, in una vicenda come quella in cui siamo immersi, la sfera pubblica è chiamata a farsi carico. Come? Anche aumentando l’affidabilità e la capillarità delle informazioni disponibili. Tra la sera di venerdì e le giornate di sabato e domenica, gli italiani si sono trovati di fronte a una realtà incalzante. Tra carta stampata e televisione, social media, blog online, siamo stati investiti da una mole gigantesca di informazioni”, continua. ”Il problema è che insieme a quelle basate su fonti affidabili, su pareri autorevoli e sulla verifica dei fatti, sulla rete si sono moltiplicate, davvero in modo anche questo “virale”, le ormai consuete notizie false, le fake news con cui da tempo siamo costretti a fare i conti. Conti che però, in una situazione di emergenza come questa, diventano ancora più complicati di quanto già non sia normalmente e molto più preoccupanti, perché ora ogni energia delle autorità dovrebbe essere rivolta alla gestione della situazione e non, come per esempio ha dovuto fare il presidente del Consiglio, a smentire una “bufala”come quella dell’imminente chiusura delle scuole di ogni ordine e grado in tutta Italia. Bisogna fare molta attenzione. I messaggi allarmistici, le catene su whatsapp con informazioni non verificate, le fake news gettate nel mare dei social come fosse uno scherzo, non fanno altro che alimentare le paure delle persone e creare gravi turbative dell’ordine pubblico. Oltre al fatto che minano la fiducia rispetto alle tante eccellenze italiane in campo sanitario e scientifico che anche in questo frangente stanno dimostrando tutto il loro valore. In attesa di quello vero, un primo vaccino di cui abbiamo bisogno, in questo momento, è la buona informazione. Quella seria, responsabile, autorevole perché imperniata su notizie chiare e verificate, in grado di raggiungere ogni segmento della popolazione, capace di dare risposte alle domande della opinione pubblica. Per questo ho fatto appello ai cittadini a informarsi esclusivamente dai siti istituzionali, dalle testate giornalistiche nazionali e locali e dalle agenzie di stampa. La professionalità dei giornalisti, la completezza e l’autorevolezza dell’informazione, in queste circostanze, fa la differenza. Stiamo vivendo una situazione di emergenza. Il controllo dell’epidemia è il primo obiettivo e il governo ha preso e sta prendendo le misure necessarie. La salute dei cittadini è la priorità, è il bene più prezioso. La fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni è un presupposto fondamentale per raggiungere l’obiettivo e questo rapporto di fiducia passa anche attraverso una informazione trasparente. Ecco perché le fake news rendendo fragile l’informazione, pilastro della nostra democrazia, indeboliscono anche le basi della nostra convivenza sociale e civile. Coesione. È questo di cui il Paese ha bisogno. Oggi più che mai. Contro il coronavirus serve davvero la collaborazione di tutti. Con serietà, responsabilità e grande attenzione, dispiegando tutte le energie di cui disponiamo. Penso al valore delle nostre strutture scientifico-sanitarie, dai ricercatori e i primari a tutti i medici e gli infermieri che negli ospedali, in questi giorni, con grande spirito di sacrificio stanno facendo miracoli. Penso all’impegno incessante delle forze dell’ordine, delle forze armate, di chi è quotidianamente sul campo per proteggerci. Penso al ruolo delle istituzioni, dal governo nazionale alle regioni e alle autonomie locali. Fino, appunto, alla buona informazione. È così, solo così, che in un momento difficile si fa il bene dell’Italia”.
Redazione
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