giovedì, Marzo 28, 2024

Fare Verde: “Proposte realizzabili e non utopistiche”

“Ci siamo recentemente schierati a favore della riconversione a gas della centrale attualmente a Carbone di Civitavecchia”

Premesso che l’efficientemento energetico degli edifici e l’utilizzazione di sistemi che consentano la riduzione dei consumi di energia sono, i presupposti irrinunciabili per affrontare la tematica in argomento. Sicuramente chi ha fatto ironia sulle nostre proposte è professionalmente esperto nell’utilizzo del “copia e incolla”. Come Fare Verde  ci siamo recentemente schierati a favore della riconversione a gas della centrale attualmente a Carbone di Civitavecchia. Il fatto “giustamente” ha destato non poche coscienze sopite, ma come? Fare Verde si schiera a favore del fossile? Non propone nulla di rinnovabile? “Spennella di verde aziende inquinanti” (cit.)? Fino ad ora abbiamo sentito solo invocare “la dismissione totale della centrale e lo smantellamento completo”. Gli stessi profeti, inoltre, pensano di poter sostituire la produzione attuale con l’idrogeno o con “fonti sostenibili” non meglio precisate. Tuttavia la centrale di Civitavecchia ha una potenza installata di poco meno di 2 GW, l’equivalente del 4,5% della richiesta TOTALE Italiana. Uno “smantellamento totale” porterebbe in perdita il panorama energetico italiano, e tale pratica chiederebbe o l’installazione di un sito produttivo equivalente ma Verde, oppure l’acquisto dell’energia mancante da parte di stati esteri. Ci teniamo a ricordare che il 13% dell’energia italiana viene importata dall’estero e che con questo dato siamo il paese europeo che compra più energia in assoluto dagli altri! Sostituire la centrale attuale con un sito produttivo fatto di soli pannelli fotovoltaici -prendiamo come riferimento un ottimistico 66.000 m2/MW, come indicato dalla comunità scientifica-, richiederebbe uno sfruttamento del territorio di ben oltre 132.000.000 m2, lo stesso spazio occupato dal comune di Torino! La sostituzione ad idrogeno invece è ancor peggiore. La centrale più grande installata in Europa si trova a Venezia e ha una potenza di 16 KW, ben lontani dai 2 GW che ci servono. Questo significa che occorre ancora tanta ricerca e attualmente è inutile soffermarsi sui “colori dell’idrogeno” se prima non si sviluppano Celle a Combustibile ad altissimo rendimento e con una buona portata di combustibile in ingresso. Ma non solo abbiamo sentito proposte assurde, come suddetto e dimostrato, ma siamo anche stati contestati per tre punti principali, che andremmo ora a scardinare:

1)   L’Idrogeno inquina meno del Carbone ma presenta troppe perdite nella linea di approvvigionamento.Spiegheremo il tutto con una semplice similitudine: “Non voglio le lampadine a casa mia perché la linea elettrica nazionale subisce troppe perdite durante il trasporto d’energia”. Non solo non si sta dando un giudizio sull’efficienza della mia centrale -la lampadina- ma si sta spostando il problema sulla rete, indipendente dalla mia centrale; inoltre se decidessi o meno di installare la centrale, poco importa alla linea di distribuzione del metano, che comunque esiste, ha i suoi clienti e continuerà ad esistere al netto delle mie scelte. Ragionamento diverso solo se TUTTO il mondo smettesse domani di utilizzare il metano, ma capiamo bene che siamo nel campo della Filosofia più pura.

2)   Fare Verde è favorevole agli allevamenti intensivi, anzi ne chiede di più con la scusa del Biogas.Nemmeno rispondiamo alla nostra posizione sull’allevamento intensivo perché ci sembra superfluo, piuttosto vorremmo ricordare che la produzione di Biogas a partire da reflui animali, previene quel fenomeno degli sversamenti illegali in natura senza rispettare le regole imposte dalla comunità europea.    Lo sversamento in natura senza rispettare i naturali cicli rigenerativi del terreno porta alla sua sterilità, oltre al probabile inquinamento di falde acquifere o vene d’acqua, cosa che spesso viene controllata “alla buona”.  La produzione di Biogas nei digestori anaerobici permette non solo di limitare questo fenomeno, ma di convertire i liquami in guadagno economico. Vogliamo inoltre sottolineare che il Biogas non solo si produce negli allevamenti (anche in quelli non intensivi!) ma si “estrae” anche dagli scarti alimentari o dagli scarti vegetali. Nella nostra dichiarazione abbiamo solo nominato il Biogas come possibile sostituto del metano, non capiamo ancora come i nostri amici per attaccarci, abbiano tirato in ballo addirittura le “resistenze agli antibiotici del bestiame allevato”, noi stavamo parlando di energia! 3)   L’idrogeno prodotto dal reforming interno è detto grigio poichè rilascia CO2 in atmosfera, meglio puntare a quello bianco.Per produrre idrogeno pulito esistono diversi metodi, dall’elettrolisi che prevede l’utilizzo di energia elettrica, alla sintesi di alcuni organismi come alghe e batteri, fino al trattamento delle Biomasse (eccole che tornano!). Il metodo più efficace e rapido è l’elettrolisi, ma se quest’energia la prendiamo dal metano, immettiamo CO2, prenderla da fonti rinnovabili sarebbe la chiusura perfetta del cerchio. Perché allora non lo facciamo? Semplicemente perché non abbiamo una disponibilità così alta di energia verde da allocare nella produzione di Idrogeno e soprattutto consumare energia per produrre Idrogeno che produce a sua volta energia non è una logica remunerativa. La nostra proposta prevedeva l’utilizzo del “reforming “per sfruttare una parte di energia della centrale e creare Idrogeno utile nel settore ricerca della centrale stessa, in pratica per far diventare Civitavecchia un polo all’avanguardia nella ricerca. Per concludere, sappiamo benissimo che un mondo senza più fonti fossili sarebbe l’ideale, come è degno di ammirazione lo sforzo fatto dalle tante associazioni ecologiste ed ambientaliste che come noi si adoperano per pulire e difendere la natura; ma al contempo sappiamo anche come funziona il mondo reale, fatto di compromessi tra lo sviluppo umano e lo spazio naturale. Il nostro compito è quello di far sì che questi “compromessi” siano il più vicini possibili al mondo della natura. Immaginare un mondo ideale è bello, per certi versi anche facile, il problema è farlo coincidere con gli “attriti” del mondo reale, proprio in questo punto entriamo in campo noi di Fare Verde gruppo di Civitavecchia.

