giovedì, Marzo 28, 2024

“Ladispoli e i luoghi del Cinema”

Come nasce un lungometraggio letterario, parla l’autore Crescenzo Paliotta

di Carla Zironi
“Una città è fatta anche, o soprattutto, di ciò che non vedi. Luoghi che il tempo modifica, copre, cancella. Luoghi che erano e non sono più…”ovvero “Ladispoli e i luoghi del cinema”- Casa Editrice AltrEdizioni – ultima fatica letteraria di Crescenzo Paliotta. Quasi trecentoventi pagine tra testo e splendide immagini d’epoca della città e i manifesti dei film girati a Ladispoli. Ventidue “ciacsi gira” dal 1937 con Fantasia sottomarina di Roberto Rossellini alle prime armi, al 2019 con Pinocchio di Matteo Garrone. Avventura, commedia, azione, impegno, una carrellata di pellicole d’autore con interpreti che hanno fatto la storia della cinematografia. C’è veramente l’imbarazzo della scelta in questa collana dove brilla tra gli altri La Bibbia ( 1964) di John Huston che scelse il Parco di Palo per l’episodio di Adamo ed Eva nel Paradiso terrestre. Sarà l’autore a condurci per mano nelle pagine di questa meraviglia da segnalare, senza ombra di dubbio, come strenna natalizia. Un dono per tutte le fasce d’età: per i ladispolani di ieri un tuffo nei ricordi in bianco e nero, per quelli recenti lo stupore, la sorpresa di una pagina di storia cittadina. Di Carla Zironi
Dr. Paliotta, un lavoro immane che ha richiesto interesse, ricerca certosina e collaborazione. Vogliamo ripercorrere “la trama” sicuramente ricca di episodi e personaggi?
“E’ stato un lavoro protratto per un lungo periodo di tempo, considerato anche che ho dovuto trovare spazio tra l’impegno professionale e quello politico-amministrativo. Ricordo esattamente il momento nel quale è scattata la voglia di approfondire alcune tracce  che avevo sentito raccontare ed anche alcuni avvenimenti ai quali avevo assistito direttamente. Era l’estate del 2001 e mi capitò di leggere su un quotidiano che, a 50 anni dalla realizzazione del film,  stava per essere proiettata  a New York la copia restaurata di ” Umberto D”, uno dei capolavori neorealisti di Vittorio De Sica. Mi venne subito in mente che tutta la parte finale del film era stata girata nel 1951 nella Stazione ferroviaria di Palo Laziale. E pensai quanto fosse assurdo che questo evento  non fosse da noi  mai stato ricordato e raccontato.  Collegai la notizia così importante  della proiezione di questo film in un contesto di rilevanza internazionale con alcuni ricordi personali: abitando nella Stazione di Palo avevo visto dalla finestra girare alcune scene de “Il Sorpasso” ( tra cui quella famosissima del viale alberato di pini) avevo assistito da adolescente a tutto il lavoro di trasformazione del rigoglioso Parco-giardino posto tra la Stazione ed il Castello Odescalchi nel Paradiso Terrestre per il film “La Bibbia”. E qualche anno prima con i ragazzi di Palo e della campagna di fronte avevo visto girare al Castellaccio dei Monteroni  la parte finale de “La Grande Guerra”, un altro capolavoro assoluto del cinema italiano. Da quel momento, dopo aver letto la notizia sulla proiezione  a New York, ho cominciato a raccogliere le testimonianze degli anziani che avevano vissuto a Ladispoli quando il regista Roberto Rossellini era un abitante dell’ allora piccolo paese degli anni 30. E i racconti dei pescatori e dei contadini che negli anni 50 abitavano il Borgo di Palo, nelle case sul mare dinanzi alle quali un altro grande regista, Mario Soldati, aveva girato le scene delle  avventure dei Corsari dei Caraibi e di Zorro. E’ iniziato così un percorso con la collaborazione soprattutto di Marco Gregori e di Angelo Bella, che e’ diventato un vero e proprio viaggio immaginario tra i luoghi più scenografici di Ladispoli. Un percorso durato venti anni, durante il quale abbiamo organizzato eventi che sono state vere e proprie “tappe della memoria collettiva “come quella della proiezione al Cinema Lucciola nel 2005 di “L’uomo della Croce”, film girato interamente a Ladispoli nel 1942 da Roberto Rossellini, ma mai proiettato nella nostra città. E ricordiamo bene la commossa presenza dei molti ladispolani che in quel film avevano fatto le comparse ma non avevano mai avuto l’occasione di rivedersi. Così come la proiezione di scene di “Umberto D”, di “Jolanda la figlia del Corsaro Nero” e di “Il sogno di Zorro” nel Piazzale della Stazione di Palo, anche qui con spettatori, alcuni dei quali quei film li avevano visti girare con occhi pieni di un ” felliniano” stupore o vi avevano addirittura partecipato. Il progetto “Ladispoli e i luoghi del cinema” prima di diventare un libro è stato quindi un viaggio a ritroso nel tempo, una serie di momenti nei quali ricostruire una memoria condivisa e una parte di identità cittadina finora sconosciuta. Il libro è la conclusione di un percorso che, partito nel 1936  dalla spiaggia sotto la fortezza di Palo dove Rossellini raccontava a Marcellina le tante storie che “sarebbero potute diventare bellissimi film”, ha viaggiato tra il Castellaccio dei Monteroni, Torre Flavia e la sua zona Naturalistica, il viale alberato di Osteria Nuova, il Parco-giardino che separa Ladispoli da S. Nicola, senza dimenticare i “palazzoni sul mare” della Ladispoli popolare di Sordi e di Verdone e tornando poi alla bellissima ed elitaria Posta Vecchia. Sono più di 40 finora i film che fanno riferimento a Ladispoli: non credo esista in Italia una città della grandezza di Ladispoli che possa accompagnare gli spettatori in un viaggio immaginario così avventuroso ed affascinante. Una delle chiavi narrative che ho cercato di seguire nel libro è quella del doppio piano delle testimonianze: quelle dei testi ufficiali e quelle rintracciabili su Internet e quelle dei testimoni oculari degli avvenimenti. Molto spesso in piena contraddizione tra loro, come le opposte versioni sulla resistenza dei nazifascisti insediati nel castello e nel borgo di Palo all’ avanzata degli alleati. giunti il 6 giugno del 44 sull’ Aurelia all’ altezza di S. Nicola.  Resistenza “eroica ” durata due giorni secondo alcune fonti ufficiali, poche decine di minuti secondo chi osservava tutto dai torrioni del Castellaccio dei Monteroni. Tra l’ altro il periodo 43-44 è stato quello a cui ho dedicato più approfondimenti: dall’ allontanamento forzato degli abitanti di Ladispoli che dovettero abbandonare le loro case nel settembre 1943 dopo l’ armistizio , al  piano Giant 2, studiato da Eisenhower per far paracadutare 6 mila soldati su Furbara e campo di Mare ma poi annullato per l’ incapacità dei vertici militari italiani a collaborare.  Nel libro ho dedicato tutto un capitolo ai testimoni di quel periodo e dei periodi successivi fino agli anni 80: in fondo non avrei mai avuto un quadro completo senza la partecipazione ampia e quasi corale di una generazione, quella che ha fatto diventare un piccolo villaggio una città”.
C’è qualche film, o più film, ai quali è particolarmente legato?
“Certamente, ci sono film ai quali sono particolarmente legato perché, come già detto, li ho visti girare, a poca distanza e quasi nello stesso periodo: “La Grande Guerra” e “Il sorpasso”. Due film importantissimi nella storia del cinema italiano di registi come Monicelli e Risi. Nel primo per  si raccontano con inedito coraggio le tremende verità del conflitto mondiale, nel secondo il regista mette in rilievo  tutte le grandi trasformazioni della società italiana in preda al “boom economico” .
Si profila un nuovo tour nei luoghi del cinema del territorio, oltre Ladispoli?
“Cercando le testimonianze del cinema nel nostro territorio ci siamo imbattuti, come era prevedibile, in tante pellicole girate, in tutto o in parte, nel territorio di Cerveteri ed in particolare a Ceri. Ne abbiamo rintracciati moltissimi: oltre 30 partendo dagli anni 40-50 con pellicole allora famose come “Giovanni dalle bande nere” fino a “Brancaleone alle Crociate”.Testimonianza che tutto il nostro territorio, dal mare fino ai rilievi tufacei di Ceri e ai primi contrafforti del Sasso, è scenografico ed ideale per le più varie ambientazioni. Sicuramente ci potrebbe essere in futuro una “Cerveteri e i luoghi del cinema”. Vedremo”.
Stavolta la domanda è rivolta non solo ad Dr. Paliotta scrittore, ma anche all’ex Sindaco: Politicamente, che tipo di “film” è in lavorazione negli “studi di posa” del Comune e nelle location esterne incluse le varie opposizioni?
“Mi sembra che per ora manchino un soggetto e una sceneggiatura all’ altezza della grande tradizione cinematografica di Ladispoli. Tanto per metterla sullo scherzo: quando sentiamo parlare in Consiglio Comunale di scie chimiche e di terra piatta verrebbe in mente una riedizione de “Non mi resta che piangere”. Ma il grande Troisi purtroppo non c’è più”.
Redazione
Redazione
La nostra linea editoriale è fatta di format innovativi con contenuti che spaziano dalla politica allo sport, dalla medicina allo spettacolo.

Articoli correlati

Ultimi articoli