I legali della famiglia Ciontoli smentiscono la trasmissione ‘Quarto Grado’
Glielo avevi detto che l’ogiva ti sembrava una ciste?”. E’ la domanda che Federico Ciontoli rivolgerebbe al padre secondo l’intercettazione mandata in onda, nei giorni scorsi, da Quarto Grando. Su quella frase ed intercettazione e sul servizio di Quarto Grado arriva però una nota da parte dei legali della famiglia Ciontoli: “Purtroppo ci vediamo costretti ancora una volta a dover smentire false notizie diffuse con assoluta mancanza di rispetto delle persone coinvolte in fatti di estrema drammaticità e delle verità accertate nel corso di un processo, che si è dipanato in tre gradi di giudizio ed è in procinto di celebrarne un quarto. Il brano della intercettazione ambientale trasmesso la scorsa settimana fa parte degli atti del processo ed è stato oggetto di approfondimenti ad opera dei periti fonici, proprio perché particolarmente disturbato da forti rumori esterni; tuttavia si è potuto, in via di grande approssimazione, accertare che la frase pronunciata dal giovane Federico fosse “…te l’hanno detto che l’ogiva sembrava una ciste?…”; espressione che si riferisce con tutta evidenza alle notizie ricevute nel corso delle lunghe ore trascorse nella Caserma dei Carabinieri di Ladispoli dopo la morte di Marco da parte degli stessi inquirenti. E che questo sia il significato di tali parole non è stato mai messo in discussione durante il processo, proprio perché nel corso della istruttoria dibattimentale si è appurato che la “ciste” venne in evidenza solo dopo la constatazione del decesso: in tal senso hanno deposto tutti gli operatori sanitari che si erano presi cura di Marco; e questa è stata, tra le altre, una delle ragioni per cui non si è dato credito alla presenza di Martina nel luogo dove è avvenuto lo sparo”.
