martedì, Aprile 23, 2024

Coronavirus, Cina e Oms hanno ripreso le indagini sull’origine della pandemia di Covid-19, e sono in attesa di cominciare la fase 2 delle ricerche

Cina e Oms hanno ripreso le indagini sull’origine della pandemia di Covid-19, e sono in attesa di cominciare la fase 2 delle ricerche. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato di avere ricevuto assicurazioni dalla Cina che verrà organizzato “il prima possibile” un viaggio sul campo per la ricerca dell’origine della malattia, manifestatasi per la prima volta a Wuhan, nella Cina interna, a fine 2019. “Ci aspettiamo di poter avere una squadra sul posto – ha dichiarato l’esperto per le Emergenze dell’Oms, Mike Ryan – per collaborare con i colleghi cinesi che stanno compiendo studi epidemiologici sui primi casi di polmonite anomala, poi identificata come Covid-19, e sulle condizioni del mercato Huanan di Wuhan, primo focolaio riconosciuto dell’epidemia: un team di esperti internazionali verificherà i dati ottenuti dagli studi di fase 1”, ha aggiunto Ryan. Intanto, è già stato formato un team di esperti internazionali per la fase 2 delle ricerche. Una prima squadra di esperti dell’Oms era stata inviata in Cina a luglio scorso, con il compito di definire i dettagli riguardanti la logistica, i luoghi da visitare e i partecipanti alla missione internazionale coordinata dall’ente delle Nazioni Unite. La Cina ha confermato oggi i contatti con gli esperti dell’Oms per cooperare sulla tracciabilità del virus. “Recentemente si è tenuto in incontro in video con esperti dell’Oms”, ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, senza scendere nel dettaglio dei colloqui, e precisando che “la ricerca del virus è una questione scientifica e gli scienziati dovrebbero svolgere ricerca scientifica internazionale e cooperazione su scala globale per promuovere la comprensione dei metodi di trasmissione”. Per Pechino, la ricerca dell’origine della pandemia è “una questione complessa” che deve essere materia di studio e di cooperazione tra gli scienziati internazionali: la Cina ha accettato di collaborare nella ricerca dell’origine del virus sotto l’egida dell’Oms a maggio scorso, richiedendo un’indagine “aperta, trasparente e responsabile”, e sottolineando la propria opposizione alla “politicizzazione” della questione” e a “indagini fondate sulla presunzione di colpevolezza”. La ricerca dell’origine del virus è stato un tema dibattuto alla scorsa Assemblea Mondiale della Sanità, a maggio scorso, e oggetto di molte polemiche tra Cina e Stati Uniti. Il presidente Usa uscente, Donald Trump, ha spesso identificato il Covid-19 come “il virus cinese” e il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, aveva puntato il dito contro il laboratorio di bio-sicurezza del Wuhan Institute of Virology come punto di origine della pandemia. Il sospetto che il virus potesse essere sfuggito dal laboratorio, o addirittura creato deliberatamente, ha provocato l’ira della diplomazia di Pechino e ha prodotto diverse smentite dagli scienziati cinesi, tra cui la virologa Shi Zhengli, specializzata nello studio dei virus provenienti dai pipistrelli, principali indiziati della diffusione della malattia. Un’altra ipotesi circolata nelle prime settimane di epidemia in Cina, riconduceva l’origine del Covid-19 proprio a una particolare specie di questi animali che vive nelle grotte dello Yunnan, nell’estremo sud della Cina.
Redazione
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