giovedì, Aprile 18, 2024

Usa, il ‘discutibile’ punto di vista del presidente Trump: “I disordini di Kenosha è terrorismo interno”

Nella sua visita a Kenosha Donald Trump ha accusato i manifestanti di “terrorismo interno”, sostenendo che la città del Wisconsin è stata devastata da rivolte “anti polizia” e “anti americane” dopo il ferimento dell’afroamericano Jacob Blake. “Questi non sono atti di manifestazioni pacifiche ma davvero di terrorismo interno”.
“La grande maggioranza dei poliziotti sono onesti servitori pubblici”:ha detto Trump incontrando gli esponenti delle forze dell’ordine a Kenosha, ricordando che a volte “qualcuno va nel pallone per decisioni difficili, che vanno prese in frazioni di secondi”. Circostanze che ha paragonato nuovamente a quelle dei giocatori di golf che perdono la testa e sbagliano una buca facile. “Noi amiamo le forze dell’ordine, la retorica contro la polizia è pericolosa”, ha aggiunto, denunciando che Kenosha “è stata devastata dalle rivolte”. Trump vola a Kenosha, in Wisconsin, soffiando sul fuoco delle tensioni razziali rinfocolate dal ferimento di Jacob Blake e sperando che la sua politica ‘law and order’ sia premiata dai timori di proteste nelle città americane, ora allargatesi anche a Los Angeles dopo l’uccisione di un altro afroamericano. Si tratta di Dijon Kizzee, 29 anni, fuggito dopo che la polizia aveva tentato di fermarlo mentre andava in bici e freddato in un inseguimento durante il quale aveva preso a pugni in faccia un agente e gettato un pacco di vestiti tra i quali era spuntata una pistola nera semiautomatica, secondo la versione delle forze dell’ordine. Nella notte sono scoppiate le proteste nel luogo della sparatoria, a sud della metropoli, e numerosi manifestanti si sono radunati tra momenti di tensione, scandendo cori come “Blake lives matter”, “niente giustizia, niente pace”. In questa atmosfera il presidente è volato a Kenosha, non per incontrare la famiglia dell’afroamericano Jacob Blake ferito alla schiena da un agente e rimasto paralizzato ma “per ringraziare la polizia e la guardia nazionale” e visitare gli edifici danneggiati dai manifestanti, definiti “saccheggiatori, anarchici, vandali”. In barba agli appelli del sindaco e del governatore, che lo avevano sollecitato a riconsiderare il viaggio nel timore che potesse “ostacolare la nostra ripresa” e riattizzare le proteste. Prima di partire il tycoon ha difeso sia Kyle Rittenhouse, il 17enne di una milizia pro polizia arrestato per aver ucciso con un fucile due dimostranti a Kenosha, sia Aaron ‘Jay’ Danielson, l’attivista 39enne del gruppo di estrema destra Patriot Player colpito a morte a Portland mentre tentava di proteggere il corteo di supporter trumpiani dai contromanifestanti. Il primo, ha suggerito, avrebbe agito per autodifesa: “Quando ha tentato di fuggire lo hanno attaccato in maniera molto violenta, penso fosse in grande difficoltà, probabilmente sarebbe stato ucciso”, ha spiegato. Trump ha lodato invece il secondo contrapponendo la manifestazione “pacifica” dei suoi fan a quella dei dimostranti antirazzismo: “Da una parte sparavano proiettili di vernice, dall’altra sparavano proiettili veri, che hanno ucciso un brav’uomo, un uomo religioso”. L’ episodio vede sotto indagine un uomo che si definisce “antifascista”.
Anche Joe Biden visiterà “appena possibile” Kenosha, Wisconsin, dove si è recato oggi il presidente Donald Trump per mostrare “supporto alla polizia e alla guardia nazionale” dopo il ferimento dell’afroamericano Jacob Blake da parte di un agente. Lo ha annunciato Tom Perez, presidente del partito democratico, secondo cui la visita di Biden mira a calmare la tensione. L’ex vicepresidente, ha aggiunto, “vuole essere sicuro di riuscire a parlare a tutti”, incluse le famiglie dei due manifestanti uccisi nelle proteste.
Redazione
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