venerdì, Marzo 29, 2024

Coronavirus, parla il governatore Zaia: “Il Veneto zona arancione o gialla, ma sicuramente non rossa”

Il Veneto zona arancione o gialla, ma non rossa. La previsione è del presidente della Regione, Luca Zaia. “Venerdì ci sarà una nuova classificazione, non so quale sarà, noi i dati ce li abbiamo buoni…vedremo se da venerdì avremo zona ancora arancione o zona gialla, di certo non zona rossa”, dice Zaia, oggi in conferenza stampa dalla sede della Protezione civile regionale. “Ma se con la zona gialla torna lo struscio nei centri cittadini poi il contagio torna a salire”, avverte il governatore veneto. “Non decido io di chiudere la scuola, ma è il virus che lo impone”, sottolinea Zaia ribadendo la validità della sua ordinanza di tenere chiuse le scuole superiori fino al prossimo 1 febbraio perché, avverte: “La scuola non per colpa dei ragazzi, ma è un momento di assembramento: ricordo che abbiamo avuto un incremento della curva di contagi in correlazione con la riapertura delle scuole e quindi non c’è dubbio che la scuola è una forma di aggregazione che crea problemi per la diffusione del virus. Oggi, a nostro avviso, secondo il parere dei tecnici, la sicurezza a scuola non è totale. Spero che il Tar valuti le relazioni che abbiamo depositato”. Per il governatore del Veneto poi “è squallido pensare che la scuola sia stata chiusa per un vezzo politico: qui non ci sono due partiti, quello che vuole tenere aperta e quello che la vuole chiudere. E poi, quelli che oggi la vogliono tenere aperta sono gli stessi che a suo tempo erano contro la zona gialla e che volevano più restrizioni”. Zaia spiega che “per l’eventuale riapertura delle scuole dal 1 febbraio dobbiamo innanzitutto valutare la   classificazione della Regione venerdì prossimo, e, se saremo in zona gialla o arancione. una volta capito questo valuteremo insieme alla Prevenzione della Regione cosa fare”. Certo è che se il Tar accoglierà i ricorsi di alcuni genitori per la riapertura “dovremo capire le motivazioni della sentenza e decidere se ricorrere al Consiglio di Stato o meno”. “Ieri sera con il governo abbiamo parlato solo di vaccini: ma la situazione non è chiara. Noi, comunque, dobbiamo essere messi nelle condizioni di vaccinare e io ho ribadito la necessità che il taglio del 29% alla fornitura sia orizzontale e si tagli questa percentuale in tutte le regioni. Questo è un modo perequativo, mutualistico e un senso di responsabilità”, spiega il presidente del Veneto. “Adesso avremo solo un paio di settimane: questa e la prossima di disagi con il taglio della fornitura dei vaccini -prosegue Zaia- da quella successiva dovremmo tornare a regime”. In ogni caso “chi ha subito tagli questa settimana riceverà più dosi la prossima: Pfizer cercherà di riequilibrare i tagli”. Da parte sua il governatore del Veneto assicura che “la regione sta tentando in tutte le maniere di capire se vi siano canali alternativi legali per approvvigionarsi, ma per ora non ne abbiamo trovati”. E ancora il governatore del Veneto auspica “che Astrazeneca abbia requisiti e Ema dia il via libera presto: dovrebbero arrivare 8 milioni di dosi in un trimestre in Italia e ciò significherebbe iniziare a vaccinare in maniera davvero importante, potremo anche coinvolgere i medici di base e le farmacie nella vaccinazione”. “Per governare ci vogliono i numeri e qui non ci sono”. E’ netto il giudizio di Zaia sulla situazione del governo, dopo la fiducia di ieri in Senato. “Qui ci vuole un governo più forte a livello parlamentare -dice- e se io avessi i numeri come questi sarei sempre appeso ad un filo e appeso al voto dell’ultimo sconosciuto che ti pone condizioni”. Così per il governatore del Veneto “serve una maggioranza più strutturata: Parlamento di numero che non so se basteranno per la fiducia su vari provvedimenti. Una maggioranza davvero ‘tirata’ se a uno viene il raffreddore e non va in aula è un bel problema…”. Per Zaia non vi à alcun dubbio: “Ci vogliono i numeri e oggi non ci sono. Vedremo nelle prossime settimane cosa succederà: l’imbuto del Parlamento sarà sempre più importante. Cosa ne sarà del Recovery fund, della riforma del welfare e della riforma della giustizia? -domanda-. Sono misure che hanno bisogno di un grande consenso”.
Redazione
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