venerdì, Aprile 26, 2024

Emergenza coronavirus, parla il premier Conte: “Riportare al lavoro 4,5 milioni di persone dal 4 maggio è già un rischio”

La risalita dei contagi in Germania e il rinvio dell’apertura delle scuole in Francia sono la prova che il rischio “di contagi di ritorno è molto concreto”. Ecco perché, dopo aver incassato le critiche per la timidezza delle aperture della fase 2, il premier Giuseppe Conte può rivendicare la linea dura scelta, anche sulla base dei dati dell’Iss sul rischio di collasso delle terapie intensive a giugno in caso di ripartenze generalizzate. “Non abbiamo ondeggiato rispetto ad altri Paesi”, spiega il premier. E aggiunge che riportare al lavoro 4,5 milioni di persone dal 4 maggio è già un rischio: un “rischio calcolato” e con un meccanismo d’emergenza pronto a scattare, con “chiusure mirate” per le aree o anche Regioni dove tornassero a salire i “focolai di contagio”. La fase 2 è ancora un cantiere aperto: il governo dovrebbe precisare alcune delle norme del dpcm varato domenica per il 4 maggio attraverso “Faq”, risposte a domande frequenti, che diano un’interpretazione autentica delle misure. La task force di Vittorio Colao si rimette al lavoro per perfezionare le misure confrontandosi con esponenti dei diversi settori produttivi. Già dall’11 maggio potrebbero arrivare le prime novità: si valuta la possibilità di far svolgere messe all’aperto, venendo incontro alle richieste della Cei.
Redazione
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