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15 giugno 1939: inizia la storia della stazione “Ladispoli-Cerveteri”

 

A fungere da sosta ferroviaria una prima struttura provvisoria, poi sostituita nel 1941 dall’edificio attuale

 

L’argomento venne anticipato nel precedente articolo dedicato alla storia di Viale Italia, concepito alla sua nascita come strada di collegamento tra la nuova stazione e l’abitato di Ladispoli di allora. Oggi, ad eccezione del periodo di emergenza sanitaria che tutti conoscono, il luogo è frequentato ogni giorno da migliaia di persone dirette in particolar modo verso Roma per ragioni, su tutte, di lavoro e di studio. La storia della stazione ferroviaria “Ladispoli-Cerveteri”, come già anticipato, iniziò il 15 giugno 1939, quale conseguenza del primo ampliamento di Ladispoli con “Cere Marina”, avvenuto in territorio del Comune di Cerveteri a partire dal 1930, del soddisfacimento delle esigenze della città etrusca e della decisione delle Ferrovie dello Stato di snellire e rimodulare il traffico su ferro lungo la linea Roma-Civitavecchia-Pisa-Livorno, elettrificata il 14 novembre 1938. Per arrivare alla data del 15 giugno 1939 è necessario però partire dal 16 giugno 1938 quando un regio decreto dispose per il 28 agosto successivo la soppressione della diramazione Palo-Ladispoli, lunga 2 km e 369 metri con inizio dalla Stazione di Palo collocata sulla linea per Civitavecchia e fine nella cittadina balneare, composto dalla sosta in Piazza della Vittoria e termine alle spalle della Parrocchia di Santa Maria del Rosario, attiva dal 1° luglio 1888, giorno dell’inaugurazione della “Stazione Balneare Ferroviaria Ladispoli”. Il breve troco verrà poi smantellato nel 1942. La presenza della nuova fermata, ubicata al km 50,348 della ferrovia tirrenica Roma-Livorno, avvenne attraverso una scelta programmata per tempo ma posta in opera in maniera repentina, come dimostrano il fatto dei lavori interrotti per l’elettrificazione della diramazione da Palo e che all’inizio a fungere da stazione venne predisposto un fabbricato costituito da tre moduli con annessi i servizi igienici. Per avere la struttura attuale che tutti conoscono, con il sottopassaggio, bisognò aspettare il 1941, quando, pur nella semplicità adeguata all’ambiente, vide la luce un’architettura fedele ai canoni del tempo, dominati nell’arte come nel resto dal fascismo, con il ricorso alla monumentalità suggellato dall’utilizzo del marmo bianco, eccezionalmente distante come concezione del momento difficile causato dalla Seconda Guerra Mondiale capace di interrompere la più impegnativa ristrutturazione in atto della Stazione di Roma Termini. Caratteristica al proprio interno, tra le cose presenti, la collocazione di una piccola fontana, ora non più funzionante, alimentata in origine con l’acqua proveniente dal “Ferraccio”, l’acqua potabile arrivata nel territorio di Ladispoli nel 1882. In conseguenza della nuova apertura, la stazione di Palo, operativa fin dall’inaugurazione della tratta Roma-Civitavecchia avvenuta il 16 aprile 1859, subì un declassamento e il 10 marzo 1943 venne denominata “Palo-Laziale” in sostituzione di “Palo-Cerveteri”, così chiamata fin dal 1 ottobre 1920. Concepita quando a Ladispoli, secondo il censimento del 1936, erano residenti 1.452 persone, la fermata “Cerveteri-Ladispoli”, così originariamente nominata, sosta solo per alcune corse giornaliere fino alla prima metà degli anni ’90, con la sua conduzione del fenomeno del pendolarismo sarà muta testimone diretta dell’evoluzione del luogo da realtà per la villeggiatura estiva di massa a città a misura d’uomo, “quartiere” di Roma, arrivata oggi a contare oltre 42mila abitanti. La “fermata” divenne “Stazione” il 22 agosto del 1974, proprio negli anni in cui Ladispoli mosse i suoi veri passi come neonato Comune autonomo, e nei primi anni ’80 passò da 2 a 4 binari, più quello “tronco” per il ricovero dei carri, sfruttando ottimamente la grande area prospiciente a disposizione. Con la sua cartellonistica informativa, ora scomparsa, in cui si ricordava a tutti di non attraversare i binari e di servirsi del sottopassaggio, con indicazioni bilingue, il luogo diede testimonianza della particolare esperienza vissuta dalla città con la migrazione degli ebrei russi, avvenuta tra il 1977 e il 1991. Colpisce nel confronto con ieri vedere oggi invece, a dimostrazione del cambiamento offerto dai tempi attuali, cartellonistiche di divieto simili scritte in italiano e in inglese. Conosciuti eventi tristi come il grave incidente subito il 24 novembre 1991 da Andrea Pellegrini, poi divenuto atleta paralimpico di successo, nel 1995, dopo alcune precedenti pellicole registrate dall’Istituto Luce, lo scalo è stato anche set cinematografico con una scena girata per la realizzazione del film-tv “Il mago” con attore protagonista Anthony Quinn. Ampliata a 5 binari ma priva di adeguate coperture, fondamentali durante le piogge, agli inizi del nuovo millennio arrivarono le prime pensiline e nel 2005 la stazione assunse la denominazione di “Ladispoli-Cerveteri”. Presenti corse cadenzate a distanza di pochi minuti l’una dall’altra, sia in direzione di Roma che in quella di Civitavecchia, iniziate a circolare a livello metropolitano verso la Capitale dalla prima metà degli anni ’90, conseguenza dell’importante crescita demografica di Ladispoli e dei cambiamenti apportati alla linea Roma-Pisa per l’organizzazione dei Mondiali di calcio svoltisi in Italia nel 1990, coerentemente con il progresso del viaggio su rotaia la “Stazione Ladispoli-Cerveteri”, la cui storia è stata raccontata in molti libri tra cui nei due volumi di “Ladispoli – Un lungo viaggio nel tempo”, dopo alcune ulteriori migliorie è oggi oggetto, così come in generale per tutta la linea, di un importante lavoro in fase di conclusione finalizzato sotto ogni aspetto a portare efficienza e modernità.

Redazione
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