venerdì, Marzo 29, 2024

Giornalismo, addio a Sergio Zavoli: un monumento dell’informazione

È morto ieri sera a Roma, a 96 anni, il giornalista e scrittore Sergio Zavoli. Zavoli, che era nato a Ravenna il 21 settembre del 1923, era stato anche presidente della Rai nonché senatore dei Ds, dell’Ulivo e poi del Pd, tra il 2001 e il 2013. Per la Rai aveva realizzato programmi rimasti nella storia del giornalismo televisivo, a partire da ‘La Notte della Repubblica’. Debutta a soli vent’anni nel 1943 sul periodico dei Gruppi universitari fascisti riminesi Testa di Ponte, che viene chiuso lo stesso anno in seguito alla caduta del fascismo. Nel dopoguerra diventa giornalista professionista. Dal 1947 lavora per Radio Rai. Nel 1962 crea la trasmissione televisiva Processo alla tappa, un programma sportivo incentrato sul Giro d’Italia. Zavoli è conduttore e autore di altri programmi di successo come Nascita di una dittatura (1972). Vicino al Partito Socialista Italiano, dal 1980 al 1986 è presidente della RAI e nel 1981 pubblica il suo primo libro, Socialista di Dio, che vince il Premio Bancarella. Una volta dimessosi dall’incarico di presidente continua sia la sua carriera televisiva (presentando programmi come Viaggio intorno all’uomo, La notte della Repubblica[2], Viaggio nel Sud) sia quella letteraria e nella veste di autore vinse il Premio Basilicata con Romanza (1987). Dopo il reportage Nostra padrona televisione (1994) entrò in politica con i Democratici di Sinistra. Nel 1998, vince il Premio Cimitile con l’opera Ma quale giustizia? (Edizioni ERI-RAI Piemme). Dal 2001, dopo Viaggio nella scuola, è assente dal piccolo schermo. Le sue ultime fatiche letterarie sono Dossier cancro (1999), Diario di un cronista (2002), e Il ragazzo che io fui (2011) dove racconta la storia della sua vita e un capitolo fondamentale del nostro Paese. Per lo “straordinario contributo apportato alla causa del giornalismo italiano”, il 26 marzo 2007 la facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Roma Tor Vergata gli conferisce honoris causa la laurea specialistica in Editoria, comunicazione multimediale e giornalismo, onorificenza che, come osserva Edmondo Berselli, “assomiglia a una tautologia” in quanto Zavoli è senz’altro il più noto giornalista televisivo italiano.
Redazione
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