martedì, Marzo 19, 2024

Il plesso di Casetta Mattei a disposizione degli alunni del “G. Cena”, insorgono i genitori “trasferiti” a Ceri

 

Lunedì incontro tra i genitori, il preside Riccardo Agresti e il sindaco Alessio Pascucci

Il preside Riccardo Agresti mette a disposizione del “Cena” il plesso di Casetta Mattei e i genitori dei bambini che da quest’anno sono stati trasferiti a I Terzi, contro la loro volontà, insorgono. È quanto accaduto dopo le parole di Pascucci mercoledì all’incontro con i genitori del “Cena”. «In quella scuola ci rimettano i nostri figli – ha detto una mamma – e a I Terzi vengano trasferiti i ragazzi del Cena».I genitori tornano a puntare i riflettori anche sui disagi vissuti dai loro figli: «Devono stare sul pullman anche per un’ora con la mascherina e a scuola non ci sono le sale Lim e i laboratori che invece ci avevano garantito». E proprio di questo si parlerà lunedì mattina in un incontro tra genitori, dirigente scolastico e primo cittadino. «La domanda che porremo è semplice: ci riaprite il plesso?».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lettera aperta: “Lungomare… ma quale?”

 

Nonostante le giornate piovose di questo periodo, durante gli “ampi spazi di sereno” riprendo le mie passeggiate in bici anche se le piogge recenti hanno dato il colpo di grazia alle già bistrattate buche e voragini stradali che ho cercato di descrivere nell’articolo della settimana scorsa, che prendeva in esame la cosiddetta “Pista Ciclabile”. Stavolta vado al mare. Con buona lena supero il cavalca-ferrovia e già alla fine della discesa devo stare con gli occhi bene aperti perché proprio alla fine, dove la strada spiana ci sono antiche buche che qualche anima generosa , molto tempo fa, ha cercato di “aggiustare” con un po’ di cemento… Alla rotonda, orfana delle splendide palme che anni fa l’adornavano, vado a destra e passo davanti ad una villetta che sfoggia sul cancello d’ingresso un magnifico fiocco azzurro che annunzia al mondo la nascita di un bel maschietto: congratulazioni. Proseguo  verso sinistra e sono davanti al viale che mi porta sul lungomare vero e proprio. Una striscia di plastica legata ad una cannuccia m’indica la direzione del vento così che io mi prepari a percorrere una “vasca” verso Ladispoli con il vento in “poppa” se spira il ponente ed una verso Civitavecchia spingendo un po’ di più sui pedali per superare il “controvento” generoso di salsedine. Il lungomare percorso nei due sensi misura due kilometri scarsi e se non fosse per la continua tensione alla quale sei sottoposto per la continua presenza di buche ed avvallamenti sarebbe una stupenda  passeggiata. Nonostante la presenza delle numerose auto parcheggiate e della parte finale (verso il depuratore) transennata per annunciati lavori di rifacimento, i bagnanti sono ancora numerosi anche se con la riapertura delle Scuole la presenza di “pischelli” e quasi allo zero. Ora, gli amici che hanno la bontà di leggermi su questo valoroso Giornale mi perdonino; io lascio la veste dell’illustratore turistico (si fa per dire) ed assumo quella legittima di cittadino residente, pagante e pensante per rivolgere alcune domande a chi ci governa dal malinconico Granarone. Sono trent’anni che si parla del rifacimento del lungomare e di un suo possibile sviluppo degno di una città che ha i numeri per un turismo di alta qualità. Eravamo verso la fine degli anni settanta e già circolavano avveniristici progetti, con illustrazioni a colori, di un lungomare che avrebbe dovuto cambiare per sempre la fisionomia di questa parte di mar Tirreno appena a Nord di Roma…Sull’argomento “lungomare” si sono versati fiumi d’inchiostro, aperte e chiuse campagne elettorali con sontuosi convegni e con la presenza del politico di turno in vena di racimolare consensi. Accuse di irresponsabilità e scuse di cronica mancanza di fondi sono state più volte rimpallate fra maggioranza e opposizione; gli antichi padri Etruschi più volte menzionati da colti estensori di pomposi articoli, alla fine si sono arresi e chiesto asilo dalle parti di Pirgi…Ma per cortesia, senza ironia, qualcuno ci potrà mai spiegare per quale recondita ragione quel tratto di lungomare, nei mesi estivi di maggior presenza umana è stato lasciato nel più bieco degrado, con file di blocchetti di tufo alla mercè di ladroni notturni; abbandonato a se stesso e con le voci girovaganti che qualche ditta in odor di mafia abbia preso i soldi dell’acconto-lavori e sia sparita.?? Perché, stranezze della Democrazia, i Soldi Pubblici sono di tutti noi che ancora ci crediamo e se qualcuno volesse spiegarci qualcosa, alla fine il “Popolo Bue” può darsi  che si apra (anche) in un lungo applauso…

