venerdì, Marzo 29, 2024

Coronavirus, per il virologo Pregliasco la vaccinazione non si concluderà prima dell’estate del 2022

La campagna di vaccinazione in Italia non si concluderà prima dell’estate 2022: è la previsione formulata dal direttore sanitario del Galeazzi di Milano, Fabrizio Pregliasco, in un’intervista a La Stampa. “La vaccinazione è partita bene e con le dosi necessarie continuerà a ritmi crescenti con l’obiettivo ambizioso, ma necessario per coinvolgere tutti, di finire entro l’anno”, ha sottolineato Pregliasco, “il mio timore è che dopo una prima fase dedicata alle categorie a rischio i più giovani non sentano la necessità di vaccinarsi”. “Non è facile assumere un farmaco quando si sta bene e non si teme la forma grave della malattia”, ha osservato il virologo, “entro febbraio è realistico completare medici, infermieri e Rsa. Per gli over 80 molto dipende dalle forniture. Pfizer si può fare soprattutto in ospedale, mentre altri vaccini si somministrano anche a casa o dal medico di base. In ogni caso, non penso finiremo prima dell’estate 2022”. “I provvedimenti di Natale, la diminuzione dei tamponi e il nuovo conteggio degli antigenici danno come risultato una crescita minore del contagio, non una diminuzione, da verificare nei prossimi 10 giorni”, ha spiegato. Per Pregliasco il conteggio degli antigenici comporta “ulteriore confusione perché aumentano il denominatore e fanno perdere dei casi positivi. Vanno distinti meglio dai molecolari nel conteggio”. Per il virologo “non andiamo peggio di altri Paesi, ma siamo nel limbo, il lockdown duro ha senso dal punto di vista scientifico, ma susciterebbe una rivolta sociale. Si può continuare con zone rosse non troppo stringenti per regolare la velocità del contagio fino al vaccino”. A suo avviso le riaperture saranno possibili “quando il 20-30 per cento della popolazione, compresa la parte più a rischio, sarà vaccinata”. Sulla richiesta di Letizia Moratti di considerare il Pil tra i motivi per dare più vaccini alla Lombardia, Pregliasco ha sottolineato che “la vaccinazione come ogni questione di salute deve essere equa, ma, al di là della semplificazione nella comunicazione di una proposta che può essere stata maldestra, va posto un tema: solo i vaccini risolveranno i problemi economici, e gli imprenditori e le partite Iva dovranno correre a farseli per riaprire”.
Redazione
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