giovedì, Marzo 28, 2024

Trani attacca il sindaco Grando: “Ghettizza i minimarket della città”

Il nostro sindaco vive copiando l’ex ministro Salvini e, stavolta, lo ha fatto compiendo uno scivolone socialmente “pericoloso”. Il 28 maggio, attraverso un’ordinanza, ha infatti individuato alcuni minimarket di Ladispoli, definendoli come “etnici”, quali luoghi di assembramento e possibili ricettacoli di contagio da Covid19. Ne ha limitato l’esercizio, vietando la vendita di prodotti alcolici dalle 19 alle 7 di mattina mentre, in ogni altro alimentati o market, sarà possibile acquistare gli stessi prodotti fino alle 21. Questo provvedimento dal gusto discriminatorio è sbagliato per innumerevoli motivi: in prima istanza etichettare come “etnici” market dedicati alla vendita di generi alimentari internazionali (esattamente come la grande distribuzione) è una scelta arbitraria che non trova alcun fondamento e che, da sola, basterebbe ad inficiare il contenuto dell’ordinanza. In secondo luogo, questa misura stringente che, come detto, non riguarda alcun altro esercizio di vendita e somministrazione, non è di alcun aiuto nel controllo del rispetto delle norme anti-Covid, determina una disparità tra commercianti e non evita eventuali “assembramenti senza mascherine”. La città si sta rimettendo in moto con grande fatica, in ogni comparto. La socialità e gli incontri tra persone non vanno demonizzati ma garantiti con adeguate misure di controllo e sicurezza. Emanare un’ordinanza atta a colpire una microscopica parte degli esercenti locali solo perché di nazionalità non italiana, oltre ad essere lesivo e di pessimo gusto, non aiuta in alcun modo il delicato compito di accompagnamento verso questa nuova normalità che il sindaco e la sua giunta dovrebbero garantire ai cittadini”.

Eugenio Trani

 

Quel vizietto fascista

di dividere l’uomo dall’uomo…

Quest’ordinanza del sindaco Grando di distinguere i minimarket tra “etnici” e “non etnici” non mi piace proprio (formalmente mi pare che il Codice Ateco non riporti la voce specifica “etnici” ma divida gli esercizi commerciali in base alle caratteristiche dei beni venduti ed alle dimensioni). Le motivazioni sono ancora più assurde, cioè garantire l’ordine pubblico; l’ordine pubblico si garantisce facendo i controlli e punendo i trasgressori, non penalizzando chi vive e lavora onestamente. Arrivare a queste misure significa ammettere il proprio fallimento nel garantire in città sicurezza e rispetto delle regole. Forse il sindaco pensava, quando garantiva il pugno duro in campagna elettorale, di poter riorganizzare le squadracce di camicie nere, qualcuno gli dica che siamo tutti multietnici da secoli.

Antonio Pizzuti Piccoli capogruppo consiliare

Redazione
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