giovedì, Aprile 18, 2024

La comunità San Patrignano “si dissocia completamente dalla docu-serie messa in onda da Netflix”

La comunità San Patrignano “si dissocia completamente dalla docu-serie messa in onda da Netflix”: in una nota i vertici della struttura hanno preso le distanze da “SanPa: Luci e Tenebre di San Patrignano”, la prima docu-serie originale italiana della piattaforma streaming realizzata da Produzione 42. La serie, scritta da Carlo Gabardini, Gianluca Neri, Paolo Bernardelli e diretta da Cosima Spender, è uscita il 30 dicembre in 190 Paesi. È stata realizzata con 25 testimonianze, 180 ore di interviste e immagini tratte da 51 differenti archivio, ma per la Comunità fondata nel 1978 da Vincenzo Muccioli a Coriano, in provincia di Rimini, “il racconto che emerge è sommario e parziale, con una narrazione che si focalizza in prevalenza sulle testimonianze di detrattori, per di più, qualcuno con trascorsi di tipo giudiziario in cause civili e penali conclusesi con sentenze favorevoli alla Comunità stessa, senza che venga evidenziata allo spettatore in modo chiaro la natura di codeste fonti”.  “Per trasparenza e correttezza – prosegue la nota – abbiamo ospitato per diversi giorni la regista della serie la quale è stata libera di parlare con chiunque all’interno della comunità, e abbiamo inoltre fornito l’elenco di un ampio ventaglio di persone che hanno vissuto e/o tuttora vivono a San Patrignano e della quale conoscono bene storia passata e presente, in modo da poterle dare gli strumenti necessari per una ricostruzione oggettiva e informata. Tale elenco è stato totalmente disatteso, ad eccezione del nostro responsabile terapeutico Antonio Boschini, preferendo lasciare spazio ad un resoconto unilaterale che paia voler soddisfare la forzata dimostrazione di tesi preconcette”. “Avevamo espresso fin dall’inizio – si sostiene ancora – la preoccupazione per gli effetti che un prodotto televisivo di ricostruzione delle vicende trascorse all’interno della comunità, se non ricostruite e presentate in maniera equilibrata e adeguatamente contestualizzate, poteva avere sulla odierna realtà di San Patrignano, con i suoi oltre 1000 ospiti. Purtroppo, ci troviamo a constatare che i timori erano assolutamente fondati”. “Siamo molto preoccupati per gli effetti negativi e destabilizzanti che potrebbero ricadere sull’oneroso lavoro di recupero, reinserimento e prevenzione, ai quali la comunita’ San Patrignano e’ con dedizione da decenni impegnata”, con “un programma terapeutico basato su principi e metodi molto distanti da quelli descritti nella docu-serie, come dimostrato da diversi studi indipendenti di prestigiosi atenei sia nazionali che internazionali”.
Redazione
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