sabato, Aprile 20, 2024

Sondaggio di Supermedia: in calo Pd e Lega, crescono M5S e Fdi

L’ultima Supermedia dei sondaggi prima della pausa estiva ci restituisce un quadro molto diverso rispetto a un anno fa. L’agosto 2019 fu insolitamente ricco di eventi che rivoluzionarono il quadro politico italiano, con la fine dell’esperienza di governo giallo-verde e la nascita di una nuova alleanza tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. È piuttosto improbabile che un simile sviluppo possa ripetersi anche quest’anno, ma non è questo l’unico motivo della diversità rispetto a dodici mesi fa. Ad essere cambiati molto, infatti, sono i rapporti di forza dei partiti fotografati dai sondaggi. Come un anno fa, la Lega è il primo partito: ma, secondo la nostra Supermedia, in un anno ha perso circa 12 punti percentuali, scendendo dal 36,8% al 24,6% (dato in calo dello 0,9% rispetto a due settimane fa). I principali beneficiari di questo crollo sono i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, cresciuti di quasi 9 punti (dal 6,4% al 15,3%) e che anche oggi fanno registrare un aumento consistente su base quindicinale (+0,7%). Di fronte a queste due variazioni così eclatanti, sorprende la relativa stabilità del PD (20,3%) e del M5S (16,6%) che si sono mossi pochissimo rispetto a dove erano un anno fa. Entrambi hanno perso circa un punto a testa – ma i 5 stelle da qualche tempo sono in risalita, e anche nelle ultime due settimane hanno guadagnato mezzo punto. È stabile anche Forza Italia, intorno al 7% ieri come oggi. Perché allora diciamo che i rapporti di forza sono cambiati? Innanzitutto, perché non esiste più un partito egemone: lo era un anno fa la Lega, che aveva 15 punti di vantaggio sul suo più diretto inseguitore (il PD) e addirittura 30 punti su FI e Fdi, allora in competizione per il quarto posto. Oggi, la sfida tra i primi 4 partiti si è fatta molto più serrata, con Lega, PD, M5S e FDI racchiusi in meno di 10 punti. Distacchi molto ridotti portano inevitabilmente a una maggiore competizione tra i partiti, anche (e soprattutto) tra quelli più vicini ideologicamente, magari facenti parte di una stessa coalizione in cui diventa più difficile imporre – o rispettare – un criterio “gerarchico”. Un’altra differenza è quella che emerge dai rapporti di forza tra maggioranza e opposizione (o meglio, opposizioni). Quando cadde il governo giallo-verde, un anno fa, Lega e M5S messi insieme potevano contare su oltre il 50% dei consensi, e soprattutto su due opposizioni divise (Forza Italia e FDI da un lato, PD e sinistra dall’altro), impossibilitate a unire le forze e poco coese persino al loro interno. Oggi la situazione è molto più equilibrata, con una maggioranza di governo giallo-rossa che raccoglie i consensi di poco meno del 43% degli italiani, circa 5 punti in meno rispetto all’opposizione di centrodestra. Anche oggi, come ieri, esiste un’altra opposizione (quella di centrosinistra “liberale” costituita da Più Europa e Azione) ma rispetto ai due blocchi principali è piuttosto ininfluente, sia in termini di consensi (4,7%) sia – soprattutto – di peso parlamentare.
Redazione
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