venerdì, Marzo 29, 2024

Tre milioni di donne in Italia soffrono di Endometriosi. I consigli del dottor Segnini da Cerveteri

Tre milioni di donne in Italia soffrono di Endometriosi, ma secondo Daniele Segnini, biologo nutrizionista, si può intervenire anche con la dieta per alleviare le conseguenze della patologia. L’endometriosi è la malattia delle donne fertili, che può presentarsi dalla prima mestruazione fino alla menopausa; in Italia riguarda il 10-15% delle donne in età riproduttiva, circa 3 milioni, e rappresenta una delle principali cause di infertilità. Che cos’è l’endometriosi? L’endometrio è una struttura che riveste la cavità dell’utero; nell’endometriosi frammenti dell’endometrio finiscono all’esterno dell’utero, provocando un’infiammazione cronica che ha nel dolore il principale sintomo; il dolore pelvico è più intenso soprattutto nel periodo mestruale e premestruale (dismenorrea) e durante l’ovulazione, nei rapporti sessuali (dispareunia), nella minzione e nella defecazione; in alcune donne l’endometriosi porta a una condizione di stanchezza fisica cronica e alla depressione. Nonostante si tratti di una malattia spesso invalidante, la prevenzione dell’endometriosi è molto difficile, sia perché conosciamo ancora troppo poco come si sviluppa sia perché non disponiamo di sistemi di identificazione (marcatori) specifici. Anche per questi motivi la diagnosi di endometriosi arriva spesso molti anni dopo i primi sintomi. In attesa di comprenderne meglio le cause, non ci sono più dubbi sull’endometriosi come malattia infiammatoria. Pertanto, si può intervenire con la dieta, e possiamo farlo con la scelta di cibi anti-infiammatori e capaci di ridurre la produzione di insulina. Per prima cosa è necessario aumentare il consumo di fibre; in questo modo garantiamo una buona salute all’intestino, organo chiave negli stati infiammatori, e – nel caso delle donne – riduciamo gli estrogeni, gli importanti ormoni femminili che hanno così un minore impatto sui tessuti estrogeno-dipendenti, come l’endometrio. Basta aumentare il consumo di verdure e frutta di stagione (quando è possibile, con la buccia), di cereali integrali e legumi secchi, di frutta secca e semi oleosi (girasole, zucca, lino). Il secondo consiglio riguarda gli acidi grassi omega-3, capaci di stimolare la produzione di una serie di molecole (tra cui la prostaglandina PGE1) che riducono l’infiammazione addominale dell’endometriosi. Le migliori fonti di omega-3 sono il pesce azzurro come alici e sgombri (meglio di salmone e tonno, per la ridotta presenza di inquinanti), l’olio di oliva, la frutta secca e i semi oleosi, già citati per la ricchezza di fibre. La terza cosa da fare è ridurre – non eliminare – alcuni alimenti che possono favorire gli stati infiammatori. Poca carne rossa, soprattutto se conservata, preferendo carni bianche possibilmente di origine e allevamento controllati. Vanno ridotti anche i prodotti a base di soia (che contengono quantità variabili di estrogeni vegetali), formaggi e latticini, per la presenza di caseina e lattosio. Se proprio vogliamo eliminare qualcosa dalla nostra tavola, è meglio rinunciare agli alimenti industriali e al cosiddetto cibo-spazzatura, per la presenza di zucchero e farine raffinate. Per completare il discorso non va trascurato il grande impatto sugli stati infiammatori di fumo e alcol. Discorso opposto per l’attività motoria, purché non agonistica: passeggiare e andare in bici, come tutte le altre attività fisiche leggere, aiutano a limitare la glicemia e la produzione di insulina, come ben sanno le persone con diabete. Per mettersi in contatto e conoscere l’attività del Dott. Segnini si può visitare il suo sito internet oppure il suo sempre aggiornatissimo blog ricco di informazioni, novità e approfondimenti su Salute e Alimentazione.
Redazione
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