mercoledì, Aprile 24, 2024

“Caravaggio a Ladispoli, ristabiliamo la verità dei fatti. Altro che padri della patria…”

E’ il direttore dell’Orticasocial.it, Gianni Palmieri, a mettere i puntini sulle “i” in merito ad una questione della quale si parlato molto e se ne continuerà a discutere a lungo. “Non avremmo voluto scrivere questo articolo, amici lettori, perchè riteniamo che ogni contributo possa essere valido per vincere una battaglia. Nel nostro caso la rivendicazione di Ladispoli come ultimo approdo di Caravaggio e la concreta possibilità che il grande pittore abbia vissuto gli ultimi momenti della sua tormentata vita proprio sulle sponde del nostro litorale. Quando però leggiamo di padri della patria che si assumono meriti che non hanno, quando dobbiamo osservare articoli scritti da sedicenti giornalisti che non saprebbero distinguere una tela di Caravaggio dal disegno di un alunno, nell’ambito di un calderone celebrativo che crea solo confusione, beh diventa difficile non rimettere ordine. Del resto, è noto che la nostra redazione abbia un legame fortissimo con la battaglia della rivendicazione della morte di Caravaggio a Ladispoli, come confermato dai tanti convegni, con annesse mostre di copie museali, realizzate nei mesi scorsi all’Hotel Villa Margherita, a Bracciano, a Cerenova, a Cerveteri e perfino nelle scuole. Altri eventi erano in programma ad Anguillara e nel Palazzo dei Papi a Viterbo, bloccati dall’emergenza sanitaria. Ma torniamo all’argomento dell’articolo in questione. La verità sulla nascita della battaglia per Caravaggio ultimo approdo di Ladispoli nacque meno di dieci anni fa quando il professor Vincenzo Pacelli scrisse un libro che rivoluzionava la conclamata tesi della morte del pittore a Porto Ercole, svelando documenti conservati da 400 anni nell’Archivio Storico del Vaticano nei quali era certificato che Michelangelo Merisi era sbarcato a Palo con tre preziose tele di cui per tanto tempo si persero le tracce. Un Caravaggio debilitato dalla malattia che, scriveva il professor Pacelli, difficilmente avrebbe potuto camminare per oltre 100 km sotto il solleone di luglio. Ecco dunque sorgere l’ipotesi che forse il pittore sarebbe potuto morire su una spiaggia del nostro litorale. Pacelli venne a Ladispoli come ospite d’onore di un convegno che però ebbe scarso clamore sulla stampa, sulla faccenda scese il silenzio. Anzi, taluni personaggi che si ergono ora a padri della patria e titolari di questo progetto, trascorsero anni a parlare in baracche di legno, senza alzare mai un dito in modo concreto ed ufficiale per rivendicare Caravaggio a Ladispoli. Paura? Incapacità? Non lo sappiamo, ma i fatti raccontano che tutto sarebbe caduto nell’oblio se la nostra giornalista Felicia Caggianelli, ora anche direttore del periodico Tracciati d’arte, non avesse fiutato l’importanza della notizia che tutti gli altri avevano trascurato. Partendo da un’intervista al compianto Pacelli, mise insieme fatti, documenti, elementi, testi storici, riuscendo a costruire una accurata inchiesta che fu presentata ufficialmente a luglio dello scorso anno nella sala dell’Hotel Villa Margherita di Ladispoli davanti ad oltre 300 persone. Convegno patrocinato dal Comune di Ladispoli che si è subito schierato con questa battaglia. Da quel giorno la tesi è stata riproposta non solo sulla stampa ma anche con convegni alla presenza di giornalisti di testate nazionali e noti personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo. E questi sono fatti concreti e tangibili, non chiacchiere fantasiose raccolte da sedicenti giornalisti che non sanno di cosa scrivono. E che, probabilmente, sono consoni alla realtà poco professionale in cui operano. Quindi, amici lettori, quando leggete di padri della patria che si appuntano al petto la medaglia di Caravaggio a Ladispoli beh imparate a saper distinguere la verità dal millantare eventi mai accaduti. La morale è molto semplice, c’è chi da anni parla e basta e chi invece si è mosso, ha lavorato, ha messo insieme fatti che hanno permesso passi in avanti decisivi per rivendicare Caravaggio a Ladispoli. Argomenti che il prossimo 18 luglio saranno ribaditi nel corso della cerimonia di inaugurazione della mostra delle opere di Caravaggio a Ladispoli. Mai come in questo caso, diffidate delle imitazioni. Anzi, delle brutte imitazioni”.

Redazione
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