venerdì, Marzo 29, 2024

Governo, la manovra sull’Iperf crea tensione nella maggioranza

Il governo apre il cantiere manovra. Verso il primo esame della Nadef. Ma la riforma dell’Irpef divide la maggioranza, con il ministro Gualtieri e il Pd per il modello tedesco, i dubbi del M5s e il no secco di Italia Viva. Il 6 ottobre voto alla Camera sul Recovery. A Palazzo Chigi, Conte riunisce i ministri De Micheli e Gualtieri sul dossier Aspi: revoca sul tavolo. Braccio di ferro tra Pd e M5s sul decreto sicurezza. Sul tema, a quanto si apprende, i pentastellati avrebbero chiesto una riflessione supplementare, affrontando il tema in un Consiglio dei ministri diverso da quello dedicato al varo della nota di aggiornamento al Def. L’ipotesi sarebbe stata quella di varare domenica notte, come previsto, la Nadef e lunedì in un secondo Cdm il decreto su sicurezza e immigrazione. Ma il Pd avrebbe tenuto il punto: la modifica dei decreti Salvini va portata sul tavolo del prossimo Cdm. Di qui la decisione, assunta in una riunione dei capi delegazione, di convocare un unico Cdm lunedì alle 21. All’ordine del giorno spunta anche un provvedimento caro ai Cinque stelle: il disegno di legge “Terra mia” per una stretta sugli ecoreati. L’opportunità del rinvio, secondo fonti di governo Dem, sarebbe dettata anche dal fatto che domenica sera le urne sono aperte per il voto dei ballottaggi e del primo turno delle comunali in Sicilia e Sardegna. Lo scontro viene negato da diverse fonti di governo. Ma le stesse fonti ammettono che in maggioranza il decreto sicurezza è un tema ancora divisivo: una parte del M5s è contraria al ripristino della protezione umanitaria ed è decisa ad attenersi alle mere raccomandazioni del Quirinale per la modifica dei decreti di Salvini. Di qui il tentativo di rallentare i tempi di approvazione del provvedimento in Cdm. A serata, dopo una riunione dei capi delegazione con il premier Conte, arriva la mediazione: un unico Cdm lunedì con all’ordine del giorno Nadef e decreto sicurezza, ma anche il ddl pentastellato “Terra mia”. Alcune fonti però a questo punto non escludono un ulteriore slittamento. Il dossier Aspi. Un Consiglio dei ministri verrà convocato entro 10 giorni su Aspi: se Atlantia non cambierà la sua posizione, resta sul tavolo l’opzione della revoca della concessione, se invece arriverà una proposta, sarà valutata. E’ quanto si apprende da fonti di governo, all’esito del vertice del premier Giuseppe Conte con i ministri Roberto Gualtieri e Paola De Micheli. Trapela “irritazione” nell’esecutivo per le lettere inviate ieri da Aspi. Ne vengono respinti tutti gli argomenti: Atlantia – secondo quanto riferiscono fonti del governo – ha modificato le condizioni che avevano portato ad un accordo a luglio. Respinte anche le accuse secondo cui il governo starebbe obbligando la società ad un’operazione non trasparente e non di mercato. Atlantia “confida nella capacità di mediazione e nell’equilibrio del Presidente Conte e del suo Governo”. “Una eventuale revoca” della concessione di Aspi, aggiunge la società, “provocherebbe un default sistemico gravissimo, esteso a tutto il mercato europeo”. Monta la rabbia dei parenti delle vittime: “Questa società dovrebbe mettersi in ginocchio e cospargersi il capo di cenere, siamo scandalizzati da tanta arroganza”, afferma Egle Possetti, presidente del Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi (14 agosto 2018, 43 morti) a proposito della trattativa in corso per la cessione di Autostrade per l’Italia. “Siamo molto amareggiati che tanti italiani non comprendano la portata di questo gesto che ha il significato di schiacciare con un piede tutte le nostre teste di cittadini, è una vergogna!”, dice Possetti. Tornando all’agenda di governo, si apre il capitolo della manovra. Secondo quanto si apprende da fonti di maggioranza, si starebbe orientando per un finanziamento di circa 6 miliardi per partire da gennaio con l’assegno unico per i figli fino a 18 anni e starebbe valutando un nuovo pacchetto di sgravi contributivi per incentivare le assunzioni a tempo indeterminato, dopo quelli introdotti con il decreto agosto. Per stabilizzare il taglio del cuneo fiscale anche tra i 28mila e i 40mila euro di reddito dovrebbero essere stanziati circa 2 miliardi. E la riforma dell’Irpef divide: dubbi sono stati avanzati da M5s e da Italia Viva.  “Italia viva ha detto in tutti i modi che non è d’accordo sul sistema tedesco. Vorrebbe fare questa discussione nelle riunioni e nei seminari (con numeri e idee), ma se proprio si insiste a volerla fare sui giornali, a noi va bene lo stesso”. Lo dichiara Luigi Marattin, presidente della commissione Finanze della Camera e responsabile dei dossier economici per Italia viva, interpellato sull’ipotesi, emersa da notizie di stampa, che il governo si orienti su una riforma dell’Irpef senza aliquote fisse, sul modello tedesco, nella prossima manovra
Redazione
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