venerdì, Marzo 29, 2024

Roma, imbarazzo nel M5S per la ricandidatura di Virginia Raggi: lo stop al secondo mandato che fine ha fatto?

Il dado ormai è tratto. Il Rubicone varcato dal sindaco di Roma Virginia Raggi con l’annuncio della corsa alle elezioni del prossimo anno è la famigerata regola dei due mandati. Ed è anche per questo motivo che la notizia è stata accolta con un certo entusiasmo dalla maggioranza dei parlamentari pentastellati, i quali ora vedono vacillare l’ultimo totem grillino: quel vincolo che, allo stato attuale, decapiterebbe la classe dirigente M5S impedendone la ricandidatura. L’atteso placet del garante Beppe Grillo è arrivato: “Daje”, scrive sui socialil co-fondatore del M5S postando una foto che lo ritrae con Raggi. Un messaggio che vale come una benedizione. Altro endorsement di peso è quello del ministro degli Esteri ed ex capo politico Luigi Di Maio, che invita tutto il M5S a fare quadrato attorno alla prima cittadina pentastellata: “Virginia Raggi sta svolgendo un ottimo lavoro a Roma. Ed ha bisogno del supporto di tutto il MoVimento”. Sulla stessa lunghezza d’onda altri big M5S, come il viceministro dell’Economia Laura Castelli (“Virginia sta lavorando intensamente con grande passione e impegno. Si merita la vicinanza di tutti noi”) e Carlo Sibilia (“i partiti stanno già tremando, per questo ci attaccano. Hanno paura di un momento di svolta che può solo permetterci di crescere in futuro”). Tace, almeno per ora, il presidente di Rousseau Davide Casaleggio, ‘custode’ delle regole grilline che non ha mai nascosto le sue perplessità sulla possibile abolizione del tetto dei due mandati. La parola finale con ogni probabilità spetterà agli iscritti 5 Stelle: sarà proprio la piattaforma Rousseau il teatro della svolta. “La possibilità di candidarsi per tre volte esiste già”, dice all’Adnkronos il deputato romano Francesco Silvestri, tesoriere del gruppo alla Camera, riferendosi al ‘mandato zero’ dei consiglieri comunali, “solo che alcuni possono, altri non possono. Va uniformata: o tutti o nessuno. Ma soprattutto, va fatto il prima possibile”. Certo, le resistenze interne non mancano. Quando a maggio il capo politico Vito Crimi aprì, per la prima volta, a una deroga dei due mandati per i sindaci, la consigliera in Regione Lazio Roberta Lombardi – componente del Comitato di garanzia M5S e rivale storica di Raggi – fu netta: “Basta deroghe: consigliere mandato zero, sindaco mandato doppio o titoli fantasiosi che sanno un po’ di presa in giro. Se vogliamo parlare di superamento della nostra regola interna del limite dei due mandati, si faccia apertamente e pubblicamente in un consesso adatto come gli stati generali, quando potremo tenerli. Poi si voti per decidere una volta per tutte e ognuno ne trarrà le debite conseguenze. Sia gli eletti, che gli attivisti, che gli elettori”. Ora tocca al leader Crimi tracciare il percorso che porterà alla caduta dell’ultimo tabu pentastellato.
Redazione
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