venerdì, Aprile 19, 2024

Crisi di governo: oggi riunione dei vertici di Pd e M5S. Per ora nessun dietrofront del premier

Il premier Giuseppe Conte, nel primo Consiglio dei ministri senza Iv, non fornisce alcun cenno di dietrofront, tratta ormai Matteo Renzi da avversario, si presenta ai ministri tranquillo e deciso ad andare avanti. Ancora alcuni passaggi devono maturare: oggi Pd e M5s riuniranno i loro vertici per valutare la crisi, consapevoli che in maggioranza c’è chi, come una parte dei Dem, ha ancora dubbi sull’ipotesi di sostituire Iv con un gruppo di “responsabili”. Le quasi due ore di fuoco e fiamme del leader di Iv nei confronti di Renzi sono arrivate a Palazzo Chigi, spiega una fonte che ha dimestichezza con il premier, attraverso le agenzie di stampa. A testimonianza del fatto che, in Conte, già prevaleva la convinzione che Renzi avrebbe comunque rotto. E ora, sottolinea chi è vicino al il capo del governo, Conte è più “libero” di giocare la sua partita sulla fiducia in Aula. Il filo con il leader di Iv sembra inesorabilmente rotto. A tarda sera Renzi, riunendo i suoi gruppi, ribadisce che il capo del governo non lo ha mai chiamato. Ma fonti di maggioranza descrivono un quadro opposto: Conte avrebbe più volte cercato l’ex premier – nei giorni scorsi – con telefonate e messaggi, senza ricevere risposta. Iv vive le ore del post-strappo con prudenza. Nessuna rivolta interna viene registrata nella riunione serale dei parlamentari con Renzi. Si attende la mossa del premier, ma si discute dello scenario di una soluzione rapida della crisi in maggioranza come se il Conte ter non fosse ancora un’opzione archiviata: sedersi a un tavolo sarebbe possibile. Ma la convinzione di più d’uno è che si vada verso la conta in Aula. E, se mai arriverà quel giorno, qualche addio tra i renziani non si può escludere. Una decisione su come affrontare la crisi aperta da Iv Conte – se dimettersi per aprire il tentativo di un nuovo governo o andare in Parlamento a verificare la sua maggioranza – la deve mettere sul tavolo già nelle prossime ore, anche perché è lo stesso presidente Mattarella ad averlo invitato ad una soluzione della crisi in tempi brevi. Se sceglierà davvero lo showdown in Parlamento l’obiettivo potrebbe essere ottenere il sì da una maggioranza larga e solida, con un appello ampio a sostenere il lavoro del governo. A margine del Cdm alcuni ministri osservano che quella dello showdown in aula è la strada da imboccare, altri predicano più prudenza: non se ne sarebbe comunque parlato nella riunione del Consiglio. Il Movimento sembra più compatto che mai sull'”avvocato del popolo”. E anche chi, in teoria, avrebbe aperto ad una soluzione con un premier Dem (come Dario Franceschini) pare esser tornato sui suoi passi. A dire il vero l’ipotesi di un governo con la stessa maggioranza e un premier diverso non è ancora del tutto tramontata – con Iv in attesa – ma, ad ora, pare davvero lontana. E allora come uscirne? L’unica alternativa alla carta responsabili potrebbe essere un’apertura improvvisa di Renzi al dialogo, con Conte premier come punto fermo. Possibilità remota ma non ancora impossibile e a testimoniarlo sono le uscite dei big del M5S: tutte decisamente a favore di Conte ma non così tranchant – come lo è stato lo stesso Conte in Cdm – con Renzi. Sebbene una fonte di primo piano del Movimento, a tarda notte, osservi: “è stato il primo Cdm senza scontri questo senza Iv…”.
Redazione
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