giovedì, Marzo 28, 2024

Giustizia, nessun accordo per rifondare la giunta dell’Associazione Nazionale dei Magistrati

L’accordo politico per rifondare la giunta dell’Anm, almeno per il momento, non è stato trovato. E dunque come prevede lo Statuto l’esecutivo guidato da Luca Poniz – che sabato si è dimesso assieme a tutto i componenti di Area, mossa a cui ha fatto seguito l’uscita dei rappresentanti di Unicost, a partire dal segretario Giuliano Caputo – resterà in carica per l’ordinaria amministrazione sino alle elezioni. “Le condizioni per la prosecuzione di una giunta politica non sono più sussistenti” ha detto Area. La discussione continua, ma sembra non ci siano spiragli. “E’ in atto un disegno per colpire l’intera magistratura e l’associazionismo che nessuno sconfiggerà mai. E occorre reagire con forza: respingere l’idea che la magistratura è quella che emerge dalle ricostruzioni dei giornali. Noi siamo un’altra cosa”. Lo ha detto il presidente dell’Anm Luca Poniz, parlando al Comitato direttivo centrale dell’Anm. “L’Anm non è mai stata e non è a rischio di scioglimento. Ci sono riusciti soltanto i fascisti tanti anni fa. E a chi dice che deve essere sciolta, rispondiamo ‘vergogna’”, ha aggiunto. “E’ assolutamente necessario e urgente che Anm e Csm facciano autocritica in vista di una autoriforma del sistema, offrendo ogni collaborazione agli organi competenti, a partire dal ministro”. Lo afferma il magistrato Gian Carlo Caselli, ex capo della Procura di Torino. “Tutto questo – spiega Caselli – anche per evitare o per giocare d’anticipo rispetto a proposte che potrebbero essere non di riforma, ma di vendetta nei confronti della magistratura, da parte di chi non ne ha troppo gradito la sua attività indipendente”. “Le intercettazioni che sono emerse dal procedimento in corso davanti alla magistratura di Perugia rivelano un groviglio di manovre e spesso anche di baratti che hanno consentito a molti di parlare di un suq per quanto riguarda la nomina di questo o quel magistrato a questo o quel posto direttivo”. “E’ evidente l’effetto di queste intercettazioni – aggiunge Caselli – una specie di tsunami su Anm, Csm e magistratura in generale”.
Redazione
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