mercoledì, Aprile 24, 2024

Coronavirus, anche il settore delle tintorie e lavanderia duramente colpito dall’emergenza sanitaria

“L’effetto Coronavirus non preoccupa molto il settore delle tintorie, anche se stiamo registrando un’affluenza inferiore rispetto allo stesso periodo degli anni scorsi”. Lo dice  Emilia Pecorara, segretario di Assosecco, l’Associazione italiana puliture a secco tintorie, aderente a Confcommercio che, in Italia, rappresenta le aziende che operano nel settore dei manufatti tessili destinati all’abbigliamento e all’arredamento. “Sicuramente – ammette – questo è un cosiddetto periodo di stanca, perché febbraio non è il classico mese in cui si fa il cambio di stagione e si va in tintoria per far lavare piumoni, maglioni e giacche. Certo che camicie e pantaloni la fanno da padrone, anche se solo come stiro, ma i clienti sono comunque di meno perché le persone sono spaventate e non escono facilmente da casa, anche se per far lavare i propri capi”. “Diverso – sottolinea Emilia Pecorara – il discorso per le lavanderie industriali. Lì sicuramente qualche problema si registra perché sono specializzate nel lavaggio di biancheria per ospedali, alberghi e ristoranti”. Anche l’Associazione professione lavandai conferma che “I clienti stanno diminuendo a vista d’occhio. Sono sempre di meno, infatti, le persone che chiedono un lavaggio in tintoria. Noi contiamo 100 associati tra Torino, Cambiano, Collegno e anche una realtà in Lombardia e tutti stanno registrando una diminuzione del lavoro”. “La spiegazione – commenta l’Associazione – non è da attribuirsi nella scarsa fiducia nel portare il proprio capo in lavanderia, ma nel fatto che la gente non va in giro. Non va al bar, non va al ristorante, non va al cinema e, quindi, non va neanche in tintoria”. “La nostra speranza – aggiunge – è che questa situazione si aggiusti, portando alla normalità anche il nostro settore”.
Redazione
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