giovedì, Aprile 25, 2024

Ardita su Torre Flavia:“Altri si prenderanno i meriti del mio lavoro”

 

 

Il consigliere Ardita su Torre Flavia, campo Lombardi e copertura del Sale

 

 

Nota polemica e al contempo rammaricata del consigliere di Fratelli d’Italia Giovanni Ardita che, prendendo come spunto un post del dottor Aldo Ercoli su Ladispoli nell’immaginario collettivo, sottolinea come il suo lavoro per i fondi della ristrutturazione di Torre Flavia e per la copertura dello stadio Sale saranno nastri che taglieranno altri dell’amministrazione Grando, dopo la sua uscita dalla maggioranza. “Non è stato evidenziato tutto quello che ho fatto in tre anni sullo stadio Angelo Sale e sullo stadio Lombardi di Marina di San Nicola, dai lavori strutturali a quelli della messa in sicurezza, la seconda tribuna degli ospiti, lavori di impermeabilizzazione sulle infiltrazioni su un un impianto nuovo. Autorizzazione per il secondo bar, perché il primo aveva solo una piccola capienza, lavori di messa a norma, dossi all’ingresso. Il finanziamento per la copertura della tribuna, che ha incontrato numerosi problemi burocratici dovuti al fatto che l’impianto nel 2006 era sotto inchiesta giudiziaria e per la legge antiriciclaggio il Credito Sportivo chiedeva maggiori garanzie. Ho fatto stanziare 4mila euro, in accordo con l’assessore Veronica De Santis e il sindaco Grando, per far sistemare l’impianto di illuminazione di Marina di S.Nicola con tre fari su quattro spenti da più di 3 anni”. Poi la questione più squisitamente politica: “Tanto lavoro e tanto rumore per nulla, che viene dimenticato perché porto avanti un’idea politica di ‘grando cambiamento’, ma non riesco ad indietreggiare perché è una idea politica che devo portare avanti più che per noi per i nostri figli, i nostri nipoti. La città ha bisogno di servizi e di strutture pubbliche e private come strutture sanitarie, strutture ricettive turistiche, impianti sportivi, una pista ciclabile da Torre Flavia a Marina di S.Nicola, un Porto Pidocchio riqualificato, e tutti i monumenti storici della città come Torre Flavia, Castellaccio dei Monteroni, Villa di Pompeo e Villa Romana che per la cultura e la storia della nostra città devono essere riqualificati e valorizzati. Solo se si porteranno avanti questi progetti e queste idee io crederò nel grando cambiamento” la conclusione di Ardita. Parola di Giovanni Ardita”.

Questo il post del dottor Aldo Ercoli a cui fa riferimento Ardita: “GIU’ LE MANI DA LADISPOLI – “Ladispoli viene descritta come uno stereotipo di un sito popolato da esseri anonimi, di località banal-popolare di massa, senza attrattive, senza arte ne parte, senza storia. ORA BASTA. Sono arcistufo di ascoltare programmi televisivi (Stasera Italia) alcuni mesi fa e di leggere recentemente (Libero) l’articolo dal titolo “Vacanze Maledette. In ferie ci si ammala, meglio tornare a lavorare”): “Chiaro: se si contagiano dieci Vip in Costa Smeralda fa più rumore di dieci Mario Rossi a Ladispoli”. E’ una brutta nomea ( sta superando Canicattì) quella appiccicata addosso a questa mia cittadina adottiva, in cui ho scelto di vivere e lavorare di proposito, non per necessità, lasciando una comoda residenza romana (mia città natale). Tutto iniziò in passato con due noti personaggi che tutti conosciamo tanto per strappare una risata citando in modo denigratorio e divertito una cittadina che dal 1975 ho visto crescere da 7.000 abitanti ai quasi 40.000 attuali. Vi ho lavorato (e lo faccio tuttora) come medico di base massimalista (ma anche specialista) curando ben quattro generazioni. Gente, nella stragrande maggioranza per bene, integrata, lavoratrice che merita rispetto. Nel 1986 ho scritto e pubblicato il primo libro della storia (Ladispoli centenaria) di questo ex borgo marinaro famoso per la spiaggia ferrosa e le sabbiature. A circa metà degli anni 80 ho riportato, quale allora presidente della locale Pro Loco, la festa del Santo Patrono (San Giuseppe) donando quella bella statua del santo lavoratore (falegname) che viene portata ogni anno in processione. Erano più di 20 anni che la tradizione religiosa era stata interrotta. Sono orgoglioso, i aver curato molte decine di migliaia di abitanti e turisti provenienti ovunque. Qui nel 1985 si sono stanziati per alcuni anni gli ebrei russi in attesa di essere trasferiti in Usa e Australia, oltre che in Israele. Folta è stata la colonia nigeriana (tuttora presente anche se in numero ridotto, sostituita dalla comunità senegalese). Moltissimi i Polacchi (ora più modesti come numero), frequenti anche i sudamericani. In sintesi ho assistito popoli provenienti da ogni parte del mondo, esclusi gli eschimesi, i nativi indiani d’America (i “pellerossa”) e gli aborigeni australiani. Credo che sia ora di smetterla di dipingere la città come “La qualunque”, la “spiaggia dei poveracci”. Da noi si vive bene (lockdown a parte), civilmente, nel rispetto reciproco (poi certo l’eccezione c’è sempre ma non è affatto la regola). Meritiamo rispetto … anzi lo pretendiamo. Ladispoli è più viva e ordinata di tante grandi città. La gioventù locale è tra le più belle della penisola italiana. I nostri anziani hanno un livello culturale di buon livello. Drogati non ne vedo, se ci sono, sono una rarità. Ho un buon rapporto con tutti, sia italiani che stranieri (questi ultimi sono sufficienti). Egiziani, singalesi, cinesi … siamo cosmopoliti. Quest’ anno abbiamo anche un mare pulito e pescoso. Prima di giudicarci venite a vederci. Conserviamo maestose vestigia romane (es. villa di Pompeo a Marina San Nicola), un passato glorioso che non può essere offuscato dall’immagine attuale della “diroccata” Torre Flavia, né di banalità che ci offendono. I “Mario Rossi” nostrani non hanno niente da invidiare a nessun altro. “Dove andrà quest’estate in vacanza? Alle isole Seiceles oppure a Ladispoli?” cosi domandava la conduttrice nel 2019 una nota conduttrice ad un ex ministro “Verde”. No, non siamo Capalbio … né ci piace esserlo. Abbiamo altri valori”.

Redazione
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