giovedì, Aprile 18, 2024

Fatture false, l’inchiesta approda sul litorale nord

La Guardia di Finanza ha scoperto cento imprenditori coinvolti in un giro di affari di 100 milioni

Commercio di legno combustibile. Tre persone accusate di riciclaggio e altre due di autoriciclaggio in criptvalute tra Cecina e Londra.

 

C’è anche Civitavecchia nell’inchiesta della Guardia di Finanza partita da Cecina e coordinata dalla Procura di Livorno nel commercio di legno combustibile. Tutto è partito da un controllo della Guardia di Finanza in un piccolo negozio di articoli ortopedici della provincia di Livorno. L’inchiesta partita dalla Toscana ha fatto emergere un sistema di compensazioni di debiti tributari accollati da 10 soggetti tra Roma, Piedimonte Matese e Civitavecchia con al centro in qualità di accollante la srl cecinese che vantava un credito di 3,2 milioni di euro giustificato però dall’uso di 15milioni di euro di fatture false ricevute nel 2017 per un simulato acquisto di un capannone in Carsoli (L’Aquila). Il tutto con l’ausilio di tre consulenti fiscali in provincia di Roma che hanno apposto il necessario visto di conformità sulla dichiarazione annuale e procacciato i debitori dello Stato (le società accollate) i quali hanno saldato le loro pendenze erariali mediante le compensazioni con il fittizio credito Iva. Un sistema lecito ma strumentale, nel caso di specie, a una grande evasione fiscale In un caso l’originario debito poi accollato è scaturito da un verbale di 641mila euro redatto dalla Guardia di Finanza di Civitavecchia trasferito alla società cecinese con un pagamento di soli 130mila euro. Secondo quanto emerso dalle indagini, come riportato dal quotidiano La Provincia, i finanzieri di Civitavecchia hanno puntato i riflettori sulle operazioni di una società di impianti elettrici inattiva da anni e amministrata da due civitavecchiesi che già in passato erano finiti in una vicenda di reati di natura fiscale. L’attività condotta dai finanzieri della tenenza di Cecina ha permesso così di scovare fatture per operazioni inesistenti, emesse o utilizzate, per oltre 93 milioni di euro, un’Iva evasa per oltre 16 milioni, 11 società “cartiere” e di denunciare all’Autorità giudiziaria 22 persone per dichiarazione fraudolenta, 3 per riciclaggio e 2 per autoriciclaggio del denaro illecitamente accumulato grazie alla stessa evasione fiscale, con la segnalazione a 63 Reparti del Corpo di 100 imprenditori e prestanome beneficiari della grave frode.

Redazione
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