venerdì, Marzo 29, 2024

Cerveteri Capitale della Cultura, tutto il territorio incroci le dita!

di Riccardo Dionisi
Partiamo da un presupposto inconfutabile: quella di ieri per la città di Cerveteri è stata una giornata storica. Vedere la città in cui sono cresciuto giocarsela con L’Aquila, Trapani, Volterra, Bari e compagnia bella mi ha, davvero, inorgoglito. Cerveteri, lo raccontiamo tutti i giorni dalle colonne del quotidiano che dirigo, è un luogo dai mille difetti e mille problemi. Qualcuno, tra le vie del centro storico, continua a ripetere, da decenni, che sulla città aleggia una maledizione, quella di Tuchulcha, demone etrusco dell’oltretomba. Una maledizione talmente resistente che impedirebbe alla città di spiegare le ali, di intraprendere la retta via dello sviluppo sociale, economico e culturale. Più volte nei quattro decenni e più della mia vita mi sono sentito ripetere da amici di città limitrofe, a suon di sberleffo, “siete seduti su un cumulo d’oro”. Seduti, ma talmente pigri da non avere la voglia e la forza per sollevare le natiche e cominciare a far fruttare quell’enorme bottino consegnato dallo storia. La moderna Cerveteri, la città che affonda le sue origini diversi secoli prima di Cristo, è piena di contraddizioni e di occasioni mancate. Bella e impossibile parafrasando una hit di Gianna Nannini. E’ la città dei rattoppi dei sampietrini in piazza Santa Maria, quella del parcheggio selvaggio nel centro storico, quella dove la spiaggia ancora non è dei cittadini. E’ quella delle discariche a cielo aperto, quella dei furbetti e a volte anche dei presuntosi. Ma è anche una città dalla bellezza senza tempo e non solo per la presenza della necropoli della Banditaccia e di tutti gli altri siti archeologici sparsi sul gigantesco territorio. E’ stupenda non solo per la Kylix e il Vaso entrambi di Eufronio riconsegnati alla città negli ultimi anni. Non solo per il centro storico con le sue piazze i suoi scorci magici. Non solo per i tramonti da godere in collina o in riva al mare. Non solo per le cascate, i paesaggi naturali e la primavera che sboccia nella Valle del Manganello. Lo è anche per la bellezza dei suoi borghi medievali, Ceri e il Sasso. Lo è anche per le ricchezze enogastronomiche, per il vino, per l’olio, per tutti i prodotti che fanno di Cerveteri una città ricca anche da questo punto di vista. Anche questo è cultura, riscoprire tutte le tradizioni e le ricchezze agricole del territorio. Se Cerveteri dovesse diventare ‘Città della Cultura Italiana” per il 2022, non ci sarebbe da scandalizzarsi, anzi. E’ vero ci sono delle carenze, specie nel settore ricettivo, ma è proprio qui il nocciolo della situazione. Non vincerebbe Cerveteri, ma il territorio intero. Vincerebbero Ladispoli, Fiumicino, Civitavecchia, Santa Marinella, il lago, Tolfa e Allumiere in collina. Si tratterebbe di un volano straordinario per tutto il comprensorio. Cerveteri sarebbe il centro nevralgico, ma è da ciechi non scrutare all’orizzonte i benefici non solo culturali, ma soprattutto economici che ricadrebbero su tutta l’Etruria. Per questo trovo sia un’arma acuminata che la città abbia ottenuto il supporto non solo del Presidente della Regione, ma di tutti i principali attori economici e non del territorio. Si tratta di un gioco di squadra messo in campo con lungimiranza: se Cerveteri avesse presentato un dossier non coinvolgendo il più possibile le forze del territorio, probabilmente, non avrebbe avuto alcuna chance. Considero la vittoria complicata, ma l’aver percepito elettricità in tutti gli attori della partita in atto, non solo mi ha emozionato, ma ci ha consegnato la consapevolezza che, oggi, non ha più senso ragionare per compartimenti stagni andando ognuno per la propria strada alla “Armata Brancaleone”. Uniti si può non solo lavorare meglio, ma soprattutto ottenere maggiori risultati. Per questo ritengo fondamentale che Cerveteri e Ladispoli più che pensare ad una fusione come città, pensino alla gestione condivisa dei servizi come già avviene nel trasporto pubblico. Permettetemi di concludere questa breve analisi tornando alla audizione di ieri. Ci sono stati problemi tecnici all’inizio, Cerveteri e il Sindaco verdi in video. Peccato, ma ad onor del vero, il primo cittadino e tutti gli attori in campo hanno saputo raccontare la città con entusiasmo. Trovo alquanto banale, però, sbeffeggiare tale difficoltà iniziale. Forse ci si dimentica che una eventuale vittoria di Cerveteri gioverebbe alla città e non al suo Sindaco o alla sua Giunta. Ci si dimentica, tra l’altro, che nel 2022 ci saranno le elezioni e chissà, forse, il primo cittadino sarà di altro colore politico. Sperando che Cerveteri vinca, chi governerà la città del 2022 avrà l’onore e l’onore di accompagnarla lungo questo cammino di ‘Capitale della Cultura’. Allora sarebbe il caso di mettere da parte le casacche, i gagliardetti di partito, le direttive politiche venute chissà da dove e provare ad incrociare tutti le dita. Una vittoria della città sarebbe fantastica e lo sarebbe per tutti. Auguriamoci, allora, che quel verde sia di speranza.
Redazione
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