venerdì, Aprile 19, 2024

Studio della Bocconi, la pandemia ha cambiato le abitudini degli italiani anche nei ristoranti

Abitudini spesso sbagliate e nocive per l’ambiente e per sé stessi, ma la pandemia ha dato vita a un cambiamento di rotta in grado di contribuire realmente alla riduzione delle emissioni e una maggiore pulizia dell’aria. In molti, sceglieranno di spostarsi di più a piedi e in bici e sempre meno in auto, moto, scooter e utilizzando il trasporto pubblico. E’ quello che emerge dall’inchiesta “Senti che aria” (che concentra l’attenzione sulla città di Milano e la sua provincia), progetto promosso da Altroconsumo e finanziato da Regione Lombardia, con il contributo scientifico dell’Università Bocconi. L’organizazzione ha indagato l’esposizione dei pendolari alle diverse sostanze inquinanti del traffico e l’impatto dell’inquinamento sulle abitudini di mobilità. Dall’inchiesta emerge un nuovo approccio degli italiani nei confronti di inquinamento, mobilità sostenibile e abitudini di spostamento, più responsabile a seguito della pandemia. A seguito dell’emergenza Covid-19, si registra infatti un cambiamento importante nella propensione degli italiani all’utilizzo dei mezzi di trasporto: il 27% crede che utilizzerà di meno l’auto, il 25% userà meno moto, scooter e motorini, mentre ben il 34% dichiara che prenderà meno bus, tram e metro. Inoltre, il 37% si muoverà molto di più in bici e il 47% prediligerà gli spostamenti a piedi. Dall’indagine Altroconsumo emerge che i pendolari sono fortemente esposti a sostanze inquinanti nocive per loro e per l’ambiente. Nello specifico, chi si sposta in bici è particolarmente esposto al particolato e al NO2, ma meno al BC (Black Carbon), mentre gli automobilisti nel percorso inalano più Benzene e NO2. Scegliere di combinare più mezzi di trasporti può essere la soluzione per ridurre l’esposizione alle sostanze nocive, ma anche per avere un guadagno in termini di tempo. Infatti, secondo i risultati dell’indagine, il pendolare che affianca l’utilizzo di mezzi pubblici alla bicicletta riesce ad accorciare maggiormente i tempi di percorrenza rispetto a chi usa altre combinazioni di mobilità. Ma quali sono le cause della presenza di sostanze pericolose nell’aria? Per quanto riguarda gli inquinanti veicolari, come mostra l’indagine “Senti che Aria”, a Milano il 32% dei rispondenti usa l’auto 6-7 giorni su 7; nell’Hinterland la stessa proporzione sale a più di 1 soggetto su 2, nonostante i tragitti casa lavoro siano inferiori ai 10km nel 44% dei casi. Secondo l’analisi, prima della pandemia ben il 71% dei rispondenti percepiva la cattiva qualità dell’aria causata dal traffico in città almeno “spesso”, in provincia il 40%. L’arrivo della pandemia ha influenzato fortemente anche il mondo degli spostamenti e della mobilità, sottolineando quanto l’inquinamento creato dai mezzi di trasporto sia un problema che non si può più ignorare e provocando comportamenti che si spera diventino regole di vita condivise da tutti gli italiani. “Quello che balza agli occhi dai nostri dati (ricavati dalla fusione di informazioni derivanti dalle principali piattaforme di recensioni) è che, a fronte di un flusso inferiore di ospiti all’interno dei locali, si osserva una tendenza inversa per quanto riguarda il numero di recensioni. In pratica, le persone vanno meno nei ristoranti, ma scrivono di più su TripAdvisor e su Google”, racconta Salvatore Viola, Ceo di RepUP. Questo, in realtà, può essere anche spiegato dal fatto che un’uscita sporadica diventa di per sé un evento e proprio per questo si ha voglia di condividerla molto più di prima. Ma l’analisi di RepUP è andata oltre. “Siamo partiti dal numero di locali che nell’ultimo anno erano attivi sulle varie piattaforme di recensioni, circa 198mila, e abbiamo controllato quanti di essi hanno ripreso effettivamente l’attività negli ultimi mesi”, spiega Andrea Orchesi, presidente di RepUP. “Se dopo il lockdown un ristorante ha ricevuto recensioni su TripAdvisor o Google, vuol dire che ha riaperto e che i clienti hanno ripreso a frequentarlo. Si tratta di informazioni importanti perché frutto di dati che RepUP ha rilevato ed elaborato oggettivamente da più fonti. Questi dati ci dicono che in Italia la percentuale dei locali che ha riaperto a pieno regime dopo il periodo di chiusura forzata varia di regione in regione in una forbice che va dal 65,95% rilevato in Calabria al 76,47% del Friuli Venezia Giulia, regione che si attesta al primo posto come percentuale di riaperture, seguita da Liguria (76,36%) e Umbria (76,26%). Insomma, comunque la si veda, questi numeri ci dicono inesorabilmente che nel migliore dei casi, un locale su quattro non è riuscito ad affrontare la stagione estiva”, sottolinea. Ma di cosa parlano le recensioni? TripAdvisor ha invitato i locali presenti sulla piattaforma a compilare una scheda per raccontare le misure prese contro la diffusione del Covid-19. Questo perché i clienti ormai sono attentissimi ai temi della sicurezza. Nelle recensioni si parla sempre di qualità del cibo, prezzi e professionalità del personale, ma nei commenti degli ultimi mesi è normale leggere riferimenti ai comportamenti dei camerieri, si spia nelle cucine per vedere se la brigata indossa le mascherine, si parla di quanto l’esperienza nel locale sia risultata rassicurante per l’ospite. Raccontare le precauzioni adottate nel proprio locale oggi è fondamentale perché la sicurezza è un fattore determinante per la scelta dei clienti, eppure ancora tantissimi ristoratori trascurano questo dettaglio. “Con alcuni locali che gestiamo, questo cambiamento di rotta nei commenti – dice Salvatore Viola – è stato palese. Comunicare al cliente che usiamo le mascherine, manteniamo le distanze di sicurezza, ci laviamo le mani continuamente e abbiamo sempre a disposizione del gel disinfettante può apparire scontato, ma non lo è affatto. Per i nostri clienti abbiamo immediatamente aggiornato i profili su TripAdvisor e Google, evidenziando le precauzioni prese contro il Covid, inserito i nuovi servizi come delivery e asporto, cambiato gli orari di servizio per quelli che hanno deciso di stare aperti solo per cena o solo in pausa pranzo e così via. In questo momento la reputazione online di un locale è più importante che mai perché ci sono in giro meno clienti da spartirsi e bisogna fare il possibile per non perdere neanche un solo coperto”. “Gestire la reputazione online affidandosi ai servizi di RepUP permette ai titolari di ristoranti, bar, gelaterie e pasticcerie di dedicarsi unicamente al proprio lavoro e trasformare i commenti dei clienti in un potente strumento di marketing per aumentare le vendite e migliorare la propria immagine online”.
Redazione
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