venerdì, Aprile 26, 2024

Il consigliere Loddo: “Minimarket Etnici, Ordinanza inutile”

È indubbio che la vendita di alcolici ed il consumo in prossimità degli esercizi commerciali porti con sé problemi conseguenti come assembramenti, disturbi alla quiete pubblica e in alcuni casi di degrado urbano. Ho letto con attenzione il provvedimento del Sindaco Grando – ordinanza n. 65 del 28/05/2020 – e allo stato attuale non ritengo che sia risolutivo delle problematiche anzidette, e che debole sulle basi normative rischia di essere spazzato via al primo ricorso amministrativo con seri rischi per il Comune. Nella sostanza far chiudere i market definiti impropriamente etnici alle ore 19,00 non risolve il problema del consumo o degli assembramenti. Nessuno vieta agli assetati di alcool di farne grande scorta fino alle 18.59 e consumarla in luoghi pubblici fino a tarda sera, oppure dopo le 19.00 trasferirsi presso gli italici rivenditori spostando di poche centinaia di metri il problema. Ciò non significa che alcuni gestori di “market etnici” siano senza colpa, sulla vendita a minori o alla scarsa vigilanza sugli assembramenti ma questo vale anche per alcuni commercianti “nostrani”. L’unico modo per risolvere i problemi connessi alla vendita ed il consumo di bevande alcoliche è il controllo del territorio. Controllo capillare da attuare in collaborazione con tutte le forze dell’ordine – non solo nei confronti delle attività gestite da stranieri – e finalizzato non solo ad evitare assembramenti nei luoghi pubblici e a tutela del decoro urbano, ma anche e soprattutto a tutela dei minori che oggi sempre a più giovane età diventano consumatori. Un tentativo fu fatto nell’estate del 2016 quando l’allora Sindaco Paliotta mise in campo per tutta la stagione turistica una serie di controlli sulla vendita di alcolici e nel corso di quelle attività diversi negozi furono fatti chiudere. A questo tipo di iniziative andava, e va data continuità temporale. Dimostrata in poche righe l’inutilità nella sostanza del provvedimento concentriamoci sugli aspetti politici. E’ oggettivamente un atto discriminatorio in quanto presuppone che tutti i “market etnici” gestiti da stranieri sono responsabili del problema senza alcuna accertamento di colpa del comportamento soggettivo. Creando ed implementando di fatto uno stereotipo negativo. E come ogni atto discriminatorio basato sull’etnia e non sul comportamento deve essere condannato in quanto tale senza, se e senza ma in quanto costituisce pericoloso precedente. La storia insegna… ma evidentemente non a tutti. Sarà mia cura chiedere all’amministrazione del Sindaco Grando la revoca dell’ordinanza 65/2020, l’implementazione dei controlli nel territorio, nonché segnalare la vicenda alla competente prefettura. Dall’Amministrazione che ha intitolato una grande piazza all’On. Almirante – fervente sostenitore del manifesto sulla razza – non potevamo aspettarci nulla di meglio, nulla di diverso.

 

Attacco al Sindaco

anche dal comitato

“No Piazza Almirante”

Il Comitato No Piazza Almirante torna ad attaccare il Sindaco di Ladispoli Alessandro Grando. Come si legge infatti nel loro comunicato social: Il sindaco Grando è in grande difficoltà nei riguardi di alcuni gruppi di persone che stazionano sulle vie cittadine fino a tarda notte #bevendo e sporcando. Ha cercato di risovere la questione con un’ordinanza illegittima e #razzista che ha colpevolizzato tutti i #minimarket gestiti da concittadini di origine straniera, ma non ha posto alcun freno al problema visto che solo un paio di notti fa, si sono consumati pesanti atti vandalici ai danni di un condominio nei pressi di un locale. Noi però vogliamo essere d’aiuto andando oltre la sola critica. Lo scorso settembre ha stanziato circa 30.000 euro per far installare delle #telecamere per proteggere la targa in memoria di Giorgio #Almirante. Un investimento totalmente inutile. Allora perchè non destinare queste risorse per controllare e rendere sicuri quei luoghi (che tutti conosciamo) dove avvengono i fatti succitati?

Redazione
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