giovedì, Aprile 25, 2024

Coronavirus, ‘la confessione’ del commissario Arcuri: “E’ stato un errore dare la possibilità alle Regioni di riaprire in modo così forsennato i locali pubblici. Però è stato un errore di tutti noi rilassarci un po’ troppo”

“Col senno di poi è stato un errore dare la possibilità alle Regioni di riaprire in modo così forsennato i locali pubblici. Però è stato un errore di tutti noi rilassarci un po’ troppo”. Lo ha affermato Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza Covid, a ‘Cartabianca’, su Rai3. “Penso che sia possibile un vaccino a novembre, ma siccome non faccio l’indovino non so se sarà a novembre, dicembre o gennaio. Di sicuro la ricerca sul vaccino è ad una fase molto avanzata”. “Gli italiani hanno un rapporto molto particolare con la memoria. Si ricordi che noi abbiamo comunque un numero di contagiati clamorosamente inferiore rispetto ad altri paesi europei, e questo è un merito della nostra società”, ha affermato Arcuri. “Io non immagino possibile, salvo imprevedibili accelerazioni di questo virus, un ritorno ad un lockdown così generalizzato come quello che siamo stati costretti a vivere. Però – ha aggiunto Arcuri – il virus è ancora tra noi circola e bisogna che tutti si stiano attenti: il virus morirà e verrà sconfitto solo il giorno in cui ci saranno miliardi di dosi di vaccino che potranno essere somministrate ai miliardi di cittadini del mondo che ne hanno bisogno”. “Io avrei aperto le scuole dopo le elezioni, il 24 settembre, come faranno alcune regioni. Abbiamo contrattualizzato 2 milioni di banchi tradizionali e 400mila con le rotelle. Abbiamo assicurato che li consegneremo tutti entro la fine di ottobre”.”Sono già state distribuite le mascherine chirurgiche alle scuole”. “Chiunque dica alle famiglie – ha evidenziato Arcuri – che c’è bisogno che acquistino la mascherina dice il falso perché il Governo manda tutti i giorni 11 milioni di mascherine a tutte le scuole. E’ l’unico governo al mondo”. “Non un diverbio con Cts, ma la normale dialettica che si vive tra soggetti che vivono ansia, fretta e urgenza dell’emergenza e che non sempre hanno lo stesso rapporto con il tempo”. “Avevo chiesto al comitato scientifico di correre nelle verifica e validazioni di alcuni dispositivi di protezione individuale, le mascherine, e il Cts che ha un rapporto con il tempo non per forza uguale al mio, legittimamente dichiarava di avere bisogno di tempo per approfondire. Questo diverbio è stato risolto, tanto che un giorno mi hanno detto ‘abbiamo lavorato anche la notte per soddisfare le sue richieste’ e io ancora li ringrazio”.
Redazione
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