martedì, Marzo 19, 2024

In aula le parole di Federico Ciontoli,per mamma Marina: “Vergognose”

Ieri mattina al Palazzaccio l’udienza a porte chiuse dell’Appello bis nei confronti della famiglia Ciontoli

In aula le parole di Federico Ciontoli,

per mamma Marina: “Vergognose”

La II Corte d’Appello Bis, presieduta da Gianfranco Garofalo, decide se ammettere o meno le nuove prove presentate dalle parti civili

 

Ieri mattina l’udienza di Appello bis per la famiglia Ciontoli, dove si è tornato a dibattere sull’assurdo omicidio di Marco Vannini. Il vocale della seconda telefonata al 118 ripulito dai tecnici e la testimonianza di Viola Giorgini sono le novità annunciate del processo. Se n’è parlato alla prima udienza del processo d’Appello bis disposto dalla Cassazione. La II Corte d’Appello, presieduta da Gianfranco Garofalo, deciderà se ammettere o meno le nuove prove portate dalle parti civili. Questa volta in aula non è stato presente Antonio Ciontoli accusato di aver premuto il grilletto contro Marco Vannini e condannato in primo grado a 14 anni per omicidio volontario con dolo eventuale, ma il figlio Federico Ciontoli con codino e capelli lunghi. “Mio padre diceva che Marco si era spaventato per uno scherzo, e io gli credetti perché non c’era nessuna ragione per non farlo. Non c’era niente che mi spinse a non credere in quello che mio padre chiamò “colpo d’aria”, del cui significato non mi interessai più di tanto essendo stato solo uno scherzo”. E’ quanto ha affermato in una dichiarazione spontanea Federico Ciontoli. Vista l’indecisione del padre di sua iniziativa “presi il telefono, uscii dalla stanza e chiamai il 118 – ha detto ancora – Sono qui non per paura di essere condannato, ma perché la verità è quello che ho sempre raccontato. Per anni sono sceso per strada con la certezza che qualche giornalista mi sbarrasse la strada, mi pedinasse o bloccasse la portiera dell’auto per non farmi partire e forzatamente cercasse di estorcere un’intervista, come ormai avveniva abitualmente. Ma questo non era niente – ha aggiunto Federico Ciontoli – rispetto al fatto che per tre interminabili anni sono uscito ogni giorno da casa per andare a lavorare e ho camminato perseguitato dall’immagine di qualcuno che potesse venire e spararmi alla testa spinto da quello che si diceva su di me in televisione. Non che questo non possa avvenire oggi, o che io non lo pensi più oggi, ma oggi ho paura, ho più paura perché ho raggiunto una certezza che rimarrebbe anche se io non esistessi più. Anche se quello che veniamo a sapere, che vediamo, che sentiamo spesso non è la verità, – ha concluso – ma di fronte alla verità ogni costruzione crolla”.

“Ci aspettiamo giustizia e verità per Marco”, ha detto la madre Marina Conte arrivando, assieme al marito Valerio, in Corte d’Appello a Roma. Dopo aver sentito le parole di Federico Ciontoli invece ha detto: “Dichiarazione vergognosa, nemmeno una parola per Marco. Ancora non riescono a capire che è morto un ragazzo di 20 anni. Continuano a girare il coltello nella ferita”. I legali della famiglia Ciontoli si sono opposti alla produzione della perizia sulla telefonata fatta dalla parte civile e chiesto alla Corte di tenere fuori dall’aula per tutto il processo la stampa. Lo scorso inverno, la Cassazione ha annullato la sentenza di secondo grado che vedeva Antonio Ciontoli condannato a 5 anni per omicidio colposo e a 3 anni i membri della sua famiglia. Oggi numerose potrebbero essere le novità che completeranno la cornice di questa seconda fase processuale. Qualche giorno fa, l’avvocato della famiglia Vannini, ha presentato alla Procura un’istanza istruttore/memoria, chiedendo di considerare la testimonianza della vicina di casa dei Ciontoli, Maria Cristina, in quanto intervistata raccontò delle urla di dolore di Marco. E’ stato inoltre chiesto che sia analizzata la consulenza audio sulla telefonata effettuata al 118 dalla società americana la Emme Team dalla quale sarebbe emerso che il Marco avrebbe chiesto di poter utilizzare il telefono. Richiesta, che però non venne accolta. Si è parlato anche della presenza di altre due persone in casa Ciontoli. La Emme Team avrebbe difatti constatato e certificato nella propria consulenza, di aver sentito parlare, in sottofondo, altre due persone, forse voci maschili, proprio durante la chiamata al 118. La drammatica fine del giovane cerveterano, per molti versi ancora avvolta in troppi veli, ha commosso e registrato la partecipazione di tante gente. Ultima, ma non per ultima, una dichiarazione raccolta poco prima che iniziasse l’Appello Bis al Palazzaccio: “Per Marco, per la sua famiglia, continuiamo a chiedere verità e giustizia.” Lo ha affermato in una nota il leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.

Redazione
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