Alfonso CAPONE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lettera aperta: “Lungomare… ma quale?”

 

Nonostante le giornate piovose di questo periodo, durante gli “ampi spazi di sereno” riprendo le mie passeggiate in bici anche se le piogge recenti hanno dato il colpo di grazia alle già bistrattate buche e voragini stradali che ho cercato di descrivere nell’articolo della settimana scorsa, che prendeva in esame la cosiddetta “Pista Ciclabile”. Stavolta vado al mare. Con buona lena supero il cavalca-ferrovia e già alla fine della discesa devo stare con gli occhi bene aperti perché proprio alla fine, dove la strada spiana ci sono antiche buche che qualche anima generosa , molto tempo fa, ha cercato di “aggiustare” con un po’ di cemento… Alla rotonda, orfana delle splendide palme che anni fa l’adornavano, vado a destra e passo davanti ad una villetta che sfoggia sul cancello d’ingresso un magnifico fiocco azzurro che annunzia al mondo la nascita di un bel maschietto: congratulazioni. Proseguo  verso sinistra e sono davanti al viale che mi porta sul lungomare vero e proprio. Una striscia di plastica legata ad una cannuccia m’indica la direzione del vento così che io mi prepari a percorrere una “vasca” verso Ladispoli con il vento in “poppa” se spira il ponente ed una verso Civitavecchia spingendo un po’ di più sui pedali per superare il “controvento” generoso di salsedine. Il lungomare percorso nei due sensi misura due kilometri scarsi e se non fosse per la continua tensione alla quale sei sottoposto per la continua presenza di buche ed avvallamenti sarebbe una stupenda  passeggiata. Nonostante la presenza delle numerose auto parcheggiate e della parte finale (verso il depuratore) transennata per annunciati lavori di rifacimento, i bagnanti sono ancora numerosi anche se con la riapertura delle Scuole la presenza di “pischelli” e quasi allo zero. Ora, gli amici che hanno la bontà di leggermi su questo valoroso Giornale mi perdonino; io lascio la veste dell’illustratore turistico (si fa per dire) ed assumo quella legittima di cittadino residente, pagante e pensante per rivolgere alcune domande a chi ci governa dal malinconico Granarone. Sono trent’anni che si parla del rifacimento del lungomare e di un suo possibile sviluppo degno di una città che ha i numeri per un turismo di alta qualità. Eravamo verso la fine degli anni settanta e già circolavano avveniristici progetti, con illustrazioni a colori, di un lungomare che avrebbe dovuto cambiare per sempre la fisionomia di questa parte di mar Tirreno appena a Nord di Roma…Sull’argomento “lungomare” si sono versati fiumi d’inchiostro, aperte e chiuse campagne elettorali con sontuosi convegni e con la presenza del politico di turno in vena di racimolare consensi. Accuse di irresponsabilità e scuse di cronica mancanza di fondi sono state più volte rimpallate fra maggioranza e opposizione; gli antichi padri Etruschi più volte menzionati da colti estensori di pomposi articoli, alla fine si sono arresi e chiesto asilo dalle parti di Pirgi…Ma per cortesia, senza ironia, qualcuno ci potrà mai spiegare per quale recondita ragione quel tratto di lungomare, nei mesi estivi di maggior presenza umana è stato lasciato nel più bieco degrado, con file di blocchetti di tufo alla mercè di ladroni notturni; abbandonato a se stesso e con le voci girovaganti che qualche ditta in odor di mafia abbia preso i soldi dell’acconto-lavori e sia sparita.?? Perché, stranezze della Democrazia, i Soldi Pubblici sono di tutti noi che ancora ci crediamo e se qualcuno volesse spiegarci qualcosa, alla fine il “Popolo Bue” può darsi  che si apra (anche) in un lungo applauso…

Alfonso CAPONE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lettera aperta: “Lungomare… ma quale?”