Associazione ambientalista Fare Verde Gruppo di Civitavecchia

 

 

 

Il Comitato Sole risponde a Fare Verde

A volte guardare troppa pubblicità in televisione provoca confusione, soprattutto quando si vuole dare qualche pennellata di verde ad aziende inquinatrici. La pubblicità può confondere le idee e far dire cose inesatte, non vere. 415 parti per milione di CO2 in atmosfera. Questa è oggi la realtà che provoca il cambiamento climatico che già stiamo subendo. Secondo Fare Verde  la centrale a carbone di TVN, una volta trasformata a gas, diventerà un polo innovativo per la produzione di energia sostenibile. Come? Quando? Perchè? Non consideriamo qui i pesanti effetti sulla salute dell’inquinamento atmosferico prodotti dalla combustione del gas naturale, che continuerebbero a persistere, seppure in forma ridotta rispetto al carbone. Tuttavia il gas è e rimane a tutti gli effetti un fossile e che a fronte di un limitato vantaggio in emissioni di CO2 nella sua combustione (tanto più nelle centrali a ciclo aperto), ha un immenso svantaggio complessivo, perchè è esso stesso, allo stato naturale, climalterante: 100 volte di più della CO2 su tempi brevi e 30 volte su tempi lunghi. La cosa non è trascurabile considerando le perdite nell’intera filiera del gas. Questo la pubblicità non lo dice. La confusione aumenta quando poi si parla di metano che offrirebbe la possibilità di essere sostituto dal “biometano”, gas falsamente ritenuto a impatto zero ed infatti prodotto da un’industria insalubre di prima classe.  Chiediamolo ai cittadini che vivono vicino ai giganteschi impianti di produzione di biogas quanto questo gas sia pulito! Si valorizzano gli allevamenti di bestiame?!? Il settore agricolo è la maggiore fonte di emissione di metano (ricordiamo 100 e 30 volte più climaterante della CO2 rispettivamente su tempi brevi e lunghi). Il 50-60% delle emissioni climalteranti di natura agricola è dovuta agli allevamenti di bestiame; di questo valore il 75% è dovuto alla stessa digestione enterica e solo il 15% dalla gestione delle deiezioni animali. Globalmente, nel 2015, la fermentazione enterica ha rappresentato il 32% delle emissioni totali di metano in Italia. E’ evidente che la limitazione degli allevamenti intensivi diverrà sempre più una necessità, e non solo per problemi di emissioni. Si pensi in tal senso  al consumo di suolo, di acqua e di risorse agroalimentari, o ai pesanti e taciuti effetti sulla salute di tale pratica che ha già portato l’Italia a possedere il record europeo di resistenza agli antibiotici. La confusione aumenta inoltre quando si afferma che il metano aprirebbe le porte all’idrogeno, permettendo la trasformazione di metano in idrogeno per reazione con ossigeno tramite un processo definito di “reforming interno” e la possibilità di affiancare alle turbogas le celle a combustibile, trasformando gradualmente la vecchia-nuova centrale di TVN in una centrale a idrogeno. Il processo di reforming del metano costituisce l’attuale metodo di produzione di idrogeno.  E’ una reazione chimica che produce idrogeno e CO2, che viene emesso in atmosfera. L’idrogeno cosi’ prodotto viene detto idrogeno grigio. La Comunità Europea sta attuando un poderoso piano di investimenti sull’idrogeno, quale vettore energetico fondamentale per la completa defossilizzazione del sistema energetico industriale (acciaio, porti, ecc), ad integrazione di una completa elettrificazione da fonti rinnovabili ed efficienza energetica. L’Europa si sta dando obiettivi ravvicinati al 2024 e al 2030 per l’istituzione di un mercato dell’idrogeno verde. L’idrogeno dovrà essere prodotto senza emissioni climalteranti, con processi “power to gas” da sostenibili. La strada da intraprendere, in realtà,  è molto semplice. Abbandonare un PNIEC e un Capacity Market costruiti su obiettivi obsoleti e non adeguati ai nuovi obiettivi di emissione: 50-55% di riduzione rispetto al 1990 entro il 2030 (il PNIEC prevede 38% al 2030!). L’Enel riconverta la propria produzione energetica, in linea con quanto sta facendo in tutto il mondo ma non in Italia. Dismetta completamente la centrale TVN fossile, la smantelli completamente.  Non costruisca nuovi impianti a turbogas, tecnicamente capaci di durare 30/40 anni per poi essere costretta a dismetterli tra 10 anni. Soldi pubblici buttati, al limite del danno pubblico. L’Enel bonifichi TVN e la trasformi in un polo energetico a fonti sostenibili. Dia inizio alla produzione di idrogeno verde e lo utilizzi  per decarbonizzare la nostra industria di prossimità, il Porto. E’ tutto molto più semplice. Si dia in questo modo inizio alla rinascita della città.

Redazione
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