giovedì, Aprile 25, 2024

Cerveteri rischia il collasso economico

Il geometra Saltamerenda sollecita il Ministro Franceschini e il Sindaco Pascucci

“Un Parco Archeologico per Caere che salverebbe la città, una grande

opera pubblica per l’Italia e per l’Europa… il “dodicesimo” progetto”

 

Questa volta scrive direttamente al Ministro Franceschini e poi chiede al Sindaco di Cerveteri se intende spendersi pubblicamente per rispondere in merito. E’ ancora il geometra ceretano Massimo Saltamerenda a tornare sulla proposta di un progetto di realizzazione di un Parco Archeologico dedicato a Caere. “Egr. Ministro Dario Franceschini, perdoni la prego la mia insistenza; è recente la notizia da Lei diffusa a mezzo stampa: Mibact – 103 mln. di euro per 11 nuovi progetti strategici nell’ambito del Piano Strategico “Grandi Progetti Beni Culturali” – “Undici interventi che contribuiscono alla nascita di nuove realtà culturali e al consolidamento di altre. Sono progetti e cantieri diffusi su tutto il territorio nazionale che vanno a migliorare la bellezza delle città italiane e a sostenere lo sviluppo dell’economia e del turismo del nostro Paese. La cultura e il turismo sono un binomio inscindibile.” Queste le sue parole di presentazione. Tra gli undici progetti leggo con una certa punta d’invidia: “Parco e Museo archeologico di Sibari – Il finanziamento pari a 3 milioni di euro completa gli interventi attuati con altre linee di programmazione e rilancia questo importante sito che vede la luce nel 720 a.C. con la fondazione della colonia achea di Sibari e definitivamente abbandonato nel VII secolo”. Caro Ministro, avevo deciso di lasciar perdere per il momento questa assurda e velleitaria corrispondenza che ho intrapreso rivolgendomi direttamente ai vertici di governo. Volevo riprendere invece a settembre con un articolo “copia incolla” dedicato alla divulgazione degli studi intrapresi alla fine degli anni 80 inizio 90 e coordinati dal compianto Prof. Mauro Cristofani e che hanno portato alla stesura dei sei volumi che compongono la collana “Caere” di cui il primo tomo, il più importante per me poiché parla in concreto di un progetto più consono alla mia professione tecnica, cioè quello che è all’oggetto di queste mie lettere: “Il parco Archeologico di Caere”, ma di fronte alla notizia di cui sopra non ho resistito a scriverci ancora sopra in questo frangente ferragostano. Il mio quindi rimane un appello di un semplice cittadino che vive in una città che davvero rischia il collasso economico: Edilizia, Agricoltura e Turismo Naturistico Culturale sono le tre colonne portanti della nostra economia locale, (il Commercio al dettaglio diciamo che quasi non esisteva già più) e anche se è vero che la città vive pure di Terziario avanzato segnalo che questi è quasi completamente assorbito dal pendolarismo verso Roma. Da qualche tempo l’edilizia e l’agricoltura sono in crisi nera dal 2008 e di recente la pandemia da Covid 19 ha messo in ginocchio pure il Turismo (già traballante stante la concorrenza meglio strutturata di Roma e Tarquinia di cui ho già scritto in precedenza) e siccome penso che tra pochi anni con l’avvento dell’intelligenza artificiale persino il lavoro che gravita intorno agli spostamenti verso la capitale andrà pesantemente in crisi, credo che avremo a che fare con ripercussioni assai più pesanti di quelle che purtroppo tutti ci aspettiamo a livello nazionale. Ora se io avessi proposto che so io una piccola opera pubblica tipo un allaccio fognario coordinato a un depuratore che pur necessita tra Cerveteri e Ladispoli per salvaguardare il mare e gli arenili avrei peccato davvero di becero campanilismo. Qui invece si tratta Egr. Ministro di lanciare un progetto per l’Italia e per l’Europa in questo preciso momento storico perché al contrario non starei qui davvero a rompere le scatole a nessuno. Nel libro Caere 1 così si descrive la situazione territoriale che abbiamo d’innanzi: “(…) Le ricerche nell’area urbana, praticamente assenti, sono state compensate dalla scoperta di un santuario extraurbano in località Montetosto (Colonna 1963). Mancano, tranne che per le ricerche condotte dalla Scuola Archeologica Italiana nel 1951 e per una tomba della Bandidaccia (Moretti 1966, edizioni scientifiche degli scavi condotti nel dopoguerra. I materiali, destinati in minima parte al Museo di Villa Giulia, sono confluiti parzialmente dai magazzini degli scavi di Caere nel Museo locale istituito nel 1967. Quelli destinati come quota parte alla Fondazione Lerici (1966) sono stati donati nel 1978 ai Musei Civici di Milan (…). Recenti campagne di scavo stanno mettendo in luce parte dell’area urbana, investendo soprattutto la parte del teatro romano (Cristofani 1986). L’area urbana di Caere occupa un vasto pianoro tufaceo ( 150 ettari circa!) (…)” Dal mio punto di vista che ripeto è assai poco esperto e preparato, ma sempre da semplice cittadino e professionista, Le faccio presente che queste sono le ultime notizie certe che si hanno in evidenza pubblica e in tutta sincerità non sono in grado di fornirLe altri aggiornamenti di tipo scientifico, ma capirà che le competenze necessarie risiedono tutte presso la struttura che Lei presiede e rappresenta. Ma se davvero il quadro della situazione fosse ancora quello descritto nel passaggio riportato in epigrafe, mi permetto di sottolineare alla S.V., oltre alle date citate che ironicamente possiamo attribuire a un era geologica fa, la stima della dimensione territoriale che sarebbe dell’area urbana di Caere calcolata in 150 ettari circa. Insomma se gli studi richiamati non fossero smentiti mi sembra che davvero si possa parlare di un grande cantiere di ricerca e di scavo (al quale come Geometra sarei anche più interessato) che non può rimanere come al solito nel dimenticatoio. Non solo, molto probabilmente alla contabilità mancano ampie zone di territorio delle quali una cospicua parte sono già in mano del demanio pubblico e altre attraverso i vincoli sarebbe in diritto di prelazione come riporta la seguente cartina sempre tratta dal volume “Caere 1” (FOTO)