 

Nonostante le giornate piovose di questo periodo, durante gli “ampi spazi di sereno” riprendo le mie passeggiate in bici anche se le piogge recenti hanno dato il colpo di grazia alle già bistrattate buche e voragini stradali che ho cercato di descrivere nell’articolo della settimana scorsa, che prendeva in esame la cosiddetta “Pista Ciclabile”. Stavolta vado al mare. Con buona lena supero il cavalca-ferrovia e già alla fine della discesa devo stare con gli occhi bene aperti perché proprio alla fine, dove la strada spiana ci sono antiche buche che qualche anima generosa , molto tempo fa, ha cercato di “aggiustare” con un po’ di cemento… Alla rotonda, orfana delle splendide palme che anni fa l’adornavano, vado a destra e passo davanti ad una villetta che sfoggia sul cancello d’ingresso un magnifico fiocco azzurro che annunzia al mondo la nascita di un bel maschietto: congratulazioni. Proseguo  verso sinistra e sono davanti al viale che mi porta sul lungomare vero e proprio. Una striscia di plastica legata ad una cannuccia m’indica la direzione del vento così che io mi prepari a percorrere una “vasca” verso Ladispoli con il vento in “poppa” se spira il ponente ed una verso Civitavecchia spingendo un po’ di più sui pedali per superare il “controvento” generoso di salsedine. Il lungomare percorso nei due sensi misura due kilometri scarsi e se non fosse per la continua tensione alla quale sei sottoposto per la continua presenza di buche ed avvallamenti sarebbe una stupenda  passeggiata. Nonostante la presenza delle numerose auto parcheggiate e della parte finale (verso il depuratore) transennata per annunciati lavori di rifacimento, i bagnanti sono ancora numerosi anche se con la riapertura delle Scuole la presenza di “pischelli” e quasi allo zero. Ora, gli amici che hanno la bontà di leggermi su questo valoroso Giornale mi perdonino; io lascio la veste dell’illustratore turistico (si fa per dire) ed assumo quella legittima di cittadino residente, pagante e pensante per rivolgere alcune domande a chi ci governa dal malinconico Granarone. Sono trent’anni che si parla del rifacimento del lungomare e di un suo possibile sviluppo degno di una città che ha i numeri per un turismo di alta qualità. Eravamo verso la fine degli anni settanta e già circolavano avveniristici progetti, con illustrazioni a colori, di un lungomare che avrebbe dovuto cambiare per sempre la fisionomia di questa parte di mar Tirreno appena a Nord di Roma…Sull’argomento “lungomare” si sono versati fiumi d’inchiostro, aperte e chiuse campagne elettorali con sontuosi convegni e con la presenza del politico di turno in vena di racimolare consensi. Accuse di irresponsabilità e scuse di cronica mancanza di fondi sono state più volte rimpallate fra maggioranza e opposizione; gli antichi padri Etruschi più volte menzionati da colti estensori di pomposi articoli, alla fine si sono arresi e chiesto asilo dalle parti di Pirgi…Ma per cortesia, senza ironia, qualcuno ci potrà mai spiegare per quale recondita ragione quel tratto di lungomare, nei mesi estivi di maggior presenza umana è stato lasciato nel più bieco degrado, con file di blocchetti di tufo alla mercè di ladroni notturni; abbandonato a se stesso e con le voci girovaganti che qualche ditta in odor di mafia abbia preso i soldi dell’acconto-lavori e sia sparita.?? Perché, stranezze della Democrazia, i Soldi Pubblici sono di tutti noi che ancora ci crediamo e se qualcuno volesse spiegarci qualcosa, alla fine il “Popolo Bue” può darsi  che si apra (anche) in un lungo applauso…

Alfonso CAPONE

 

Redazione
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