sabato, Aprile 20, 2024

Coronavirus, il premier Boris Johnson in terapia intensiva: la Gran Bretagna sotto shock

Precipitano le condizioni di salute di Boris Johnson, in ospedale dopo il contagio da coronavirus, ed è dramma al cuore del potere nel Regno Unito. Il primo ministro britannico, 55 anni, è stato trasferito nel reparto di terapia intensiva del St Thomas hospital di Londra, dove era stato ricoverato all’improvviso 10 giorni dopo essere risultato positivo al test del Covid-19 e dopo un periodo d’isolamento a Downing Street durante il quale non era riuscito a superare i sintomi dell’infezione. L’annuncio è arrivato lunedì sera da un portavoce, che – a conferma della gravità della situazione – ha notificato il passaggio di consegne al ministro degli Esteri Dominic Raab per la supplenza temporanea alla guida del governo. “Fin da domenica sera – si legge nella nota ufficiale diffusa da Downing Street – il primo ministro è stato preso in cura dai medici del St Thomas hospital, a Londra, dopo essere stato ricoverato per sintomi persistenti di coronavirus. Nel corso del pomeriggio le sue condizioni sono peggiorate e, su raccomandazione del suo team medico, è stato trasferito nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale”. Il premier, continua Downing Street, “ha chiesto al ministro degli Esteri, Dominic Raab, che è Primo Segretario di Stato, di sostituirlo per quanto necessario. Sta ricevendo cure eccellenti e ringrazia tutto lo staff dell’Nhs (il servizio sanitario nazionale britannico) per il suo lavoro e la sua dedizione”. Il premier conservatore, il condottiero della Brexit, il trionfatore delle elezioni di dicembre non è dunque più in sella, almeno per ora, e deve combattere per la sua vita nel pieno della burrasca dell’emergenza coronavirus. Nel pomeriggio il suo entourage aveva tentato di rassicurare l’opinione pubblica britannica – dopo il discorso d’incoraggiamento di ieri della regina di fronte a 24 milioni di telespettatori – e di tranquillizzare, affermando che il capo del governo di Sua Maestà era “in osservazione” a causa di sintomi persistenti di febbre e tosse. Ma che aveva trascorso “una notte tranquilla” e che restava alla guida dell’esecutivo. Lui stesso aveva poi provato a minimizzare la situazione con una serie di tweet, scrivendo di essere stato ricoverato “su consiglio del medico per alcuni esami di routine”, di essere “di buon umore” e in contatto con il suo team. Ma già il Times aveva messo in guardia dall’eccessivo ottimismo, riferendo di un premier costretto a farsi somministrare ossigeno, già da suo arrivo ieri al St Thomas. Mentre l’agenzia russa Ria Novosti citava fonti anonime che parlavano di un Johnson attaccato addirittura a un ventilatore per la respirazione assistita, attirandosi l’accusa di “disinformazione” da Londra. Vere o false che fossero queste voci, sta di fatto che per BoJo non si tratta più di quel contagio in forma “lieve” annunciato dei primi giorni. Bensì di un decorso grave, che lascia un intero Paese sotto una cappa di angoscia proprio nel giorno in cui i dati su contagi e morti avevano lasciato intravvedere un’inversione di tendenza positiva dopo due settimane piene di lockdown e d’intimazioni a “restare in casa” seguite agli iniziali auspici, e forse alle illusioni, di una strategia più soft e graduale contro la pandemia sull’isola.Alla conferenza stampa di giornata a Downing Street, Raab – a questo punto premier ad interim – aveva da parte sua provato a martellare sul refrain che il premier “restava responsabile” dell’azione dell’esecutivo e che la compagine stava lavorando “a manetta” per attuarne le istruzioni. Ma si era d’altro canto rifiutato di escludere aggiustamenti nella catena di comando sui dossier della sicurezza nazionale. Aggiustamenti ormai inevitabili, mentre il neo capo dell’opposizione laburista Keir Starmer, sconvolto dalla “terribile notizia”, ha affermato che “tutti i pensieri del Paese sono con il primo ministro e la sua famiglia in questo momento così incredibilmente difficile”, a cominciare dalla compagna incinta Carrie Symonds, contagiata pure lei.
Redazione
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