sabato, Aprile 20, 2024

Effetto Coronavirus, il settore della ristorazione e dei bar ha perso circa 2 miliardi di euro

“Da quando è scoppiata questa comunicazione errata che ha portato all’emergenza coronavirus, abbiamo contato 2 miliardi di euro di danni e 20mila posti di lavoro ‘bruciati”. Parla Roberto Calugi, direttore generale di Fipe-Confcommercio, la Federazione leader nel settore della ristorazione, dell’intrattenimento e del turismo, nel quale operano più di 300 mila aziende. Fipe rappresenta e assiste bar, ristoranti, pizzeria, gelaterie, pasticcerie, discoteche, stabilimenti balneari, ma anche mense, ristorazione multilocalizzata, emettitori buoni pasto e casinò. “Tra il turismo, quello asiatico in particolare, che è praticamente scomparso, e i consumi interni nei locali, che si sono praticamente azzerati, il settore sta pagando un prezzo altissimo”, rimarca Calugi. E per il futuro, dice, “dipenderà molto da come evolverà la situazione: se si ritornerà a un livello di normale comunicazione e non di un procurato allarme, allora si potrà ripartire altrimenti sarà molto dura”. “Anche perché -aggiunge- le agenzie di viaggio, i tour operator stanno collezionando solo disdette, sono in forte difficoltà”. “Abbiamo appena fatto -spiega ancora Calugi- un sondaggio in Lombardia tra i nostri associati. Ci sono perdite di fatturato che vanno da un 50% conservativo a punte dell’80-90%. E tutto per una comunicazione sbagliata, che è andata sopra le righe”. Senza dimenticare, continua Calugi, “gli annullamenti e i rinvii delle Fiere di questi giorni che sono stati un colpo pesante per il settore della ristorazione e delle aziende di catering”. Secondo Calugi le istituzioni in questo momento devono supportare tutte le imprese, anche quelle che si trovano al di fuori della cosiddetta ‘zona rossa’: “non si possono aiutare solo le imprese che operano all’interno della zona rossa, perché i danni riguardano l’intero territorio nazionale. Milano è deserta, a Firenze i ristoranti lavorano al 15%, Roma ha un boom di disdette di prenotazioni. Il panico, e non il coronavirus, sta creando danni alle imprese ovunque e quindi le imprese vanno supportate su tutto il territorio, specie al Nord, e non solo nella zona rossa”. E Calugi sottolinea che “come Fipe abbiamo già scritto a tutti i ministri interessati e abbiamo chiesto l’estensione degli ammortizzatori sociali alle piccole e medie imprese, che sono la gran parte delle nostre associate”. Per Calugi è arrivato però il momento di fermare il panico e tornare alla normalità. Sul coronavirus “c’è stata una comunicazione sopra le righe, adesso dobbiamo recuperare fiducia e tornare a normalità: vedo bene in questa direzione la riapertura dopo le 18 dei bar a Milano, e anche le parole del sindaco Sala e del governatore del Piemonte Cirio”. “Io adesso sono a Bruxelles per degli incontri -spiega Calugi- e assolutamente il fenomeno coronavirus non influisce sulla vita sociale. Cosa che, invece, è accaduto da noi per una comunicazione sopra le righe. E invece adesso dobbiamo tornare alla normalità”.
Redazione
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