venerdì, Aprile 19, 2024

Il progetto: un maxi impianto di biometano a Civitavecchia

Un impianto di biometano in località Monna Felicita, nel comune di Civitavecchia, che prevede a quanto pare lo smaltimento ed il recupero dei rifiuti non pericolosi superiore a 100 tonnellate al giorno. È quello che la società Ambyenta Lazio Spa ha presentato alla Regione di cui però, a quanto pare, le amministrazioni locali, Civitavecchia in primis, non erano a conoscenza. Sul piede di guerra il Movimento Cinque Stelle che parla di un impianto “le cui dimensioni sono atte a soddisfare i bisogni di una grande metropoli come Roma e non un piccolo comune come Civitavecchia: un maxi impianto di biometano – spiegano – che potrà smaltire circa 100.000 tonnellate l’anno di rifiuti organici, quando Civitavecchia e i Comuni del comprensorio non arrivano a produrne neanche 10.000 l’anno. Con questa nuova industria insalubre Civitavecchia avrebbe un’altra fonte di inquinamento a cui ci sarebbe da aggiungere l’enorme afflusso di veicoli che andrebbe in direzione zona industriale per “dare da mangiare” a questo maxi impianto. Troppi gli interrogativi senza risposta: perché un impianto di così grandi dimensioni? In quale discarica andranno i residui? Quanti camion arriveranno nella nostra città? Oggi abbiamo chiesto spiegazioni in commissione consiliare, ma nessuno dei presenti della maggioranza ha saputo spiegare alcunchè di questo progetto. Chiediamo con forza al Sindaco e alla Regione – concludono – di fare il possibile e anche di più per impedire la realizzazione di questo scellerato progetto di cui la nostra città non ha assolutamente bisogno”.
AGGIORNAMENTO
Gli ambientalisti
non ci stanno…
“Turbogas, biometano, ciclo aperto, ciclo combinato. Non passa giorno che Civitavecchia non faccia i conti con progetti, più o meno avveniristici, legati alla combustione di qualcosa. Il continuo susseguirsi di questi annunci, tra l’altro, costringe ormai da mesi i comitati e le associazioni di Civitavecchia a scrivere decine di comunicati, osservazioni, note stampa, ad organizzare assemblee pubbliche, convegni, sit in, cortei, a stare costantemente in guardia contro l’idea che su questo territorio si possa continuare ad inquinare, devastare, brutalizzare impunemente e senza il minimo ritegno. Di fronte ai progetti presentati in queste ore da Tirreno Power e Ambyenta Lazio potremmo tornare ad argomentare la nostra opposizione sul piano scientifico, socio-economico e perfino culturale. La verità però è che siamo stufi di urlare contro muri di gomma che conoscono solo la legge degli affari e del profitto. Di fronte a queste provocazioni (definirli progetti sarebbe effettivamente un insulto all’intelligenza di chi legge), è arrivato il momento di cominciare ad alzare la voce per ribadire, una volta per tutte, un concetto molto semplice: Civitavecchia non è la fogna d’Italia!” Questa la nota congiunta firmata da: Comitato S.O.L.E. Donatella Palomba – Medico di base Collettivo NO al Fossile – Civitavecchia Gian Piero Baldi – Medico ISDE Città Futura Giovanni Ghirga – Pediatra Piazza048 Gian Pio Viti – Dermatologo Forum Ambientalista – Civitavecchia LIPU – Civitavecchia #mirifiuto Rete delle Associazioni Comitato difesa valle del Mignone Italia Nostra sezione Etruria 100% Farnesiana Il Paese che Vorrei ADS Nessuno Escluso Italia Nostra sezione Roma nord Spazio Solidale Friday For Future sezione di Civitavecchia Bio Ambiente Tarquinia
AGGIORNAMENTO
“Ci ritroviamo nuovamente
a difendere l’ambiente”
Ancora una volta ci troviamo a dover difendere la nostra comunità da proposte che, se realizzate, comporterebbero una ulteriore compromissione dal punto di vista ambientale, dal punto di vista del consumo di superficie (terra o mare che sia) e da ultimo, ma non meno importante, la compromissione di opzioni di sviluppo a medio e lungo periodo che sarebbero incompatibili con altre vocazioni più consone alle condizioni naturali, climatiche e geografiche di cui gode la nostra Città. Il dazio ambientale che il nostro territorio paga è segnato da insediamenti progressivi per scelte fatte dal dopoguerra ad oggi. Se è possibile comprendere le scelte fatte al tempo di una problematica ricostruzione, che sono coincise con l’assenza di sensibilità per l’ecosistema, è più difficile assolvere chi, più recentemente, ha consentito il colpo ferale di una centrale a carbone tra le più grandi del Paese. E ancora oggi dobbiamo ciclicamente far fronte a proposte che talvolta vengono scongiurate e altre che continuano invece a volteggiare pericolosamente sulla nostra testa: l’inceneritore proposto da A2A, la discarica allo Spizzicatore, lo stoccaggio di sostanze tossiche presso il Centro Chimico, l’impianto di pescicoltura in mare, i nuovi turbogas a TV Nord e, proprio in questi giorni, la proposta di un gigantesco impianto a biometano in zona industriale e di un nuovo gruppo a ciclo combinato a TV Sud… e forse abbiamo dimenticato qualcosa. Non è possibile che in questo nostro martoriato territorio si possa poter fare tutto senza la possibilità di pianificare una strategia, anche di lungo termine, che ci consenta una fuoriuscita graduale dalla vocazione energetica e industriale e da tutto ciò che consuma quel pochissimo ambiente naturale che ci rimane. La via che dobbiamo seguire è un’altra e passa per la valorizzazione dell’inestimabile patrimonio territoriale e naturalistico, quello storico e culturale, la logistica, il turismo complementare alla Capitale con il rilancio delle terme. Queste sfide richiedono unità di intenti e posizioni ferme e tempestive e per questo motivo chiederemo un Consiglio Comunale sull’argomento. Si deve fare per tracciare una nuova strada per i nostri figli, lo dobbiamo a chi non c’è più”. In questa nota il parere a firma di: Il gruppo consiliare del Partito Democratico; Il gruppo consiliare di Onda Popolare; Il gruppo consiliare della Lista Tarantino; La Segreteria del Partito Democratico.
Redazione
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