Ora La prego di considerare che oltre all’area urbana di Caere (150 Ha c.a.!) in questa mappa non è certamente ricompresa la “Necropoli di Monte Abatone” posta ad Est del capoluogo e che è completamente situata in zone impervie e neppure i 100 punti d’interesse archeologico individuati nel testo richiamato alcuni dei quali risalgono alla preistoria. Mi pare che se fossero confermati i dati dai suoi collaboratori potremmo dire di essere di fronte a un “impresa storica” per un territorio d’Italia e d’Europa che aspetta ancora di essere guardato come si dovrebbe. E mi perdoni se la lascio in punta di polemica con il locale, ma francamente semmai si dovesse essere stupito da questa mia folle iniziativa le faccio presente che qua ne sono certo non possediamo proprio, ne a livello istituzionale e neppure a livello di società civile, le capacità per sollecitare un progetto come quello che invece mi ostino a presentare senza speranza dal punto di vista della ragione, ma pieno di utopia materialista se lo si guarda sotto l’aspetto della volontà. Insomma Egr. e Caro Sig. Ministro, in questo drammatico periodo dove a mezzo stampa si elencano “Grandi Progetti per la Cultura” e infinite speranze sul “Recovery Plan”, penso che la scoperta dell’antica città di Caere dovrebbe essere far parte del dibattito della politica e dell’associazionismo locale, ma così non è. Si preferisce rimanere inerti alle diatribe di campanile oppure agli articoli di dotta sterilità in una città che ha un patrimonio sottoterra e a livello del cielo così immenso e che merita di sapere se può far parte di una seria progettazione nazionale anche con una chiara risposta pure se negativa. Le prove di quanto asserisco io le ho; ex amministratori di questa città commentando i miei scritti mi fanno sapere: “potevi scrivere anche alla Regione Lazio che nel 2014 (altra era storica pure quella) ha votato una mozione per il Parco Archeologico di Cerveteri” (ma io dopo la vicenda Covid non credo più nel sistema delle regioni e quindi alla regione perché non ci scrive lui che anzi è pure più conosciuto di me?) “ti ricordo che nel 1987 una legge regionale (sic!) ha già istituito il Parco Archeologico che tuttavia oggi è uno strumento obsoleto rispetto al più recente “Piano di gestione Unesco” (2014) che tramite progetti diffusi assicurerebbe una migliore fruizione dei fondi disponibili “sempre che il Sindaco si decida ad attivarli”. A questo livello d’indecenza delle date passate e che attualmente non hanno prodotto nulla di tangibile, io non so che dire se non quello che asserisco nelle mie comunicazioni: a livello locale (ma anche regionale e forse pure a livello di soprintendenza) a parte organizzare la “zona spettacoli effimeri”, non siamo in grado di affrontare e di proporre in qualche modo (scegliete voi che siete esperti quale) un PROGETTO STRUTTURATO che sappia valorizzare (ripeto VALORIZZARE cioè mettere a valore) il nostro territorio. Per questo in questa fase di grandi sofferenze e investimenti mi rivolgo direttamente al governo nazionale, ma non dovrei essere io a farlo. Mi perdoni allora Egr. Sig. Ministro se concludo questa mia rivolgendomi al Sindaco Alessio Pascucci che

legge in copia.

Egr. Sig. Sindaco, il fatto che questa corrispondenza non passi per il protocollo, ma tramite la sua mail non la obbliga di certo a rispondere a termini di legge e neppure mi aspetto che Lei voglia farlo. Tuttavia siccome penso che in questo frangente storico l’unica azienda rimasta in piedi sul territorio con un bilancio economico importante oltre ai supermercati e alla controllata Multiservizi sia per l’appunto il Comune di Cerveteri che Lei a nome di tutti noi rappresenta, sarebbe bello che a livello pubblico possa essere piuttosto Lei (o qualcuno del silente Consiglio Comunale) a rispondere al seguente quesito e per favore senza sciorinare almeno una volta tutti i suoi successi personali passati ottenuti però nel mondo dello spettacolo che tutti in questa città Le riconosciamo e per i quali La ringraziamo anche e cioè: “Vale la pena spendere due righe sindacali per focalizzare l’interesse della nazione su un progetto che possa portare allo studio e alla scoperta finalmente emendata dai soli e continui scavi abusivi che avvengono tutt’ora in questo territorio affinché la storia di Caere possa essere annoverata come si dovrebbe insieme alla Città che quest’anno è stata anche nominata “Città della Cultura della Regione Lazio?” Io credo di si e Lei?. Nell’augurare un buon Ferragosto a chi legge esprimo anche i più Cordiali e Distinti Saluti.

Geom. Massimo Saltamerenda

Redazione
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